Ruben Olivera: "Juve senza identità, con Allegri si tornerà a vincere 1-0. Bentancur mezz'ala, Donnarumma fortissimo. Buffon? Spero ritorni, Chiellini deve restare"

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex calciatore bianconero tra il 2002 e il 2006, Ruben Olivera, per parlare approfonditamente della Juve e non solo:
L'ultima volta che ci siamo sentiti eri indeciso sul da farsi, adesso le idee sono più chiare?
"Sì, domenica ho dato l'addio definitivo al calcio. In realtà ero già fermo da un mese e mezzo per una malformazione al cuore che mi ha costretto a smettere da un giorno all'altro. La salute, per fortuna, c'è, questo è più importante di tutto".
Avresti voluto continuare a giocare?
"L'idea di smettere a giugno era già nell'aria, poi è arrivato quel problema e ho dovuto smettere. Ha soltanto anticipato i tempi, diciamo che va bene così. Ora ho ripreso a fare sport in maniera graduale".
Che cosa bolle in pentola? Dove vedremo Ruben Olivera nel prossimo futuro?
"Ho studiato da allenatore e preso il patentino Uefa B, sono stato al fianco del mister dell'Aprilia per imparare e capire bene come funziona dall'altra. Già dal mese prossimo vorrei partire qui, un anno di apprendistato per poi ambire ad altre mete. E' difficile per la concorrenza, ma ho sempre lottato e sicuramente non comincerò a non farlo da questa volta".
A che tipo di allenatore ti ispiri? Hai già un modello?
"A me è sempre piaciuto come lavora Gasperini, l'ho avuto sia nella Primavera della Juve e sia al Genoa qualche anno più tardi. Mi sono sempre piaciuti i suoi allenamenti e i suoi metodi, Gian Piero ha ottenuto dei risultati strabilianti pur non allenando club blasonati. Mi ispira il suo calcio fatto di aggressività ed intensità, onestamente il tiki-taka mi ha sempre annoiato. Voglio una squadra verticale, fisica e sempre sul pezzo".
Quindi saresti l'allenatore da 1-0?
"Esatto, un po' come faceva la mia Juve di Capello. Quella di oggi, invece, ha un po' perso questa indole, ma sono sicuro che con Allegri la ritroverà. Lui è un maestro di quel risultato".
Che cosa ne pensi di Allegri?
"Sono contento del suo ritorno, all'ambiente che conosce porterà un po' di serenità e sicurezza. Quest'anno la Juve è stata una squadra senza identità, non ho mai capito il suo stile. Pur avendo avuto tante difficoltà, il lavoro di Pirlo è comunque da apprezzare e lodare: ha portato la squadra a vincere due trofei, più di tutti in Italia".
E' stata una squadra molto discontinua, l'obiettivo di Allegri sarà quella di farla ritornare continua come un tempo.
"Sono d'accordo, quest'anno sono stati persi dei punti importanti contro delle squadre inferiori. Quest'anno il Benevento è andato allo 'Stadium' convinto di poter strappare un risultato positivo, ai miei tempi non accadeva. I nostri avversari erano già intimoriti nel tunnel degli spogliatoi, qui è accaduto il contrario e hanno trovato terreno fertile. Conte ha vinto lo scudetto proprio sui successi contro le più piccole".
Come te la immagini la Juve di Allegri? Più simile al passato?
"No, per me sarà improntata più al futuro. Non potrebbe essere altrimenti. La società lo accontenterà in qualche scelta, i giocatori di blasone ci sono e devono restare. Uno tra tutti Dybala. Non so che fine faranno Ronaldo e Morata, anche se per quest'ultimo ho letto l'indiscrezione del prestito rinnovato per un altro anno. Spero il portoghese possa rimanere, la sua mentalità e la sua fame sono sempre preziose in una squadra. Magari riesce a ritrovare quella tranquillità e quella serenità con Allegri che già conosce".
Parlando di Bentancur, in che ruolo giocherà? Lo rivedremo ancora nei due di centrocampo come quest'anno?
"Rodrigo ha il passo per fare la mezz'ala, ha un tocco in più di Pjanic, Jorginho e altri giocatori. La Juve ha bisogno di un vero play, un ragazzo come Locatelli è cresciuto molto e mi piace molto. Se mi chiedi di scegliere, la questione diventa difficile: per vincere oggi direi il bosniaco, in prospettiva futura il calciatore del Sassuolo. Ma attenzione alla pressione, giocare nella Juve è un'altra cosa".
Penso che oggi ci sia ancora più pressione rispetto ai tuoi tempi, visti i social network e ormai il rapporto più vicino con i tifosi. Ecco, ma come era giocare al Delle Alpi? Ricordo sempre grandi fischi.
"Posso confermare, non potevi pareggiare che arrivavano fischi ovunque. Ai tifosi di Juve, Milan ed Inter non interessa nulla se sei giovane o da dove arrivi, per questo mi sono fatto le ossa. La piazza di Torino, poi, è sempre stata e sempre sarà esigente".
A tuo parere, Donnarumma raccoglierà il testimone di Buffon?
"E' fortissimo come portiere, non conosco però il suo carattere e il suo carisma. Gigi, al contrario, è sempre stato fortissimo, è il migliore che ho mai visto. Anche oggi a 43 anni continua ad essere in piena forma, in allenamento era pazzesco quel che combinava. Lo ricordo ancora oggi. Nessuno gli ha mai regalato nulla, è un esempio come calciatore e persona. Se dovesse arrivare Donnarumma, avrebbe tanto da imparare da lui".
Però Buffon ha già affermato che andrà via, quindi non credo che i due si incontreranno.
"Sì lo so, però Gigi può andar via un anno e ritornare nuovamente alla Juve. Io ci spero, in fondo sono sempre degli arrivederci".
E credo lo stesso discorso lo fai anche per Giorgio.
"Naturalmente, Giorgio è una colonna portante di questa squadra. Ha il dna Juve, come Gigi e Pavel che ora ricopre la carica di vicepresidente".
Speri un giorno di poter tornare anche tu alla Juve?
"Prima devo lavorare sodo e seguire il mio percorso, poi un giorno chissà quel che potrebbe succedere. Conosco bene la cultura del lavoro che c'è alla Juve, per questo mi piacerebbe moltissimo aver l'opportunità di poter allenare la squadra U23 o nel settore giovanile. E' un sogno".
Si ringrazia Ruben Olivera per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.