TJ - Report, la puntata integrale: ultime testimonianze e intercettazioni

La trasmissione di Raitre, Report, condotta da Sigfrido Ranucci, in onda stasera dalle 21:15, propone la seconda puntata dell’inchiesta di Federico Ruffo sull'infiltrazione della malavita nella curva bianconera e torna sulla vicenda degli striscioni su Superga con testimonianze, intercettazioni e documenti. Tuttojuve.com vi riporta in diretta i contenuti del programma:
La puntata si apre con le parole di Andrea Agnelli nella recente assemblea degli azionisti.
Andrea Agnelli: "Signori azionisti, buongiorno a tutti. Desidero fare in apertura un chiarimento doveroso. Una trasmissione ha riportato l'attenzione su fatti acclarati in ogni sede sui rapporti tra la Juve e il tifo organizzato. La Juve è stata sanzionata dalla giustizia sportiva per due motivi: il primo aver venduto biglietti superiori al limite consentito dalla legge Pisanu: quattro a persona. Il secondo aver fatto entrare striscioni all'interno dello stadio. Il security manager Alessandro D'Angelo non mai fatto entrare striscioni allo stadio nel derby del febbraio 2014. Su questi fatti è doveroso un chiarimento. La Juventus rispetta oggi alla lettera le procedura di vendita previste e non si può accettare che si insinui ancora oggi il dubbio che la nostra società possa essere associata al fenomeno del bagarinaggio. Alessandro D'Angelo non ha aiutato ad introdurre striscioni canaglia, io così li ho definiti nelle ore successive a quei fatti e lo ribadisco oggi sulla tragedia di Superga. Non lo dico io, lo prova la sentenza della Corte Federale d'Appello del 22 gennaio 2018. Non solo, gli autori di quello striscione sono stati individuati grazie alle tecnologie messe a disposizione delle forze dell'ordine dalla Juventus, sono stati consegnati alla giustizia e sono rei confessi. Ogni altra affermazione è falsa e infondata e sarebbe ora che chi si espone in tal senso sarebbe il caso tenesse conto dei fatti, delle prove e delle sentenze".
Il conduttore Sigfrido Ranucci: "Il presidente Agnelli ha difeso legittimamente la sua società, davanti ai suoi azionisti.. Ecco, adesso però ci consenta di difendere e tutelare i nostri, che poi è il pubblico che paga il canone. Noi lunedì scorso abbiamo parlato in un'inchiesta giornalistica dei rapporti tra Juventus, capi-ultrà e 'ndrangheta, dando conto degli esiti di un'inchiesta giudiziaria dei magistrati antimafia della procura di Torino. Lo diciamo subito, nessun dirigente o dipendente della Juventus è rimasto coinvolto nell'inchiesta penale, tuttavia nelle motivazioni della sentenza dei magistrati della Corte d'Appello, dei giudici, c'è scritto che la Juve ha ceduto biglietti e pacchetti abbonamenti ai capi-ultrà, tra i quali c'erano alcuni pregiudicati e c'era anche infiltrato l''ndranghetista Rocco Dominello, nella consapevolezza che questi poi li rivendevano e traevano utili, in cambio promettevano e ottenevano la quiete all'interno degli stadi. Ecco, i protagonisti di questa vicenda sono il capo della security della Juventus, Alessandro D'Angelo e l'ex ultrà Raffaello Bucci che era stato assunto all'interno della Juventus per curare i rapporti tra dirigenti, tifosi e forze dell'ordine. Si è ucciso il giorno dopo aver testimoniato in procura proprio sui rapporti tra i dirigenti della Juventus e quel Rocco Dominello figlio del boss che si era infiltrato in Curva. Sotto accusa da parte del presidente Agnelli sono finite le nostre ricostruzioni in merito all'introduzione degli striscioni inneggianti Superga e sui quali avevamo mandato in onda delle intercettazioni".
Ruffo: "Febbraio 2014, durante un derby col Torino, i tifosi espongono due striscioni che inneggiano alla tragedia di Superga. La condanna e unanime e rievocano il dolore di chi come Sandro Mazzola, ha perso il padre Valentino".
Passa la registrazione di Sandro Mazzola: "C’è qualcuno che allo stadio porta certi striscioni, ma non c’entra la dirigenza di quella società che son persone eccezionali. Ma quello stadio va chiuso. Per un anno chiuso!".
Ruffo: "Anche Andrea Agnelli esprime il suo sdegno; lo fa con un tweet: “No agli striscioni canaglia”. Ma dalle intercettazioni emerge che fu proprio il responsabile della sicurezza D’Angelo insieme a Raffaello Bucci – all’epoca un semplice ultrà – a trattare e fare entrare quegli striscioni".
Intercettazione
D'Angelo: "Come ti posso aiutare domenica?".
Bucci: "Eh, mi devi aiutare fratello, perché io ho fatto il lavoro… però mi devi aiutare".
D'Angelo: "Eh dimmi come: gli striscionisti immagino".
Ruffo: "Per non scioperare, gli ultras vogliono che il capo della security D’Angelo, trovi il modo di far entrare gli striscioni vietati. La Juve dovrà pagare una multa per questo, tuttavia lui è disposto sia ad aiutarli che a pagare la multa. Tutto, pur di accontentare i Drughi".
Alessandro D'Angelo, security manager della Juventus: "Tanta roba?"
Raffaello Bucci, ultras Juventus: "Quanta multa vuoi prendere?".
Alessandro D'Angelo, security manager della Juventus: "Io fino a 50 mila".
Raffaello Bucci, ultras Juventus: "Non ce la fai, non ce la fai compa’!".
Alessandro D'Angelo, security manager della Juventus: "No ti prego, non Superga…".
Federico Ruffo: "E invece, Superga sì. D’Angelo è così sotto scacco che non può trattare. Il responsabile della sicurezza deve solo trovare il modo di aggirarla, la sicurezza".
Raffaello Bucci, ultras Juventus: "Arrivo già armato, pronto".
Alessandro D'Angelo, security manager della Juventus: "Minchia, ma in zaini ce l’hai?".
Raffaello Bucci, ultras Juventus: "E dove cazzo li metto?".
Alessandro D'Angelo, security manager della Juventus: "Eh appunto, quanti zaini?".
Raffaello Bucci, ultras Juventus: "Ma saranno due zaini".
Alessandro D'Angelo, security manager della Juventus: "Va bene, va bene, ok".
Federico Ruffo: "Ma il giorno dopo la partita, D’Angelo viene convocato in fretta e furia da Agnelli".
Andrea Agnelli: "No, ma infatti so quella solo, son gli zaini, entrano gli striscioni, cioè… È l’unica".
Alessandro D'Angelo, security manager della Juventus: "Eccomi".
Andrea Agnelli: "Dove sei? Quando hai finito vieni da me".
Alessandro D'Angelo, security manager della Juventus: "Sì sì, sto finendo e arrivo".
Federico Ruffo: "Nell’ufficio di Andrea Agnelli, D’Angelo scopre di essere stato ripreso dalle telecamere. Tutti sanno che è stato lui".
Alessandro D'Angelo, security manager della Juventus: "Ti devo fare una confessione, te la dico, cerca di capirmi: mi hanno beccato domenica, eh! Raffaello Bucci, ultras Juventus: "L’han beccato?".
Alessandro D'Angelo, security manager della Juventus: "Mi hanno. Lo zaino".
Raffaello Bucci, ultras Juventus: "Sì?".
Raffaello Bucci, ultras Juventus: "Sì, ma ho riso perché sono arrivato su dal Presidente, erano andati dal Presidente. Mi ha detto: “Ale sei un ciucco, ti hanno beccato!” Gli ho detto: “Non avevo dubbi che il sistema funzionasse di telecamere”. L’ho detto, a chi dovevo dirlo. C’era il direttore dello stadio e gli ho detto: “Francesco, non te la prendere”. Lui mi ha detto: “No, ma a me va benissimo, tu puoi fare il c… che vuoi, se me lo dici ti aiuto!”. Gli ho detto: “Io non volevo coinvolgere nessuno, visto che è una porcheria assurda che ho fatto”.
Ranucci: "Ma di quale porcata parla? Il bello è che nessuno glielo ha mai chiesto, nemmeno ufficialmente. Ecco, il presidente Agnelli ci ha invitato a fare riferimento agli atti della giustizia sportiva. Ma cosa dicono? E parlanoi magistrati sportivi di gravità dell'operato di D'Angelo che si è prestato alle richieste del gruppo ultrà al fine di agevolare l'introduzione nello stadio di materiale comunque non ammesso. Ma non dicono quale. Ecco, secondo la procura sportiva, D'Angelo è colpevole ma non è punibile perchè non è un tesserato. Poi è vero, negli atti c'è la presenza, l'ammissione del reo confesso, un ragazzo che è stato immortalato dalle fotografie scattate dalla Juventus stessa. Ma come ha fatto a portare uno striscione di 9 metri quadrati? Lui dice: 'Avvolto sotto la felpa'. Sotto la felpa, solo che nel verbale c'è un atto della Guardia di Finanza che ha fermato questo tifoso ultrà appartenente al gruppo dei Drughi, appena entrato nello stadio, l'hanno multato perchè era in possesso di un biglietto sotto falso nome, l'hanno controllato, ma non si sarebbe accorta dello striscione che era sotto la felpa. Insomma, uno striscione di nove metri quadri uno entra come un Gabibbo dentro lo stadio. Poi c'è un particolare non trascurabile: quella sera allo stadio di striscioni inneggianti Superga ce n'erano due, uno era nell'anello inferiore. E per questo, secondo i magistrati sportivi non può essere ritenuto colpevole D'Angelo, il capo della security della Juventus, perchè non ha rapporti con quei gruppi ultrà. Tuttavia, nelle intercettazioni che adesso sentirete, che non sono mai state fatte ascoltare, D'Angelo tratta attraverso Bucci, con tutti i gruppi dei tifosi juventini, perchè non vuole che il giorno del derby ci sia lo sciopero del tifo e il silenzio... non vuole - dice - ascoltare che cantino i bovini, i bovini sarebbero i tifosi del Toro".
Alessandro D'Angelo: "Non mi venire allo stadio a far sta zitta la Curva al derby e devo sentire i bovini cantare. Fallo! Sappi solo che... no eh... si e beh... Mi stanno sul cazzo in una maniera".
Rocco Dominello: "Minchia... Sandro fate bene veramente".
Alessandro D'Angelo: "Son d'accordo anch'io stavolta".
Rocco Dominello: "Non meritano un cazzo questi qua".
Alessandro D'Angelo: "No! Per nulla, per nulla. Quindi se hai bisogno io sono qua. Se posso aiutarti volentieri".
Intercettazione del 21/02/2014 - 14:07
Bucci: "Poi vediamo domenica come cazzo dobbiamo fare".
D'Angelo: "Va bene, va bene".
Bucci: "Perchè se falliamo lì, minchia è un putiferio...".
D'Angelo: "Vabbè andiamo a dirgli: 'Oh ci ha provato, se lo sono anche inculati questo', perchè se mi beccano mi fottono, sia chiaro eh!".
Intercettazione del 21/02/2014 - 19:49
Bucci: "Quanta multa vuoi prendere?".
D'Angelo: "Io fino a 50 mila a essere...".
Bucci: "Non ce la fai! Non ce la fai compà!".
D'Angelo: "No ti prego non Superga!!!".
Bucci: "No, no, no, ascoltami, ascoltami. io ho dovuto usare un tatticismo, perchè se no poi non... cioè tu devi capire che io sono scemo.... perchè sono uno che sono scemo. Io ho detto guarda, no gli ho detto proprio... perchè ho dovuto dire tra virgolette una mezza bugia. Ho detto guarda, per farti capire la disponibilità, 'il fenomeno', che tu chiami 'il fenomeno', mi ha detto: 'Ti do una mano, dobbiamo ucciderli'. Dopo che gli ho detto 'sta frase.... ok vabbè".
D'Angelo: "Eh ma devo capire il volume... hai capito voglio parlarti".
Bucci: "Stiamo parlando di quantità industriali. Mo esageriamo però considera così".
D'Angelo: "Eh...".
Bucci: "Quantià industriali!".
D'Angelo: "Va bene dai. Fammi pensare così...".
Bucci: "Studia, studia, studia!".
Intercettazione del 23/02/2014 - 10:25.
Bucci: "Io dico che la prima chiamata l'ho ricevuta alle nove e mezza ed era il cagacazzo. E ha detto: 'Sei pronto?'. Io sono nato pronto. 'Sì, sì...continua a fare il cretino. Hai organizzato tutto? Ti sei sentito... ?' Sì, sì, tutto a posto, tutto a posto'. Minchia dopo 'sta chiamata io sono andato già in agitazione, capito?".
D'Angelo: "No, no, tranquillo. L'importante è che non ci sia Superga".
Bucci: "Ascoltami tu mi hai detto 50.... arriviamo a 200mila, perchè lo striscione è il meno".
D'Angelo: "Eh vabbè, vabbè".
Bucci: "Quello di Luca me la vedo io, sono cazzi miei come devo fare".
D'Angelo: "Va bene".
Bucci: "Non è un problema Luca".
D'Angelo: "Ok".
Bucci: "Il problema è tutto il resto".
Ranucci: "Lo striscione su Superga è il meno, il problema è il resto. Ma che cosa... lo dice Bucci. Ma cosa c'è di così grave in quegli zaini che doveva portare dentro D'Angelo da poter causare una multa da 200mila euro? Forse la verità - nessuno gliel'ha chiesto - è all'interno di quel filmato a circuito chiuso registrato dalla Juventus che non è stato mai depositato nella sua versione integrale agli atti. Nè Agnelli ha mai denunciato questo fatto, è emerso solo dopo le intercettazioni. Come agli atti non c'è questa testimonianza che adesso ascolterete e quindi non è a conoscenza di Agnelli, non è a conoscenza della Procura sportiva. L'ha raccolta il nostro Federico Ruffo e forse torna una spiegazione, quando Bucci intercettato ha detto: 'Io il lavoro l'ho fatto'. Di quale lavoro si tratta?".
Lui aveva mai parlato di quell'episodio, degli striscioni di Superga, lui aveva mai detto niente?"
De Bernardis: "Allora, lui di solito mi diceva sempre più o meno quello che c'era scritto sugli striscioni, quando veniva a parlarmi. Quella volta lì mi aveva detto 'Questa volta abbiamo fatto una cosa un po' pesante'. E io gli avevo detto: 'Fai attenzione però, a quello che scrivi'. E lui mi aveva detto: 'Abbiamo scritto sulla strage di Superga'.
Ruffo: "Quindi, per capire, fisicamente Raffaello faceva anche gli striscioni?".
De Bernardis: "Sì".
Ruffo: "Cioè, quelli che vedevamo in Curva...".
De Bernardis: "Sì".
Ruffo: "Aveva fatto anche questi di Superga?
De Bernardis: "Allora, questi: so che uno, dovrebbe averlo fatto lui. E io gli ho detto: 'Siete impazziti, sei impazzito'. Lui mi aveva detto: 'Ma tanto con Alessandro riesco a fare tutto, lui mi aiuta a far entrare tutto, riusciamo a fare entrare anche quello striscione lì".
Ruffo: "Alessandro D'Angelo?".
De Bernardis: "Sì".
Ruffo: "Le parole esatte quali furono, se le ricorda?".
De Bernardis: "Che non ci sarebbe stato nessun problema perchè come al solito sarebbero riusciti a entrare".
Ruffo: "Come al solito le disse...".
De Bernardis: "Come al solito".
Ruffo: "Per quell'episodio viene arrestato un ragazzo che è quello che espone lo striscione e viene ripreso all'ingresso. Anche se non ha niente, ma lui si prende la colpa, è un esponente dei Drughi. Verrebbe da pensare che forse Raffaello ha detto una cosa non vera. Non avete mai parlato di questa storia?".
De Bernardis: "Io gli avevo detto: "Ma tu sai che non è lui che li ha portati''. E lui mi aveva detto: "Fatti gli affari tuoi".
Ruffo: "Fatti gli affari tuoi...".
De Bernardis: "Tu fatti gli affari tuoi".
Ranucci: "Noi invece abbiamo il vizio di non farceli gli affari nostri, ma è la nostra mission, quella del giornalismo di inchiesta e siamo consapevoli dell'importanza di farlo avendo alle spalle un'azienda grande, un'azienda e una rete che ci rendono liberi di esercitarla questa mission, grazie anche al pagamento del canone. Ed è per questo che esistono i contributi all'editoria. Per allargare il diritto dei cittadini ad essere informati" (FINITA)
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