Bucciantini: "Dalle ultime due partite si capiva che la storia con Thiago Motta era ai titoli di coda"

Marco Bucciantini, giornalista e opinionista, ha commentato ai microfoni di Sky Sport la scelta della Juventus di esonerare Thiago Motta dopo soli otto mesi. Al suo posto la società bianconera ha scelto Igor Tudor. Ecco le sue dichiarazioni riportate dai colleghi di TMW:
"Le ultime due partite avevano in sé qualcosa di definitivo, nell’atteggiamento. Erano i titoli di coda. È il finale che nessuno si aspettava e che pochi volevano, di sicuro non l’allenatore. Però raccontavano il finale, con l’assenza anche di orgoglio storico per quello che stava succedendo in campo. Aspettare il Genoa avrebbe avuto senso se fosse stata un’attesa vera, ma si parlava di incastri finanziari. Probabilmente in questi giorni si è cercato di annusare l’aria dello spogliatoio e forse si è verificato quanto il messaggio di Motta fosse inefficace. Quanto, al di là della volontà sincera, i concetti arrivassero alla squadra. È una decisione che arriva in fondo a un percorso”.
Cosa non ha funzionato?
“È difficile. Sicuramente è arrivata subito un’idea nuova, era stata questa la scelta: cambiare la proposta di calcio. Ogni tanto la Juventus prova ad affiancare questo discorso ai risultati: non le riesce sempre bene di uscire da quel bene rifugio, da quella casa che sono i risultati. Il problema è che non si sono visti miglioramenti continui. La cosa più difficile da spiegare per Motta è lo scarso rendimento della campagna acquisti: anche tralasciando Douglas Luiz, Koopmeiners e Nico Gonzalez arrivavano dalla Serie A con ruoli definiti e si sono persi. Li ricorderemo con ruoli opposti rispetto a dove erano abituati a giocare. A fine marzo non conosciamo ancora una Juventus ideale: sappiamo solo il valore economico degli acquisti, e non quello reale”.
Tudor è stato scelto anche per una questione di DNA?
“Credo anche che, alla fine dell’avventura con il Marsiglia, ci fosse stato un avvicinamento con la Juve e questo abbia affrettato l’addio a un posto dove stava bene. Tudor e la Juventus si sono rincontrati più volte: è un uomo che fa bene e che fa in fretta. Poco o tanto che sia stato, dove è stato ha fatto bene. La Juventus gli chiede di dare un senso a questa stagione, che l’ha perso. Quanto alla battuta su Vlahovic, c'è un po' di sindacalismo slavo, anche se vengono da due nazioni diverse”.