TERZA STELLA A DESTRA, QUESTO E' IL CAMMINO
"Voglio ricordare che gli sarebbe piaciuto festeggiare la terza stella della Juve, chissà chi gliela regalerà, comunque la vedrà di sicuro dal cielo" (Marcello Lippi)
Il sogno dell’Avvocato potrebbe diventare realtà per merito di Andrea, l’ultimo degli Agnelli.
Arrivato alla Presidenza da pochi mesi, è entrato in punta di piedi nel mondo bianconero, per non rompere i cocci di quella che per più di un secolo è stata una delle squadre più prestigiose al mondo, e che ha visto distrutta dopo una collezione di record negativi da far impallidire chiunque.
A fare rumore ci ha pensato il suo cognome: pesante, di quella Famiglia che ha costruito la storia di una società che - per molti - è diventata uno stile di vita.
E’ cresciuto con la Juventus dei Zoff, Gentile e Cabrini; a Villar Perosa pranzava - ancora bambino - accanto a Paolo "Pablito" Rossi.
Il primo acquisto della sua Presidenza è stato Simone Pepe da Albano Laziale. Al momento dell’annuncio, la maggior parte dei sostenitori della Vecchia Signora rabbrividirono: "se questo è l’inizio, ormai la fine è vicina". All’esterno di centrocampo non verrà mai chiesta la qualità di un Del Piero, ma anche arrivasse a toccare i livelli di un Di Livio, ci sarebbe da leccarsi i baffi.
Ha preferito pensare al "sodo", costruendo una base sulla quale portare avanti una programmazione che, col tempo, dovrà riportare la squadra - dal punto di vista tecnico - sui livelli che le competono.
Dopo aver rinnovato (quasi) completamente la società, ha affidato quell’area a Giuseppe Marotta, uno che nel pomeriggio di un martedì tratta Di Natale e il giovedì mattina immediatamente successivo ha in mano Quagliarella.
Sta creando una squadra plasmata sulle idee di Luigi Del Neri, e rinforzata ulteriormente - viste le evidenti lacune tecniche mostrate nelle prime partite - dagli innesti di Aquilani e Krasic. Se poi si riuscisse a recuperare Felipe Melo…
Manca ancora l’uomo in grado di imprimere un cambio di marcia nel corso delle partite, il campione con la "C" maiuscola che trasformi un mercato all’insegna della ricostruzione in un "potenziamento" vero e proprio.
Del Piero c’è, non manca mai. Ma non è eterno, così come non lo è stato Pavel Nedved.
Agnelli di "nome" o di "fatto"? Per ora di nome. Per i fatti ci vuole tempo.
Se a volte subentrare ad una precedente gestione nel contesto di una situazione negativa aiuta, nel senso che fare peggio è difficile, in questo caso il suo ingresso nel mondo bianconero è stato particolarmente impegnativo: la pazienza dei tifosi è esaurita da tempo, i soldi sono stati male investiti nei quattro anni precedenti il suo insediamento, la sfiducia verso chi siede nelle poltrone più importanti è ai minimi storici, chiunque essi siano.
I ricordi più belli, poi, sono tutti legati al passato.
Ecco, appunto: il passato.
Quello che non si dimentica, il punto di partenza per rinascere.
Il passato da cui "altri" presero le distanze, che aveva permesso al mondo intero di "dire" e "fare" tutto quello che voleva sulle vittorie bianconere ottenute sul campo.
Poteva bastare il ritorno di un Agnelli a cambiare tutto questo? No, se ci si limita a portarne il nome e a "vigilare".
Ma se dal "dire" si passa al "fare", la musica cambia. Le parole diventano pesanti, come il cognome di chi le pronuncia. Ed iniziano a "fare" effetto.
I legami col passato vengono riannodati, le vittorie riconosciute in "toto": ventinove.
E non ventisette o ventisettepiùdueasterischi.
Si parte dall’esposto per la revoca dello scudetto di cartone del 2006 all’Inter sino alla richiesta - previa "dimostrazione di correttezza della società nei vari procedimenti che sono ancora aperti" - di una riassegnazione dei due titoli mancanti nel palmares bianconero.
Per arrivare alla terza stella, a quel punto, ne mancherebbe soltanto uno.
Ci vorrà del tempo. Come al solito, come sempre. Ma mai come stavolta l’idea è che si stia per intraprendere la strada giusta.
"Terza stella a destra, questo è il cammino".
Area societaria, area tecnica, i due scudetti tolti: ora che si è conoscenza del fatto che si inizierà ad affrontare, nel merito, anche quest’ultimo aspetto, i tifosi respirano "aria di casa", profumo di Juventus.
Loro non l’hanno mai abbandonata. Figurarsi ora che le aspettative iniziano ad essere diverse…
Se prima si era trattato di un piacevole rituale, adesso diventa un "fatto" sincero: benvenuto, Andrea.