Iaquinta a tutto campo su "La Stampa"
Prima partita di campionato: Bari – Juventus. Luigi Del Neri ha disposizione due attaccanti: Del Piero e il neo acquisto Quagliarella. Seconda partita di campionato: Juve – Samp. Vincenzo Iaquinta torna, finalmente, a disposizione: una freccia in più nell’arco bianconero che è in grado di far male agli avversari. In una lunga intervista rilasciata alla Stampa, il bomber calabrese parla della sua estate tribolata e del futuro suo e della Juventus. “Contro la Slovacchia mi feci male alla mezz'ora del primo tempo, ma continuai a giocare. Sentivo una punturina sotto al flessore, ma pensavo non fosse nulla di grave. convinto non fosse nulla, dopo la partita non lo dissi alla società: e lì ho sbagliato. Pensai: aspetto quindici giorni, e vediamo come va. Poi in vacanza ho provato a fare un po' di corsa, sentivo male, e ho chiamato il medico della Juventus. Ecografia a Cosenza: era una lesione”. L’ultimo però di una lunga serie di contrattempi e infortuni che lo hanno spesso tenuto fuori lontano dai campi: “L'anno scorso ho avuto il primo serio infortunio, e questo è un po' la conseguenza di quello: la muscolatura non era ancora al massimo, e così finiva che caricavo più su una gamba. Per il resto ho sempre avuto piccole cose. Gli infortuni fanno parte del gioco, e del mio modo di giocare: sono grosso, e quando corro su un pallone, vado fino in fondo”.
Su alcuni forum si sussurra che le sue assenze siano dovuti a uno stop precauzionale imposto dalla società per presunti problemi con droghe: “Sono voce messe in giro da gente imbecille e invidiosa. Capitò anche a Udine. Mi ero rotto un dito, che non guariva, e per questo andai all'Isokinetik di Bologna: dovemmo far venire la Gazzetta a fare le foto, perché girava voce che sniffassi. Ma queste persone lo sanno che ci sono i controlli antidoping? I controlli vengono a farli anche se stai fuori. Guardi, su ste cose proprio non esiste: sono uno che anche quando prende l'aspirina chiama subito il dottore. È una storia che mi dà fastidio, anche perché ho una famiglia e dei figli piccoli. Se sento qualcuno che dice queste cose, per me è morto”. Sguardo rivolto alla prossima stagione con la convinzione di avere un attacco competitivo (“Siamo competitivi, quattro attaccanti che hanno giocato tutti in Nazionale”), che non è inferiore a quello della Sampdoria (parlando della sua presenza in campo domenica: “Non sono al 100 per cento, ma sono pienamente a disposizione: decide Del Neri”), ma che probabilmente non aiuterà la Juventus a vincere (“Sulla carta Inter e Milan sono superiori, però la Juve ha gettato le basi: tornerà a vincere, ma penso che i tifosi abbiano già capito che bisognerà avere un po' di pazienza”). Sui nuovi acquisti bianconeri è incuriosito da Aquilani: “Sono curioso di cosa farà, grandi piedi, gran centrocampista. Anche lui è stato sfortunato per gli infortuni: spero stia bene e faccia vedere le sue qualità, che sono tante”. Lui invece punterà ad arrivare a cento gol in A: ne mancano 16… Chiusura sul suo rapporto coi tifosi: “Credo che al tifoso della Juve piaccia vedere uno che non molla un secondo. E forse anche per il mio modo di esultare, sempre sotto la curva”. E la speranza dei tifosi è di esultare spesso quest’anno.