A MENTE FREDDA - Questa Juve non ha nemmeno le sembianze da grande squadra
"Dobbiamo migliorare su tutto". La frase di Motta racchiude lo status attuale della Juve, ancora lontana da quella che potrebbe e dovrebbe essere una grande squadra. Lo dice la classifica, lo dimostrano le prestazioni. In verità contro la Fiorentina i bianconeri tutto sommato disputano un match migliore rispetto a molti altri, ma si fanno raggiungere per ben due volte e collezionano l'undicesimo pareggio in 18 giornate di campionato. Male, anzi malissimo. Così la qualificazione in Champions League rischia di diventare una chimera. E sarebbero guai seri rispetto al processo di crescita e in generale al progetto. Questione tecnica, tattica o mentale? Probabilmente un mix di queste cose. Per esempio, prendere due gol in quella maniera non è ammissibile in Serie A, con giocatori posizionati male e l'avversario di turno libero di battere a rete. L'assenza di Bremer certo pesa come un macigno, ma qui siamo di fronte all'ABC del calcio, per quanto riguarda l'aspetto difensivo nei calci da fermo. C'è poi un discorso di strategia tattica. Salvo nelle prime due giornate di campionato (doppio 3-0 contro Como e Verona), la squadra di Thiago non è mai stata capace di chiudere le partite. Piuttosto ha pensato ad una gestione del risultato, a questo punto ossessiva.
In tutto questo si inserisce un discorso di natura psicologica e qui entriamo nel campo della personalità. A questa Juve mancano i leader. E' un ulteriore problema, forse la genesi di certe prestazioni in cui ad un certo punto la squadra rallenta, fino a spegnersi. Non è il caso di ieri, ma in generale di questa parte di stagione. E' proprio in certi momenti che ci sarebbe bisogno di un giocatore in grado di trascinare i compagni, affinché restino sul pezzo fino alla fine. Invece accade il contrario, quasi ci fosse una disconnessione dal contesto della gara. Prima mentale, poi di conseguenza tecnico/tattica. E Motta? Dopo qualche gara in cui ha cambiato la posizione di Koopmeiners, contro la Fiorentina è tornato all'antico, schierandolo dietro a Vlahovic. Bene l'assist per il raddoppio di Thuram (decisiva però la deviazione di un avversario), l'olandese può e deve dare di più. Lui dovrebbe essere la chiave tattica, il giocatore speciale, come lo definisce lo stesso allenatore. A proposito, cambi rivedibili, se non altro nella tempistica. Fortunatamente il secondo gol di Thuram è arrivato dopo tre minuti della ripresa, ma perché al rientro dalla pausa non ha inserito subito qualcuno in grado di dare una scossa in attacco? Infine gli ingressi a quattro minuti dalla fine di Douglas Luiz e Fagioli. Tardivi. Ora c'è la Supercoppa, primo atto di un mesie di gennaio difficile. Urge cambio di rotta e un mercato senza errori.