J Museum, il presidente Garimberti: "I giornali e la Juve sono stati i magneti di tutta la mia vita. Tifoso bianconero da quando avevo 5 anni"

“I giornali e la Juve sono stati i magneti di tutta la mia vita”. Così Paolo Garimberti, presidente del JMuseum, intervistato dall'edizione torinese de La Repubblica. Ecco le sue parole sintetizzate da Tuttojuve.com: "L'amore e la Juventus mi hanno riportato sempre a Torino? Sì, la mia seconda moglie si chiama Pilly, è torinese, originaria della valli valdesi dove abbiamo casa e dove passiamo molto tempo. E poi sono tifoso della Juve da sempre, da quando avevo cinque anni. Mi sono chiesto spesso perché e non c’è una risposta. Avevo il mito della Juventus degli anni Cinquanta, Boniperti, i cinque giocatori danesi. Anche da bambino la domenica soffrivo con l’orecchio incollato ad ascoltare i secondi tempi delle partite.
La prima squadra che ho visto dal vivo è stata la Juve di Charles e Sivori. Adesso sono anche presidente del museo della Juve, come un coronamento? Sì, quando me l’hanno chiesto Andrea Agnelli e John Elkann ho accettato con piacere, ma il museo l’ha fatto Benedetto Camerana. Come sportivo è praticante? Ho sempre giocato a tennis. Poi mi sono appassionato alla corsa grazie a due colleghi di Repubblica Maurizio Ricci e Eugenio Occorsio. Ho tentato con la mezza maratona e poi la vera maratona, la prima volta a New York. Ne ho fatte altre cinque, anche quella di Londra considerata la più bella del mondo. Quando sono tornato, Scalfari che non amava lo sport, nella riunione del mattino ha cominciato dicendo: ho saputo che uno dei dirigenti del nostro giornale ha corso in mutande e canottiera in una capitale europea… Pensavo scherzasse e invece era serio. Allora gli ho risposto che con me, a Londra, aveva corso anche il capo degli esteri dell’Independent, giornale che lui amava molto e che il suo racconto della maratona era in prima pagina"