Emanuele Giaccherini: quando la classe operaia va in paradiso. E pensare che qualche anno fa era un "nano da giardino"...

23.06.2013 18:10 di  Nicolò Schira  Twitter:    vedi letture
Emanuele Giaccherini: quando la classe operaia va in paradiso. E pensare che qualche anno fa era un "nano da giardino"...
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Crederci sempre, arrendersi mai: il motto ripetuto ossessivamente come un mantra ai tempi de "L'Isola dei Famosi" da Simona Ventura rispecchia, sinotticamente, la carriera di Emanuele Giaccherini. Un talento che ha dovuto calcare i campi impolverati della Seconda Divisione e scalare tutte le categorie, anno dopo anno, prima di entrare nell'elitè della Serie A. Una volta centrata questa impresa e conquistata la maglia della Juventus, con la quale ha vinto due Scudetti, è arrivata pure la convocazione in Nazionale. Cesare Prandelli lo ritiene un jolly straordinariamente universale, tanto da portarselo dietro agli ultimi Europei sino a farne un punto fisso dell'undici titolare dell'Italia durante questa Confederations Cup in Brasile. Una carriera in continua ascesa che dovrebbe fungere da esempio per i tanti giocatori che sognano di arrivare al top. Eppure a livello mediatico Giaccherini è troppo sottovalutato e spesso bistrattato senza motivo, probabilmente in quanto non gode del pedegree di molti suoi più illustri colleghi. Nonostante ciò è il miglior giocatore sinora della nostra Nazionale alla Confederations Cup. L'ala della Juventus rappresenta una delle più belle favole del calcio italiano. L'esempio di come non ci debba mai arrendere all'inseguimento dei propri sogni. Una lunga gavetta fra Bellaria Igea Marina e Pavia prima delle duplice promozione (dalla C1 alla Serie A ndr) da protagonista assoluto con il Cesena. Alla prima stagione nella massima serie "Jack Daniels", come fu soprannominato ai tempi del Pavia per i suoi dribbling ubriacanti, contribuì in maniera decisiva e determinante alla salvezza dei bianconeri con sette reti. Il passaggio alla Juventus e la vittoria di due Scudetti. La carriera di Giaccherini è in ascesa, tanto che lo stesso Antonio Conte svelò come se si fosse chiamato Giaccherinho sarebbe stato valutato 10 mln di euro e avrebbe goduto di maggior considerazione mediatica. Il folletto di Talla continua ad inseguire i propri sogni ed è diventato un pilastro dell'Italia di Prandelli: ieri sera la soddisfazione di un gol nella patria del calcio contro il Brasile. E pensare che qualche anno fa un paio di ostacoli avevano rischiato di stroncare la carriera del Giac. Un terribile infortunio al ginocchio patito al Bellaria e la scarsa considerazione di miopi operatori di mercato. La Pistoiese lo rifiutò e lo costrinse un venerdì sera a tornare mestamente a casa alla guida della sua Ford Fiesta (all'epoca con oltre 300mila km percorsi ndr); mentre a Pavia qualcuno in panchina lo riteneva un "nano da giardino". Anche a Cesena all'inizio fu accolto da scetticismo ed ironie. L'infortunio di Bracaletti durante il pre-campionato costrinse Bisoli a farlo scendere in campo per una partitella d'allenamento. In quella sfida Giaccherini estasiò tutti con dribbling e percussioni a grande velocità, che indussero lo stesso Bisoli a blindarlo. Altro che cessione in prestito, ma maglia da titolare del Cavalluccio. Gol e assist a ripetizione per un biennio da favola, corredato da quindici reti e altrettanti assist per trascinare dalla Prima Divisione alla massima serie i bianconeri. L'apprdo in Serie A e la palma di migliore in campo contro la Roma di Totti all'Olimpico. La settimana successiva la rete al Manuzzi che mandò al tappeto il Milan di Ibra, che a fine stagione sarebbe diventato Campione d'Italia. La doppietta a Marassi che lanciò i romagnoli verso la salvezza e che gli valse le attenzioni della Juventus. Antonio Conte addirittura lo voleva ai tempi in cui era tecnico del Siena. Un destino parallelo che si incrociò a Torino, dove il classe '85 ogniqualvolta è sceso in campo ha sempre fornito un rendimento elevato. Il gol contro il Catania a tempo scaduto di qualche mese fa fu la griffe di Emanuele sul trentunesimo tricolore bianconero. Con la prodezza di ieri al Brasile tutto il mondo ha scoperto Giaccherini. Chissà che fine avranno fatto quelli che non credevano in lui e lo ritenevano soltanto un "nano da giardino": come recita un celebre adagio popolare il tempo è galantuomo...

 

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