Perché Fagioli è finito sul mercato (e tanti altri no?)

Sarebbe bello capire perché Nicolò Fagioli, da possibile craque e titolare a centrocampo, sia passato a giocare solo 43 minuti in più di un mese. Dal 30 di ottobre il centrocampista, rimasto fermo quasi un anno per la questione del calcioscommesse, non è mai stato inserito nella formazione titolare, nemmeno per sbaglio. Che ci fosse o meno Douglas Luiz, oppure McKennie o altri: tutti quanti hanno avuto più minutaggio rispetto a chi, contro il Lipsia, aveva trascinato quasi come il Vlahovic autore di una doppietta. Doveva essere la serata della consacrazione definitiva, a posteriori sembra un canto del cigno finale.

I report che lo danno come possibile ceduto - per fare cassa - hanno senso solamente se c'è stato un qualcosa che esula dal campo. Perché l'anno scorso era stato rinnovato il suo contratto addirittura nel momento peggiore, quasi a proteggerlo. Come se ci fosse l'intenzione di puntarci forte, per non avere rimpianti possibili e futuri. Ora, invece, è finito sul fondo delle gerarchie e non viene (mai) schierato da titolare da Thiago Motta: quattro volte dal primo minuto, l'ultima contro l'Inter a fine ottobre, salvo poi scomparire.

Nemmeno troppo lentamente. Perché non sono state le prestazioni a marcare la differenza. Certo, sarebbe una plusvalenza secca - come vendere qualcuno della Next Gen - e questo può essere una spinta verso la cessione. Per quanto costano i centrocampisti (20 milioni Thuram, 51,5 Douglas Luiz, 60,7 Koopmeiners) non sarebbe la scelta migliore.