Arabia Saudita, Dentice: "Lo sport uno degli elementi centrali"

01.01.2025 23:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Arabia Saudita, Dentice: "Lo sport uno degli elementi centrali"
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Nel corso della nuova puntata di Goal Economy, su Radio-Tv Serie A con RDS, il giornalista Marco Bellinazzo ha intervistato Giuseppe Dentice, analista dell'istituto di studi di politica San Pio V, Osservatorio Mediterraneo. Le sue parole:


"Il 7 ottobre è la data limite, apre una nuova stagione e il Medio Oriente ha vissuto tante stagioni a partire dalle primavere arabe. La guerra tra Israele e Hamas si è dilaniata ovunque nella regione fino ad arrivare in Siria con il regime di Assad. A Gaza si continua a combattere e morire. È una guerra che ha coinvolto tutti, non riguarda solo i palestinesi o la dinamica tra Israele e Hamas, ha coinvolto l'intera regione, ad essere principalmente coinvolti sono stati quasi gli attori esterni come l'Iran o l'Arabia Saudita attraverso azioni indirette a partire da aprile. Questo evento del 7 ottobre che continua ancora oggi ha aperto una nuova stagione di riequilibri nella regione, economici, politici e strategici nei quali concorrono anche le politiche degli attori internazionali.

E' un processo che avrà un impatto epocale. Non riguarda solo una diversificazione economica ed energetica che per un paese che dipende per il 95% del suo PIL da idrocarburi è epocale, è importante perché in questo processo portato avanti dal principe ereditario vi è un tentativo di trasformare la società, cioè non solo permettere alle donne di non portare il velo, o avere una presenza minore del clero religioso nell'affare pubblico, ma si punta a creare un sistema autoritario, si in salsa saudita, più moderno e all'avanguardia che risponde alle esigenze della popolazione e i giovani sono il vero motore del posto e senza il loro engagement è impossibile portare a queste operazioni.  L'operazione giovanile è volta a rivedere gli equilibri all'interno di un'architettura molto statica e questo avviene attraverso diversi fattori come il turismo, lo sport, l'entertainment. Lo sport è uno degli elementi centrali, prendiamo il Qatar con i mondiali, l'Arabia Saudita si è mossa all'interno di tanti sport che danno il contesto all'interno del quale il regno saudito cerca di promuoversi.

La complessità fa parte della vita e in un processo come quello dell'Arabia Saudita è una cosa inevitabile. Il loro processo è un processo di formazione dell'identità nazionale, attraverso un'idea di stato nelle mani dei civili e non un qualcosa derivante da un potere divino. C'è un'idea di costruzione dello stato che si basa su delle fondamenta solide che devono trovare delle braccia diversificate. Se fino ad oggi l'economia è stata il motore dello stato, bisogna trovare delle fonti alternative come il turismo. Tra i programmi della visione 2030 c'è l'idea di riqualificare la zona del Mar Rosso, si vuole incentivare lo sviluppo e l'intelligenza artificiale e sono temi fondamentali per creare nuove opportunità di lavoro, di crescita, di sviluppo e c'è anche la politica. Il caso Khashoggi e la guerra in Yemen hanno creato un grande problema a livello comunicativo e di immagine dell'Arabia Saudita e loro hanno cercato di promuovere un'immagine diversa che andasse di pari passo con una diplomazia più tradizionalista con rapporti più stabili e, guardando al portafoglio, un conto è una frizione che dura per un tot di tempo e un conto averla a tempo indefinito.



L'Arabia Saudita pecca di un doppio pregiudizio: da un lato c'è la sua storia che non è tra le più favorevoli in occidente, il secondo è legato a quello all'interno del medioriente dove ci sono visioni contrapposte. Se nel tempo l'Arabia Saudita è riuscita a migliorare questa sua immagine all'interno, non è riuscita a fare lo stesso nei confronti dell'occidente ed è vista sempre un po' distante. Noi occidentali non dovremmo compiere i soliti errori perché un po' dal 2003 in poi, dall'Iraq, non esiste un modello di democrazia perfetto, non c'è qui in occidente e non possiamo insegnarlo ad altri. Questo sistema si vuole riformare e sarà un processo nel lungo periodo, sarà in salsa saudita, autoritario certo, ma un processo irreversibile che è stato lanciato. Il principe ereditario ha permesso un certo tipo di impatto portandolo avanti e ha incarnato un certo spirito di quello della popolazione dei giovani dandogli voce e questo è fondamentale per la vision del 2030 e se non ci fosse questo sarebbe crollata già da 5/6 anni e questo va sostenuto.

Sensibilizzare e dare una coscienza è un segnale forte rispetto ai lati positivi e negativi ed è fondamentale.
Con rispetto alla partita alla quale hanno assistito le donne: Non possiamo prendere solo quello che ci conviene. E' un segnale, ma non si deve ricadere come è successo in Qatar dove c'è stata una campagna massiva. Si può essere favorevoli, si devono dare dei segnali, ma senza dare delle condizioni che possono creare delle incomprensioni all'interno che di per sé sono già complesse. E' necessario dare le giuste conoscenze per capire cos'è un paese o una realtà, che non si possono capire attraverso un'intervista ma si può lanciare un segnale.

Quando le varie organizzazioni come FIFA o il CIO sostengono di non fare politica in realtà la fanno in un modo o nell'altro. Ogni scelta crea degli effetti e lo abbiamo visto anche nelle olimpiadi di Parigi, o anche parlando di eventi recenti con l'esclusione di alcune nazionali. E questo porta a dire" perché questo sì e questo no?" Non c'è una risposta, perché i soggetti sono portatori di interessi e di conseguenza di scelte e deve esserci consapevolezza che la politica abbia un ruolo altrimenti è molto ipocrita e poco produttiva".

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