De Santis: "Sono il capro espiatorio di Calciopoli. Tifavo Inter. Moratti sa come stanno le cose”

19.12.2015 22:15 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
De Santis: "Sono il capro espiatorio di Calciopoli. Tifavo Inter. Moratti sa come stanno le cose”
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© foto di Federico De Luca

L'ex arbitro Massimo De Santis ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Libero nella quale è tornato sull'annosa vicenda Calciopoli. Come ricorda Giuseppe Pollicelli, autore dell'intervista, Massimo De Santis alla fine è risultato essere l'unico colpevole, il solo che non abbia usufruito della prescrizione: "Pentito? No, perché è coerente con quello che è sempre stato il mio atteggiamento nel corso del processo - ha detto De Santis -. Poi, voglio dire, mi hanno condannato a un anno con pena sospesa. Per associazione a delinquere. Strano, no?. Nel senso che è una pena lieve? Mi dica lei: più lieve di così? È come se mi avessero detto: ti dovremmo assolvere ma non possiamo, o non vogliamo, quindi ti affibbiamo il minimo che possiamo darti. E adesso? Vado avanti: ormai la Cassazione non è più l’ultimo grado di giudizio, c’è la Corte di giustizia europea. Che ricordo ho dei momenti immediatamente successivi allo scoppio dello scandalo? Un inferno. Per i primi tre o quattro mesi sono stato frastornato, quasi con il timore di uscire di casa. Anche perché per un pezzo non si è parlato d’altro. Erano i giorni dell’elezione di Na- politano alla presidenza della Repub- blica e la notizia, sui giornali, veniva messa dopo Calciopoli. Ma ho reagito quasi subito. Aiutato dalla fede, come Moggi? Sono molto credente e la cosa è stata un conforto. Com’è nata Calciopoli? Penso si sia originata in un ambito che vede collegati l’Inter, la Pirelli e la Telecom. Cioè? Un arbitro di seconda fascia, Danilo Nucini, racconta all’allora presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti, che esisterebbe una “combriccola romana”, pilotata da Moggi, che si avvale di alcuni direttori di gara - tra cui me - attraverso cui condiziona le partite, essenzialmente a favore della Juve. Di lì a poco comincio a essere spiato, con altre quattro persone, da Giuliano Tavaroli - ex carabiniere e all’epoca responsabile della security di Telecom e Pirelli - e dall’investigatore privato Emanuele Cipriani, che di Tavaroli è amico. Seguono i miei spostamenti e scrutano i miei conti.

Senza trovare nulla. Perché Tavaroli mi fa spiare? Nel 2004 la Procura di Napoli si rivolge a Tavaroli per intercettare le utenze di Moggi, Bergamo e Pairetto nell’ambito di un’inchiesta che verteva in quel momento sul calcio-scommesse e che si sarebbe poi trasformata in Calciopoli. Tavaroli era quindi al corrente delle indagini che i pm napoletani Narducci e Beatrice stavano conducendo su quelle tre persone. E sempre Tavaroli, in seguito, ha detto ai magistrati che lui riferiva tutto ciò che veniva a sapere a Carlo Buora, amministratore delegato della Telecom e vicepre- sidente dell’Inter. La mia richiesta all’Inter di 21 mi- lioni di euro di risarcimento è stata rigettata. Sì, perché Cipriani, pagato con 50.000 euro, emise due fatture non a carico dell’Inter bensì della Pirelli, sponsor dei nerazzurri. E questo, secondo i giudici, non consente di essere certi di un diretto coinvolgimento dell’Inter. Se ho mai ricevuto una scheda svizzera da Moggi? No. Prima di Lecce-Parma, partita decisiva per stabilire chi retrocederà in B nel campionato 2004-2005, io parla con il designatore Bergamo e dico cose che suonano equivoche? Volevo semplicemente dire che, se si fosse rivelata una partita vera e com- battuta, allora avrei arbitrato sul serio, cioè mi sarei “messo in mezzo” per evi- tare che eventuali tensioni in campo degenerassero. Oltre al Lecce e al Parma, si salvò la Fiorentina di Della Valle? Il pareggio tra Lecce e Parma, di per sé, non garantiva affatto la salvezza della Fiorentina. Il Parma peraltro do- vette fare lo spareggio col Bologna. A causa di Calciopoli ho dovuto rinunciare ai Mondiali del 2006? È uno dei miei rimpianti più grandi. Se tifavo per qualche squadra? Non più, ho smesso quando sono diventato un arbitro professionista. Ora mi piace guardare le belle partite, infatti seguo soprattutto il calcio estero, in particolare Inghilterra e Spa- gna. Qual è la squadra per cui tenevo? L’Inter. Se incontrassi Moratti gli direi qualcosa? Moratti sa benissimo che rapporti avevamo e come mi comportavo quando mi veniva a trovare negli spo- gliatoi. Sono convinto che, nel profondo della sua coscienza, sia consapevole di come stiano realmente le cose".