Buffon a Juventibus: "In questa nuova Juve la leaderhip spetta a Thiago Motta e al gioco. Calciopoli? Io so cos'ha detto il campo.."
L'ex portiere della Juventus Gianluigi Buffon ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Juventibus. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni:
"Essere parte della Juventus significa far parte di una delle realtà più importanti del popolo italiano. Ciò comporta una responsabilità superiore alla media. Oltre ai proprietari e ai datori di lavoro, si deve rendere conto anche ai tifosi e alla gente comune. Molte scelte sono state influenzate dal forte senso di rappresentare non solo una squadra, ma un'intera comunità. La Juventus rappresenta una delle famiglie che hanno avuto un'influenza significativa non solo nel calcio, ma nell'industria italiana in generale. È fondamentale comportarsi in modo esemplare attraverso il proprio lavoro. Questo aspetto è stato sottolineato da figure come Lippi, che hanno evidenziato l'importanza della credibilità di chi rappresenta questa realtà.
LA SERIE B - Quello era un momento molto speciale e bello per me, uno dei motivi che mi hanno spinto a prendere una decisione che ha condizionato la mia carriera. Avevo 28 anni, un'età perfetta per un portiere professionista. L'ho fatto perché sentivo che fosse la scelta giusta, senza pensarci troppo, e così avrei potuto rispettarmi guardandomi allo specchio. Avevo capito che la Juventus aveva bisogno di me e per me è stato un piacere. Ho detto a Secco che se mi volessero, sarei rimasto e avrei accettato una riduzione del 15% dello stipendio. Dovevamo chiarire ogni dubbio, non mi importava perdere parte del mio stipendio, lo facevo per la gente, perché credevo fosse la cosa giusta. Volevo dimostrar loro con i fatti che ero grato.
CALCIOPOLI - Ho sempre prestato molta attenzione a ciò che il campo di gara ha comunicato, essendo stato protagonista di quei campionati discussi insieme alla mia squadra, che era vista come la migliore da battere. Conservo ancora quelle medaglie e ne sono fiero, perché so esattamente cosa è accaduto in campo e chi ha meritato la vittoria per le sue abilità superiori.
LEADERSHIP NELLA JUVE - Questa nuova Juventus ha la necessità di concentrare l'autorità sul gioco e sull'allenatore. I giocatori sono di alto livello, come richiesto dalla Juventus, ma non devono essere solo esecutori di ciò che viene chiesto, devono anche avere la personalità per prendere determinate decisioni in alcuni momenti. Guardando i profili attuali, Perin sembra essere un buon profilo, così come Danilo, e forse Koopmeiners può diventare un leader tecnico. Manca personalità? È normale, è una squadra rinnovata che ha deciso di adottare un credo incentrato sul gioco. In questa situazione, l'allenatore sembra essere quello con la maggiore leadership.
SCUDETTO 5 MAGGIO - Il 5 maggio pensavo che le possibilità fossero solo dell'1%. Dopo la partita contro il Sassuolo avevo l'impressione che, se avessimo trovato il giusto modo di esprimerci al meglio, saremmo riusciti a metterci in gioco, anche se non a vincere facilmente come è poi accaduto. Grande merito va all'allenatore, era il secondo anno di Allegri e ancora non piaceva molto ai tifosi, quindi quell'inizio poteva metterlo in difficoltà, ma come ha dimostrato sempre, riesce a mantenere la necessaria freddezza anche quando c'è più pressione.