Uno non vale uno: se cambi Danilo con Kelly ci perdi

Negli ultimi mesi la Juventus ha vissuto una strana (nonché grillina) scelta. Quello che uno valga uno. Non è così nella vita reale, figuriamoci nel calcio dove la qualità serve. Però ci sono stati falsi positivi: il 3-0 con il Como di inizio stagione ha forse fatto più male che bene, perché ha dato una patente all'allenatore di non dovere essere per forza costretto a decidere di mettere in campo i più forti, bensì i più funzionali. Quelli che potevano anche avere meno rete di protezione, come i Savona o i Mbangula. Poi però bisogna essere bravi a confermarsi a quel livello e non è per niente facile: il belga, gestito, è forse il "migliore" della nidiata susseguente all'esplosione di Yildiz, anche se utilizzato molto meno.
Così quando a gennaio cambi Danilo - che va via a zero - con Kelly, qualche domanda bisognerebbe pur farsela. Non ce ne voglia l'ex Newcastle, ma se non sei titolare con i bianconeri d'Oltremanica è difficile essere già pronti per giocare nella Juventus. Fosse uno scambio alla pari, ancora ancora. Invece il prestito con diritto di riscatto diventerà obbligo nel momento di una qualificazione in Europa, che sia Champions o che sia Conference.
Quindi il quarto posto è davvero capitale nelle idee della Juve. Può non bastare per la conferma di Thiago Motta, visto quel che sta succedendo su diversi livelli. Potrebbe invece essere quel pizzico di esperienza in più per diventare grandi, modificando almeno in parte il proprio modo di pensare. Perché, appunto, uno non vale uno.