Casarin: "Non c'è più la discriminante sulla volontarietà compito dell'arbitro"
L'ex arbitro Paolo Casarin è intervenuto a Tmw Radio, nel corso di Maracanà, per commentare l'attualità legata alle direzioni di gara in serie A. "Mancano i talenti e la personalità? - si chiede l'ex designatore -. Io ho 85 anni e ho arbitrato fino all'88, sono 37 anni che non arbitro e in questo tempo non mi sono dimenticato di questo mondo. Ho conosciuto tutto l'ambiente, compresi i giornalisti, ma siamo lo stesso gruppo. Gli arbitri fanno parte di questo mondo e ogni parte deve dare il suo contributo affinché il gioco continui. Il calciatore è fondamentale, l'allenatore è importantissimo, l'arbitro serve per tenere in piedi il gioco.
Le regole alla fine sono due, il fuorigioco e i falli, oggi si gioca diversamente ma le regole sono state modificate perché siamo presuntuosi. Non c'è più la discriminante sulla volontarietà. E il compito dell'arbitro dovrebbe essere proprio quello. Il Var? Di cavolate ne ho fatte abbastanza, che la tecnologia te ne risolva è un bel sollievo. Per fare l'arbitro ci vuole tranquillità e serenità. Si deve far capire che si è al servizio del gioco del calcio" le parole di Casarin.