Ancelotti: "Mourinho provocatore, Ibra Pinocchio"

26.05.2009 22:00 di  Manuel Magarini   vedi letture
Fonte: TuttoSport
Ancelotti: "Mourinho provocatore, Ibra Pinocchio"
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© foto di Giacomo Morini

Un libro, 26 capitoli, 264 pagine. In due parole: Carlo Ancelotti. "Mi sono divertito. Con questa autobiografia ho raccontato in maniera ironica 30 anni di calcio e non solo" ha spiegato il tecnico del Milan nel corso della presentazione alla stampa della sua fatica letteraria "Preferisco la Coppa", alla cui stesura ha preso parte anche il giornalista di Sky Alessandro Alciato. È ricco di ironia e rivelazioni (come quella della firma al Real nel 2006, per 15 milioni di euro: il Milan si oppose), questo libro i cui proventi della vendita saranno devoluti alla Fondazione Stefano Borgonovo per la lotta contro la Sla, è che il primo e l'ultimo capitolo hanno lo stesso titolo: "Convocato da Abramovich". L'unica differenza è che si parte con l'italiano ("Gli inizi") e si chiude con l'inglese ("The end"). "Ma sono due anni che lo studio" ha spiegato Ancelotti, da molti dato ormai per partente da Milanello con destinazione Londra e la panchina del Chelsea.

I MAESTRI - Nell'autobiografia, però, non si parla del futuro del tecnico di Reggiolo (per quello bisognerà attendere la fine della partita contro la Fiorentina), bensì del suo passato. Da calciatore prima, da allenatore poi. Ancelotti ripercorre la sua carriera con gli scarpini ai piedi, passando dalla Roma che "un giorno allenerò" e dal suo primo maestro Nils Liedholm, al Milan di Sacchi, "uno che sembrava matto". Nel raccontare il trasferimento da Trigoria a Milanello c'è spazio anche per il ricordo di quando lo scambiarono "per culattone" nel primo incontro con Adriano Galliani in un residence della capitale.

I MIGLIORI - Da allenatore, invece, Ancelotti apre i cassetti della memoria partendo dall'esperienza fatta al fianco di Sacchi come vice della nazionale azzurra e conclusa con la delusione del Mondiale di Usa '94. Poi arrivano le panchine di Reggiana, Parma, Juventus e Milan. In mezzo tanti ricordi, aneddoti, scherzi, rospi da inghiottire. Ma anche tanti grandi giocatori allenati: da Zidane ("Il più grande"), a Kakà ("Il secondo più forte mai allenato"), passando per Del Piero ("Leader nato") e Ronaldo ("Unico nel suo genere").

LE OFFERTE - Per non parlare dei retroscena e degli incontri segreti avuti nel corso della carriera. Come quello del 1998, quando fu costretto "a scappare come un ladro" da Istanbul per non firmare un contratto coi turchi del Fenerbahce. O come quello avuto con Florentino Perez nel 2006 in cui "avevo detto sì al Real Madrid firmando un pre-contratto di tre anni da 15 milioni di euro". Il Milan si oppose e non se ne fece nulla. Le merengue però volevano il migliore, racconta Ancelotti: "The Best, perché Special One era già occupato. Josè Mourinho l'aveva assegnato a Josè Mourinho".

CAPITOLO MOURINHO - Il portoghese, allenatore dell'Inter, è spesso citato dal rossonero. Come nel capitolo 22, in cui viene nominato in vari modi: "Grande Comunicatore, Colui che sa, Immenso Provocatore, Allenatore Speciale che non deve chiedere mai". Secondo Ancelotti, se Mourinho fosse già stato in Italia nel 2006, avrebbe usato la ormai celebre frase "zero tituli" per il suo Milan. Ma visto che in quella stessa stagione arrivò poi il successo nella finale di Champions League di Atene contro il Liverpool, Carletto avrebbe risposto per le rime: "Zero tituli una minchia" anche perché "io la coppa quasi sempre la mangio, ma quando posso la vinco".

IL BUGIARDO - Il tecnico dell'Inter, però, non è l'unico nerazzurro che trova spazio nella pagine del libro. Zlatan Ibrahimovic, sogno del Milan nell'estate del 2006, quella di Calciopoli, si guadagna anche lui un soprannome di tutto rispetto: Pinocchio impaziente. "A Ibra è mancato il coraggio di aspettare - le parole scritte da Ancelotti -. La frenesia non paga, Massimo Moratti sì".

IL FUTURO - Le ultime pagine dell'autobiografia affrontano la questione relativa alla proposta del Chelsea (Io e Abramovich insieme, direi che c'è di peggio. Un peggio che per lui è passato, avendo già lavorato con Sua Specialità Mourinho") e servono per ringraziare tutte quei club che lo hanno cercato: Chelsea, Real Madrid, Bayern Monaco. Quasi le stesse nominate nella prefazione da Paolo Maldini. "Ancelotti può vincere ovunque. L'hanno definito in mille modi. Per me è semplicemente un amico. E per questo mi mancherà".