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Porrini loda Tudor: "Ha vivacizzato spogliatoio depresso, ora Juve è più rabbiosa e meno fragile. Conceição? Stupito sia in discussione e che non giochi"

09.04.2025 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Porrini loda Tudor: "Ha vivacizzato spogliatoio depresso, ora Juve è più rabbiosa e meno fragile. Conceição? Stupito sia in discussione e che non giochi"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex difensore campione d'Europa e Intercontinentale con la maglia bianconera, Sergio Porrini, per parlare degli ultimi avvicendamenti in casa Juventus e non solo:

Giudizi e sensazioni sulle prime due partite di Tudor alla Juve?

"E' presto per trarre dei giudizi, due partite sono davvero troppo poche. Ci sono stati dei cambiamenti, anche perché la Juventus degli ultimi anni ci ha sempre portato ad avere delle considerazioni sbagliate. Più di una volta abbiamo pensato ad una svolta positiva a livello di risultati e invece poi andava tutto male, l'esempio lampante sono le vittorie bellissime con City e Inter di quest'anno a cui non c'è stato un seguito. La sensazione è che dal punto di vista caratteriale è che Tudor abbia portato un qualcosa di diverso, lo si vede da come si pone ai calciatori e da come vive la partita. Ha vivacizzato uno spogliatoio depresso, ecco perché questo tipo di grinta può portare a quella carica che era necessaria".

Mister Tudor ha sempre detto di ispirarsi a Marcello Lippi e addirittura si è emozionato nel parlarne in conferenza stampa. A tuo parere, c'è un aspetto in cui per il modo di allenare o per come gioca lo ricorda?

"Oggi è difficile vedere una somiglianza tra il calcio di oggi e quello di trent'anni fa. L'unico che più si avvicina è Gasperini a livello di modulo e con la sua idea di marcare prevalentemente in ogni zona di campo. Questo ricorda molto le mie prime stagioni all'Atalanta. Gasperini, a mio parere, è riuscito a creare un mix vincente tra le due epoche. Tudor, sicuramente, è alla ricerca di se stesso e si ispira a tantissimi allenatori, sta cercando di plasmarsi per arrivare ad essere un qualcosa di definito. L'ho visto molto bene cambiar modulo in corsa, è flessibile e si adatta alle caratteristiche dei giocatori. Questo va bene perché non vede solo le sue convinzioni, però sinceramente la mia Juve (e anche la sua) era differente soprattutto negli interpreti".

A proposito di Motta, le cose vanno sempre male ogni qualvolta la Juve prova a cambiare lo stile di gioco. Quindi si può vincere solo cercando la praticità a discapito della bellezza?

"E' vero, ma per avere l'ossessione della vittoria devi avere anche i giocatori giusti. La società può avere una grande fame di vittoria così come l'allenatore, ma poi in campo scendono i calciatori e i risultati possono essere diversi. I bianconeri sono sempre stati molto pratici, concreti, molto più attenti alla sostanza che ad altro. Questo accadeva anche con Platini e nei miei anni, ma sul terreno di gioco vedevi un gran bel gioco e l'assoluta ferocia nel voler assolutamente portare a casa i tre punti. Qui la sensazione è di una squadra molto giovane e che si specchia troppo, un po' il riflesso di quanto succede oggi in cui basta un anno fatto bene per avere ingaggi stratosferici che fanno passare la voglia di lavorare duro. Nei ragazzi non vedo la voglia e la passione che avevamo noi, ma questo è un altro discorso".

Tornando a Tudor, lui a fine partita ha detto di basarsi ancora come concetti all'impostazione di Motta. Tu invece come l'hai vista?

"La Juventus di Motta era partita subendo pochissimo ad inizio campionato, quindi è presto per poter parlare del modo di difendere di Tudor. La speranza è che a livello di squadra possa essere più solida rispetto alle ultime recenti prestazioni. Aspetterei ancora tre o quattro partite per iniziare a giudicare l'operato del nuovo mister".

Il calendario della Juventus è ora leggermente in discesa e nelle prossime tre sfide ci si aspetta il massimo dei punti. Partendo da qui, quale sono gli aspetti positivi che hai trovato fin qui?

"Prima l'impressione era che mancasse la rabbia agonistica, cosa che una squadra deve sempre avere indipendentemente dai campioni presenti in rosa. Oggi la sensazione è questa, la Juventus di oggi è più rabbiosa e caratterialmente meno fragile. Le tre partite citate devono essere vinte assolutamente per l'importanza di qualificarsi in Champions e anche per il futuro del proprio allenatore che vuole guadagnarsi la riconferma".

Si è discusso molto negli ultimi giorni sul destino dei giocatori in prestito, a chi di questi non rinunceresti mai e poi mai?

"A me è piaciuto molto Conceição in molte partite, c'è stato un periodo della stagione prima dell'infortunio in cui era determinante ed era l'uomo in più. Ha quella capacità di vincere l'uno contro uno e di creare sempre superiorità numerica, queste sono caratteristiche che in Italia si vedono sempre meno. A me stupisce che sia in discussione un ragazzo così bravo e non gioca più titolare. Il calcio sta dimostrando che le partite si vincono grazie alle giocate individuali di questi attaccanti, altrimenti il tutto diventa troppo tattico e schematico. Inoltre sto apprezzando tantissimo Kalulu".

Si ringrazia Sergio Porrini per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.