Claudio Chiellini e la Next Gen: "Non dormivo la notte temendo la retrocessione"

Ultimo Uomo ha realizzato un reportage sul mondo della Juventus Next Gen, intervistando il responsabile Claudio Chiellini. Di seguito alcuni estratti delle sue dichiarazioni. "All'inizio è sempre complicato, perché si ricomincia con un gruppo al 60-70 per cento nuovo – ammette il dirigente –. E i giocatori che vengono dalla Primavera non sono ancora pronti. Per questo è sempre difficile trovare quell'equilibrio nei primi mesi: lo confermano gli ultimi anni, che sono sempre stati in miglioramento guardando il rendimento sul campo. Ma se prendi i risultati con le squadre di vertice, nella parte finale della stagione o nei playoff, si vede tanto la mancanza di esperienza. E io credo sia normale a quell'età non essere ancora pronti per occasioni del genere".
RISCHIO CONCRETO – "Noi abbiamo passato mesi all'inizio dell'anno in cui eravamo ultimi in classifica – ha detto Chiellini – sembrava ci fosse il rischio concreto di non riuscire a raddrizzare le cose, ed è stato pesante. E posso dirvi che io non ci dormivo la notte, con la paura di retrocedere. In verità però, e lo dico dopo aver sentito discorsi su situazioni analoghe di altre squadre, la retrocessione secondo me può anche far parte del percorso. All'estero, in Spagna e in Germania, è la normalità sia vincere campionati ed essere promossi, sia retrocedere. Il percorso continua, e la serie D sarebbe comunque una categoria difficile e allenante per una seconda squadra di giovani. Oggi non è così ampia la differenza tra la serie D, o almeno le sue prime 10 squadre, e le ultime 10 di serie C. Bisognerebbe dare la possibilità di iscrivere le seconde squadre in Serie D, visto che ovviamente non è facile trovare spazio in Serie C. Permetterebbe a chi oggi magari ha problematiche con gli stadi e di bilancio, di partire con il progetto, capirne i pregi, i difetti, le difficoltà e poi di costruire con il tempo delle squadre con cui stabilirsi in serie D o anche in serie C. In tanti altri Paesi funziona così, non vedo perché in Italia no. Sarebbe un incentivo per tante squadre".
DALLA NEXT GEN ALLA PRIMA SQUADRA – "Yildiz era davvero speciale, aveva caratteristiche spiccatamente diverse dagli altri, e infatti ora è il numero 10 della Juventus. Savona, Mbangula e Rouhi invece non hanno sempre fatto i titolari in Next Gen, negli ultimi due anni. Anzi, Savona per un certo periodo aveva fatto la spola tra Primavera e Next Gen, prima di prendersi una maglia da titolare; Rouhi la scorsa stagione non è stato quasi mai impiegato, almeno fino a dicembre. E Mbangula è stato un giocatore, anche per via degli infortuni, che non ha mai avuto grande continuità" le parole del dirigente.