Claudio Chiellini e la Next Gen: "Non dormivo la notte temendo la retrocessione"

12.04.2025 16:30 di  Marco Spadavecchia   vedi letture
Claudio Chiellini e la Next Gen: "Non dormivo la notte temendo la retrocessione"
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Ultimo Uomo ha realizzato un reportage sul mondo della Juventus Next Gen, intervistando il responsabile Claudio Chiellini. Di seguito alcuni estratti delle sue dichiarazioni. "All'inizio è sempre complicato, perché si ricomincia con un gruppo al 60-70 per cento nuovo – ammette il dirigente –. E i giocatori che vengono dalla Primavera non sono ancora pronti. Per questo è sempre difficile trovare quell'equilibrio nei primi mesi: lo confermano gli ultimi anni, che sono sempre stati in miglioramento guardando il rendimento sul campo. Ma se prendi i risultati con le squadre di vertice, nella parte finale della stagione o nei playoff, si vede tanto la mancanza di esperienza. E io credo sia normale a quell'età non essere ancora pronti per occasioni del genere".

RISCHIO CONCRETO – "Noi abbiamo passato mesi all'inizio dell'anno in cui eravamo ultimi in classifica – ha detto Chiellini – sembrava ci fosse il rischio concreto di non riuscire a raddrizzare le cose, ed è stato pesante. E posso dirvi che io non ci dormivo la notte, con la paura di retrocedere. In verità però, e lo dico dopo aver sentito discorsi su situazioni analoghe di altre squadre, la retrocessione secondo me può anche far parte del percorso. All'estero, in Spagna e in Germania, è la normalità sia vincere campionati ed essere promossi, sia retrocedere. Il percorso continua, e la serie D sarebbe comunque una categoria difficile e allenante per una seconda squadra di giovani. Oggi non è così ampia la differenza tra la serie D, o almeno le sue prime 10 squadre, e le ultime 10 di serie C. Bisognerebbe dare la possibilità di iscrivere le seconde squadre in Serie D, visto che ovviamente non è facile trovare spazio in Serie C. Permetterebbe a chi oggi magari ha problematiche con gli stadi e di bilancio, di partire con il progetto, capirne i pregi, i difetti, le difficoltà e poi di costruire con il tempo delle squadre con cui stabilirsi in serie D o anche in serie C. In tanti altri Paesi funziona così, non vedo perché in Italia no. Sarebbe un incentivo per tante squadre".

DALLA NEXT GEN ALLA PRIMA SQUADRA – "Yildiz era davvero speciale, aveva caratteristiche spiccatamente diverse dagli altri, e infatti ora è il numero 10 della Juventus. Savona, Mbangula e Rouhi invece non hanno sempre fatto i titolari in Next Gen, negli ultimi due anni. Anzi, Savona per un certo periodo aveva fatto la spola tra Primavera e Next Gen, prima di prendersi una maglia da titolare; Rouhi la scorsa stagione non è stato quasi mai impiegato, almeno fino a dicembre. E Mbangula è stato un giocatore, anche per via degli infortuni, che non ha mai avuto grande continuità" le parole del dirigente.