Lega Serie A, Ciccarese: "Siamo stati trend setter, i primi tra le critiche ad andare a giocare in Arabia Saudita. Agganciamo i tifosi del futuro"
Michele Ciccarese, direttore commerciale e marketing della Lega Serie A, è stato intervistato da Marco Bellinazzo nella puntata odierna di Goal Economy, su Radio-Tv Serie A con RDS. Le sue parole:
SULLA SERIE A COME VETRINA DEL MADE IN ITALY
"È un concetto che mi piace molto, è uno dei pillar della nostra strategia, da quando abbiamo riposizionato la Lega Serie A e tutta la strategia di marketing tre sono i valori principali su cui abbiamo lavorato. Uno di questi è il made in Italy, un altro è tutto ciò che è legato alla passione dei tifosi come elemento di differenziazione della Serie A rispetto ad altre competizioni, oltre senza dubbio la parte di innovazione e tecnologia che è dove abbiamo concentrato gli investimenti della nostra strategia.
Noi siamo un soft power di questo paese, utilizzare il calcio come strumento per raccontare l'eccellenza italiana nel mondo credo che sia la chiave, lo abbiamo fatto l'anno scorso con la serie Campioni del made in Italy che trovate oggi su YouTube con ogni club di Serie A che ha messo a disposizione uno dei calciatori più rappresentativi per raccontare non solo la città ma anche la filiera produttiva più rilevante di ogni regione".
SUL CALCIO ITALIANO E SULL' ARABIA SAUDITA
"Dobbiamo essere fieri del nostro calcio, la posizione nel ranking, le finali ci riposizionano e ci rimettono al centro. Tutto questo comporta attenzione. Siamo stati trend setter, siamo stati i primi tra le critiche ad andare a giocare in Arabia Saudita. Oggi la strategia porta interessi nei confronti di questo territorio che ospiterà i Mondiali, è importante saper leggere quelli che saranno i territori del futuro dove essere presenti. Per non perdere di audience e lavorare sulla fan base, noi come Lega abbiamo 7-8 brand perché i nostri club sono brand noti a livelli internazionali e godono sia dell'heritage dei fasti del passato che delle strategie dei professionisti che ci lavorano oggi.
Oggi i tifosi rispetto al passato sono curiosi, studiano e seguono prodotti come Goal Economy e Calcio&Finanza, c'è molta più curiosità. Molti sanno che è necessario essere presenti in determinati territori per non perdere competitività. Il middle-east non è più un mercato emergente, è una certezza. Sono mercati di riferimento. Sono delle aree che non solo generano investimenti, ma che sono rilevanti anche in termini di proprietà di club. Ci sono delle proprietà anche in Italia che arrivano da quei territori. In Italia abbiamo 34 milioni di appassionati, è evidente che il calcio sia uno dei pillar principali. Nel middle-east il calcio è al primo posto, è una popolazione che su circa 38 milioni di abitanti vede il 70% di popolazione sotto i 25 anni. Rendere rilevanti i brand delle squadre che parteciperanno alla prossima Supercoppa, ad esempio, per quel tipo di fan base aggancia i tifosi del futuro che permetteranno di ottenere ulteriori ricavi e anche di rendere sempre più noto il brand della nostra competizione.
È vero anche che rispetto alle altre competizioni abbiamo un limite legato alla lingua, le nostre interviste sono in italiano, ma le nuove tecnologie ci possono aiutare ad essere ancora più presenti in tutte le lingue".
I CANALI CHE PERMETTERANNO DI AUMENTARE I RICAVI
"Più si è presenti in mercati dove si ha una visione in chiaro o free to air della nostra competizione, maggiore è l'esposizione digitale e maggiori sono i ricavi del mondo adv. Il messaggio è più alto: quello che abbiamo costruito insieme con i club, la collaborazione è stata fondamentale, è rappresentato dai vari premi, ognuno dei quali ha il suo sponsor. Tutto questo permette di generare ulteriori occasioni di contatto che generano maggiori attenzioni da parte dei consumatori.
Dall'altra parte bisogna cogliere l'attenzione dei consumatori, la nostra competizione non è solo con gli altri campionati ma con oltre ulteriore opportunità di contatto che rubano attenzione ai nostri tifosi. Parlo di videogame, di piattaforme OTT, contenuti sui social. Passiamo 8/9 ore di media a scorrere dei reel, se in quei reel non c'è il calcio, allora c'è qualcos'altro che ruba attenzione a noi e ai nostri partner".
SULLA VISIONE DELL'ARABIA SAUDITA
"I giga project dell'Arabia Saudita, tra i quali Red Sea e Qiddiya (che sarà la città del mondo degli e-sports), diventeranno dei punti di riferimenti per l'entertainment globale e internazionale. È quello che stanno facendo investendo in infrastrutture con una vision che è la Vision 2030 che ospita anche le grandi competizioni. Noi dobbiamo esserci, dobbiamo continuare a essere presenti. La cosa più bella è che quando organizziamo questi eventi non ci limitiamo a giocare a calcio: si creano business forum, occasioni di contatto, si invitano le aziende italiane che hanno del business in quel territorio. Tutto questo permette di creare quel circolo virtuoso che non si limita al calcio ma che usa il calcio come strumento per raggiungere obiettivi molto più nobili.
È in corso una attività di cross marketing se vogliamo tra le competenze verso l'Italia e dall'Italia all'Arabia Saudita. Possiamo citare Di Biagio e Mancini. C'è amore nei confronti dei nostri brand ma anche rispetto nei confronti delle competenze calcistiche che l'Italia può offrire e questo genera ulteriori opportunità".
QUESTIONI LOGISTICHE
"Noi dobbiamo esportare il nostro calcio, dando anche modo ai tifosi di viaggiare e seguire il proprio club all'estero. Abbiamo creato dei pacchetti con Visit Saudi per dare modo ai tifosi di poter visitare il paese e seguire la propria squadra e scoprire come un mondo sta cambiando. È necessario esserci, dobbiamo fare in modo di esserci, rispettando sempre i nostri tifosi che sono il cuore della nostra competizione dandogli dei servizi e modo di seguire le proprie squadre".