TJ - Alla (Ri)scoperta di Tudor: dal what if del 1997 al suo motto in campo

In attesa delle prime parole ufficiali da nuovo allenatore della Juventus, c'è qualche curiosità che TuttoJuve.com può raccontarvi sul "principe" così come era stato soprannominato nel corso della sua carriera da calciatore.
WHAT IF - Il 1997 fu un anno spartiacque per Igor. La Juventus, in un remake del duello Djorkaeff-Zidane, cominciò a seguire con interesse il connazionale Dario Smoje (poi preso dal Milan) che giocava, tra l'altro, nel suo stesso ruolo. Anche se nella prima partita in cui i bianconeri lo osservarono, in Nazionale, Tudor venne schierato come centrocampista centrale. La domanda è: Smoje avrebbe ripercorso in bianconero la carriera di Tudor? Probabilmente no. La persona influente che aiutò la dirigenza a compiere la giusta decisione fu Lucien D'Onofrio, storico addetto ai lavori, che lo descrisse come uno dei giovani più talentuosi e forti del panorama mondiale. Tudor si sentiva juventino prima ancora di indossare quella maglia, poiché il suo sogno era sempre stato quello di giocare nella Juventus. Il CT Blazevic lo incluse nella spedizione croata in Francia e non lo fece quasi mai giocare, ma nonostante ciò Luciano Moggi decise di acquistarlo e si fidò anche del parere tecnico di Narciso Pezzotti, storico vice di Marcello Lippi, che lo andò ad osservare ben dodici volte! Si narra che con la prima parte di stipendio ricevuta dal club bianconero, l'allora ventenne decise di regalarsi subito una bella macchina. E quando cercò di entrare nell'allora centro sportivo, venne inizialmente respinto poiché, all'epoca, non erano autorizzate vetture che non fossero marchiate FIAT. Giusto l'altro giorno e qualche anno dopo, con 1000km sulle spalle, Tudor è riuscito ad entrare alla Continassa. I tempi, e anche le rigidità, cambiano per fortuna.
MOTTO - Chi ha lavorato con Igor Tudor lo ha sempre definito un allenatore di valore e dal futuro avvenire, c'è chi è sempre stato convinto che il blasone da allenatore avrebbe superato quello da calciatore. D'altronde le idee chiare, a livello di modulo e concetti, le ha sempre avute fin dalle sue prime esperienze. La difesa a tre, la stessa che riproporrà probabilmente anche qui a Torino, è uno dei suoi marchi di fabbrica, ma i suoi calciatori devono prima di tutto correre. Il suo motto è: "Se non corri, non giochi". Tradotto: o sudi la maglia, o cambi squadra. Questo spiega anche gli attriti avuti dallo stesso Tudor, una persona molto forte a livello caratteriale e di personalità, con i veterani delle varie squadre allenate che non perseguivano più quest'idea. In questa Juve, la cui età media è tra le più basse di tutta la Serie A, servirà una tigre come lui per ritrovare gli artigli. Il suo staff sarà composto da Ivan Javorcic, già suo vice alla Lazio, Tomislav Rogic come preparatore dei portieri, Andrea Pertusio nel ruolo di preparatore atletico e il match analyst sarà Riccardo Scirea.