Siamo arrivati a questo, la censura dei sentimenti. Oppure la chiamiamo coda di paglia?

Quando mostrare solidarietà viene considerato "non conforme".
13.09.2010 21:00 di  Alessandro Vignati   vedi letture
Siamo arrivati a questo, la censura dei sentimenti. Oppure la chiamiamo coda di paglia?
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© foto di Fabio Costantino

Che attorno a Calciopoli o derivati ci siano zone d'ombre o voglie di censura pare evidente: tv, giornali e chi più ne ha più ne metta. Che addirittura non si potesse liberamente esprimere la propria opinione, in modo neanche tanto diretto ma periferico addirittura non l'avevamo ancora visto, sabato pomeriggio però siamo arrivati pure a questo come direbbe il creatore dei Simpson Matt Groening riguardo ai clip-show. La notizia, riportata venerdì dal Corriere della Sera, riporta della richiesta di un gruppo di tifosi (fede calcistica ignota) di introdurre nello stadio di San Siro uno striscione intitolato "Solidarietà ad Oliviero Beha", popolare giornalista toscano allontanato recentemente dal Tg3 senza giustificati motivi. Ora per chi magari non lo sapesse Beha ha recentemente più e più volte attaccato il fragile sistema su cui si è basato Calciopoli 1 e la censura mediatica verso i nuovi sviluppi di alcuni giornali tra cui la Gazzetta dello Sport. Tornando alla notizia questo gruppetto di tifosi, dopo aver inviato la domanda di autorizzazione perfettamente compilata, si son visti respinti la richiesta dalla società Inter, ritenendo "non conforme/i i contenuti e la grafica".

Miopia, censura o coda di paglia? Si vedono striscioni inneggiare la violenza negli stadi e mostrare solidarietà verso un professionista della carta stampata e non solo viene accusato come atto violento? La situazione risulta poco chiara, per quale motivo la security del club milanese ha ritenuto "non conforme" i contenuti dello striscione? Forse Beha ha detto cose scomode e lesive in passato? Non risulta stando agli archivi. Forse Beha ha attaccato senza motivi i nerazzurri? Nemmeno questo, dato che carta e intercettazioni cantano. Forse c'è il tentativo di soffocare anche ogni minimo focolaio di visione "non conforme" al pensiero popolar-televisivo-filo gazzettiano sulla vicenda Calciopoli? Diciamo che questa al momento sembra l'ipotesi più plausibile. Ovviamente sarebbe bello sentire i motivi per bocca dei nerazzurri di questa decisione al momento del tutto incomprensibile. Oppure, come quando accusarono gli juventini di veementi risposte alla frase di Moratti "meglio multietnici che comprare le partite", hanno la coda di paglia queste persone?