Tutto molto bello Thiago, ma partecipare non è l'unica cosa che conta
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"La Juve non deve avere l'ossessione di vincere". Le parole di Thiago Motta in una conferenza stampa di qualche settimana fa sembrano una sentenza su quanto è successo questa sera. In vantaggio sul PSV Eindhoven, che l'anno scorso aveva raccolto 91 punti e nel weekned ha concluso sul 2-2 contro l'Utrecht (rischiando il meno cinque dall'Ajax di Farioli), non solo non è arrivato un pareggio, ma alla fine dei supplementari sono due le reti di differenza. Si può sindacare sulla sfortuna sulla rete del tre a uno, che del resto può capitare quando di fronte hai una squadra che trova sempre spazio nelle tue maglie difensive.
Il problema è che partecipare non è l'unica cosa che conta. Questo momento sembrava decisamente favorevole per la squadra di Motta, fra un Koopmeiners in ripresa, un Kolo Muani che segna ogni volta che tocca il pallone, Vlahovic che finisce in panchina e che diventa un problema più che una risorsa. Come del resto tutti quelli che facevano parte della rosa di Allegri.
Poi però bisogna fare i conti con la realtà. Forse il quarto posto, forse. C'è la Coppa Italia, settimana prossima, che può essere un obiettivo. Mai come quest'anno la Juventus è stata costretta ad affrontare i fantasmi del recente passato, perché la contrapposizione è sempre stata netta, quasi iconica. C'è un pre e un post giugno 2024. Demonizzare il passato, però, rischia di essere un grosso errore.