La Stampa - Ravanelli su Andrea Fortunato: “Vivevamo in simbiosi”

25.04.2025 08:50 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
La Stampa - Ravanelli su Andrea Fortunato: “Vivevamo in simbiosi”
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Il compagno Fabrizio Ravanelli parla di Andrea Fortunato a La Stampa: "Vegliò su di noi, quello scudetto è suo Sarebbe diventato il nuovo Cabrini, era fortissimo. Il ricordo nel mio cuore è indelebile, se chiudo gli occhi ho sempre la stessa visione di Andrea, la sua immagine non si è mai sbiadita.Il nostro rapporto era eccezinale. Eravamo due giovani con una voglia incredibile di emergere e imporci nella Juve. Prima di ritrovarci a Torino avevamo già vissuto insieme l'esperienza del militare, nella Compagnia Atleti di Napoli. Poi da quando era arrivato alla Juve in pratica vivevamo in simbiosi, uscivamo spesso insieme anche con mia moglie e la sua fidanzata. Era un amico vero. Sapevamo che Andrea aveva sempre vegliato su di noi. Era stato davvero il nostro dodicesimo uomo in campo per tutta la stagione, quello scudetto era soprattutto suo. Non dimenticherò mai quando ci venne a trovare in ritiro prima di una partita con la Sampdoria. Era un esterno mancino fortissi-mo.

Aveva davanti a sé un grande futuro, poteva diventare il nuovo Cabrini, chi lo paragonava a lui non lo faceva solo per quella chioma al vento che lo accompagnava. Era già entrato nel giro della Nazionale. Era fortissimo, davveroDopo e durante la malattia poi mi sono legato anche alla sua famiglia, al fratello Candido e alla sorella Paola, ai genitori Peppino e Lucia. Ma era facile volergli bene, per tutti era cosi. Avevo messo a disposizione un mio appartamento in quel momento libero per dare alla sua famiglia l'opportunità di stargli vicino, le cure si  svolgevano a Perugia e ho cercato di farli sentire a  casa come se fosse a Torino o Salerno. Ma non fu un gesto speciale, lo Avrebbe fatto chiunque».Mi ha insegnato non abbatterci mai, anche nei momenti difficilissimi. Ha lottato dal primo giorno contro la malattia e lo faceva anche quando non sapeva di averla, non si lamentava mai pur essendo debole. La sua storia è una lezione di vita a tutti quanti noi. La vita è una lotta continua, lui l'ha combattuto in maniera onesta, con grande dignità. Alla fine ha perso, ma gliel'ha resa dura alla mlattia, non si è mai abbandonato allo scorrere degli eventi».