IL SANTO DELLA DOMENICA - JUVE INTER, L'ORIGINALE CONTRO LA COPIA SBIADITA, LA STORIA CONTRO LO SCUDETTO DI CARTONE.
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Ho appena finito la puntata di “ 2 in bianconero” su Radio Bianconera, il tempo di entrare in macchina e squilla il telefono. Vedo che è Claudione Zuliani “ Ciao Santa, per domenica scrivi nel tuo editoriale cosa è per te Juve Inter.” Ci salutiamo e comincio a pensare. Un frullatore nella testa, un mix di ricordi, rabbia, orgoglio, identità e felicità per essere dalla parte giusta. Ma poi penso. E come faccio a mettere per scritto tutti questi sentimenti? Perché c’è un prima e un dopo, perché c’è una normale antipatia sportiva verso quei colori e quella società, ma c’è anche il 2006, c’è una ferita mai chiusa, c’è la barzelletta degli “ onesti” e di quelli dello “ Smoking Bianco” c’è insomma un abisso tra le ridicole polemiche del contatto Iuliano Ronaldo, sul quale come loro consuetudine hanno scritto e versato lacrime ridicole, e Calciopoli. Eppure già da quei singoli episodi dovevamo cominciare a capire che qualcosa non andava per il verso giusto. Come faccio Claudio e amici bianconeri a scrivere i sentimenti di quella sera in cui venimmo sbattuti in diretta televisiva in serie B, come faccio a tramutare in versi quel senso di rabbia, quelle lacrime, quel groppo alla gola dei giorni successivi quando tutta l’Italia anti Juventina versava litri di odio contro di noi.
Eppure non dimentico e non dimenticherò mai il mio orgoglio e la mia testa, alta fieramente e orgogliosamente juventino. Frastornato certo, perché volevo capire, rendermi conto cercare di trovare un qualcosa che giustificasse tutto ciò. E invece non c’era nulla se non un processo farsa, una voglia di affossare e distruggere la mia fede la mia passione il mio amore. Ma non ci sono riusciti, anzi,come dimenticare l’orgoglio di quel giorno a Rimini contro tutto e tutti.
Ma da quel 2006 Juve Inter non è più solo una partita, perché è “ Noi” contro di “ loro” e l’originale contro la copia. Ci hanno provato in tutti a modi a raggiungerci e imitarci, prendendo il meglio da quelli che dentro di loro vorrebbero essere, da Trapattoni a Lippi, da Conte a Marotta. Ma puoi cambiare e provare tutte le volte che vuoi, se il destino ti condanna, non puoi andargli anche se provi a diventare la copia sbiadita di una squadra e una società anni luce lontana da quei colori nero e azzurri
Qualcuno per vincere ha dovuto sbarazzarsi della rivale più forte, più attrezzata,con più stile e storia. Perché il 2006 per loro è anche questo, dominare certo ma senza concorrenza, anzi anche quella volta andando a fare la spesa in maniera imbarazzante in una società che un processo farsa e indirizzato aveva smantellato. Questione di stile e serietà. Poi però la ricostruzione, i nove scudetti consecutivi hanno in parte, e solo in parte, ricucito quel delore, perchè ad ogni trofeo alzato il secondo pensiero, il primo ovviamente era rivolto alla nostra gioia, andava a loro, ai vari presidenti passati e presenti, a certi personaggi televisivi o presunti tali sempre pronti a " vomitare il loro povero livore" contro di noi. E la soddisfazione e il godimento, lasciatemelo dire, era doppio.
Cosa vuoi che ti dica caro Claudio, cosa rappresenta per me Juve Inter? Lo scudetto di cartone, quello indossato abusivamente, l’eterna battaglia per rivendicare ciò che è nostro, i 38 scudetti vinti meritatamente e unicamente sul campo. E’ la partita contro quelli che hanno forti "aderenze” nei posti che contano, dalla politica alla magistratura, dalla televisione ai giornali, ma nonostante tutto mai e poi mai si avvicineranno al nostro blasone alla nostra storia al nostro essere juventini del quale, e l’appello è rivolto alla nostra tifoseria, dovremmo essere sempre più fieri senza perdersi in inutili e sterili polemiche. Juventus Inter? Sono 38 scudetti vinti sul campo contro 19 magicamente, ma solo per loro, diventati 20. Da una parte Platini Scirea Del Piero, dall’altra Materazzi Naingollan . Credo di potermi fermare qui. E stasera andate in campo a testa alta, cuore in mano e fatevi valere. Per questi motivi e per mille altri. Avanti tutta