Una svista accorcia la carriera? Fabiano Preti e una banderina che non andava alzata

Nell'epoca di un calcio moderno fatto di giocatori che sono velocisti e telecamere puntate sul campo da ogni dove, il mestiere di arbitro è diventato davvero molto impegnativo, per non parlare di quello di guardalinee che deve capire l'attività o meno di un giocatore in offside rispetto allo svolgimento dell'azione.
Tante sono le difficoltà, ma c'è solo una cosa che può costare una carriera: sbagliare, con l'aggravante di favorire la Juventus.
Fabiano Preti, l'uomo che ha confuso Thereau con Paloschi facendo annullare un gol regolarissimo al Chievo mercoledì, rischia davvero di dover appendere bandierina ed auricolari al chiodo: non è ironia nè polemica, ma considerati i precedenti suoi e dei suoi colleghi, non c'è assolutamente da stare tranquilli.
Preti è recidivo, questo è un dato di fatto: nello Juventus-Inter della scorsa stagione - conclusosi con la vittoria dell'Inter a Torino - fu proprio lui a non segnalare l'iniziale fuorigioco di Asamoah che portò al gol del provvisorio 1-0 di Vidal. Fortuna volle che una delle peggiori Juventus dell'era Conte si fece raggiungere e superare dall'armata di Stramaccioni e l'assistente Preti venne fermato "solo" per quattro turni. Ma i suoi colleghi?
Ricordate Roberto Romagnoli, guardalinee nella "partita dello scandalo" Milan-Juventus, che non vide la palla calciata da Muntari entrare alle spalle di Buffon? A fine stagione venne dismesso. E Maggiani, guardalinee di Catania-Juventus della scorsa stagione che indusse Pulvirenti a lanciare pesanti accuse contro la Juventus? Sospeso sei turni.
Cosa dire poi di Mazzoleni - tra l'altro arbitro del derby di domani - che dopo la Supercoppa di Pechino venne messo sotto tortura mediatica per aver dato l'impressione di sfavorire il Napoli?
Se l'errore è contro la Juventus, invece, tutto questo non succede: Guida che l'anno scorso non vide un clamoroso mani in area di Granqvist in Juventus-Genoa - oltre ad un paio di rigori a favore della Juve - non venne fermato neanche un turno; stessa cosa si può dire di Rizzoli che sanzionò un colpo di ascella di Isla in Milan-Juventus assegnando il rigore decisivo ai rossoneri (finì 1-0) o di Orsato che in un accesissimo Napoli-Juventus sanzionò una gomitata - intenzionale e più volte tentata prima di andare a segno - di Cavani a Chiellini solo con un giallo.
Questa è l'aria che tira ed è innegabile sostenere il contrario. La Juventus deve essere ancora una volta più forte delle insinuazioni e di questa strana abitudine cercando si sopraffare l'avversario fin dal primo minuto perchè, nonostante siano passati anni ed un processo penale non ancora arrivato a compimento, "...per carità di Dio, che non aiuti la Juventus. E faccia la partita onesta, per carità, ma che non faccia errori a favore della Juventus, per carità eh…" resta un must senza tempo.