Juventus Women, i nomi e i cognomi degli artefici di questo glorioso "Stars A6ain"

18.04.2025 21:00 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
Juventus Women, i nomi e i cognomi degli artefici di questo glorioso "Stars A6ain"
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© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

Il buio profondo di un anno fa ha lasciato il posto alla luce tricolore. I mille dubbi sono svaniti a fronte delle certezze e dei successi. La "Biella" Signora, come l'avevamo ribattezzata dopo il doppio successo sul Psg, torna regina d'Italia e lo fa con merito e vigoria. Il deus ex machina è nuovamente Stefano Braghin, l'architetto di un trionfo tanto bello quanto inaspettato. Ha attraversato il tornado di faccia e ne è uscito ancora più forte che mai. Un vero Gigante, che ha saputo rispondere alle poche (per fortuna) e inconsistenti critiche attraverso le idee e il lavoro. La scelta di Massimiliano Canzi, proveniente dal maschile, sembrava un azzardo per chiunque, ma non per lui.

Quelli che storcevano il naso Direttore ora sono a festeggiare con lei. Non presti molta attenzione a questo.

Canzi è arrivato con l'etichetta di "uomo dei miracoli" e ora sarà ricordato come colui che ha risollevato la Juventus Women. Da amante delle sfide, questa l'ha certamente stravinta zittendo chi non lo riteneva adatto al femminile. Lui che lo aveva visto nascere nel periodo in cui era stato a Cagliari con Mario Beretta. Al mister va il merito di averci mostrato quel qualcosa di nuovo in un settore ancora in piena espansione. Lo scudetto conquistato è stato strameritato dalla prima all'ultima giornata, fin da subito si è visto un calcio diverso in cui sono state poste delle basi da qui per il prossimo futuro. Un cammino fantastico con qualche inciampo, certo, ma in tutti i momenti in cui è caduto lui e le le sue ragazze si sono rialzate più forti che mai. 

Cristiana Girelli è il primo nome che citiamo. Chiediamo scusa a tutte le altre. Ma è Cristiana in testa alla locomotiva, la leader e la forza trainante di un gruppo che non ha mai mollato di un centimetro e che aveva bisogno di rivedere le stelle dopo le stalle. Lei rappresenta la vecchia guardia, al pari di Barbara Bonansea rinata con Canzi, Lisa Boattin, Cecilia Salvai, Martina LenziniMartina Rosucci fondamentale sia in campo che fuori. Senza dimenticarci, ovviamente, di Sara Gama. L'esperienza che viaggia di pari passo con il talento, quello cristallino di Sofia Cantore, Chiara Beccari, Eva Schatzer che rappresentano lo zoccolo duro italiano e coloro che trasmetteranno in futuro il Dna Juventus. In mezzo le parate di Pauline Peyraud-Magnin, la solidità di Emma Kullberg e Estelle Cascarino (che ha supportato fino all'ultimo le sue compagne),  le geometrie di Hanna Bennison, i polmoni di Paulina Krumbiegel, Valentina Bergamaschi e Lindsey Thomas, i gol di Amalie Vangsgaard e Alisha Lehmann. Per non parlare dell'apporto fondamentale delle nuove arrivate a gennaio Mathilde Harviken, Abi BrightonEmma Stølen Godø fin da subito pronte nella nuova realtà. Sembrava impossibile rivincere senza Beerensteyn, Grosso, Echegini e anche Caruso, ma invece queste ragazze ce l'hanno fatta. Con un profumo invitante di double a pochi passi di distanza...