Olivera a RBN: "La Juve non può essere una squadra normale. Tudor la può aiutare"

11.04.2025 17:00 di  Giulia Borletto   vedi letture
Olivera a RBN: "La Juve non può essere una squadra normale. Tudor la può aiutare"
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© foto di Alberto Fornasari

22 presenze e 4 gol segnati con la maglia della Juventus, 43 e sempre 4 reti con quella del Lecce e in mezzo altre varie avventure in giro per l'Europa. Rubèn Olivera arriva giovanissimo a Torino nel 2002, dopo aver letteralmente stregato Luciano Moggi che lo porta sotto la Mole dall'Uruguay. Ci ha messo un pò per trovare la sua dimensione ma si è anche tolto diverse soddisfazioni, come aver giocato la Champions League sotto la guida di Fabio Capello o aver avuto al suo fianco compagni di altissimo livello. Era soprannimato "El Pollo" e ha giocato un pò ovunque dalla metà campo in avanti: ha fatto il centrocampista, l'alta destra e sinistra, il trequartista, la mezz'ala e l'attaccante. Lo abbiamo intervistato in esclusiva su Radiobianconera durante RBN Cafè. "Mi hanno soprannominato El Pollo in Sudamerica, perchè ero il più piccolo in squadra, è una cosa piuttosto usuale. I miei anni alla Juventus? Ho giocato con Igor Tudor certo, c'erano grandi campioni all'epoca. Il più piccolo in squadra, prima che arrivassi io, era Camoranesi che aveva 26 anni, poi gli altri erano tutti più grandi, erano tutti grandi capitani delle rispettive Nazionali, era una Juve forte in tutti i sensi. Tudor era uno molto scherzoso e non me lo immaginavo sulla panchina della Juve.

Chi ha avuto a che fare con lui dice che è un allenatore molto preparato, a Marsiglia ha fatto bene e sono contento ora si vederlo qui perchè incarna il DNA bianconero. Io  A Torino si devono portare i risultati, nessuno pensava che Thiago Motta venisse esonerato ma una cosa è allenare il Bologna una cosa allenare la Juventus: la pressione è diversa. Spero che per tutti gli juventini arrivi in Champions e dia continuità al progetto. Certo, Antonio Conte è un vincente e la sua ombra non può non essere presente. 

Con tanti colleghi parlo di com'è cambiata la Juventus negli ultimi anni. Ci sono tanti giovani e capita che qualcuno non capisca dove sia arrivato, o non hanno ancora vinto niente. I giovani sono più strafottenti, ma alla Juventu ci vogliono dei dirigenti che facciano capire cosa vuol dire vestire questa gloriosa maglia. La Juventus non può essere una squadra "normale", ha bisogno di una dirigenza forte".

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