L'ex agente di Verratti rivela: "Marco non ha le palle, poteva andare al Barcellona e invece giocherà nel deserto. Prima del PSG c'era un accordo con la Juventus"
Donato Di Campli, ex agente di Marco Verratti, è intervenuto ai microfoni di TVPLAY_CMIT: "Tutti mi chiedono se faccio ancora il procuratore, se ho ancora voglia di fare questo lavoro. Io arrivavo dal nulla, ho mangiato polvere vera. Quando poi ti trovi a lavorare con delle persone che ti mandano via con un semplice soffio, allora ti dico che preferisco fare il mio lavoro con i giovani. Quando sette anni fa feci un’intervista al Corriere dello Sport dicendo che Marco fosse imprigionato, scatenai nell’emiro una reazione furibonda. Non mi pento di nulla di quanto detto. Le mie idee non si comprano neanche per 100 miliardi di euro. E dal momento in cui Marco ha scelto di prendere quella strada, ha finito la sua carriera. Era come un figlio, è come un figlio. Per me è come se l’avessero rapito, intendiamoci, a base di ricatti economici e non di altro genere. Sarà un uomo ricchissimo, ma non sarà mai un campione. Nella vita sarà uno dei tanti uomini ricchi, ma uno dei pochi campioni che esistono nel mondo del calcio.
"A Marco sono mancate le palle nel dover resistere per otto mesi, perché era in scadenza con il PSG, poteva andare al Barcellona e fare un’altra carriera. Ha avuto paura di affrontare a Parigi quelle persone e si è piegato. Lui è stato rinchiuso in una stanza dall’ex direttore del Paris Saint Germain Antero Henrique e da Al-Khelaifi e gli è stato detto “Lascia il tuo procuratore e noi ti rinnoviamo tutto quello che vuoi”. Un ragazzo che allora aveva 22-23 anni, si è trovato in difficoltà. E ora siamo nella stessa situazione con Mbappé. Non dimentichiamo anche la situazione Rabiot, con la mamma che se n’è infischiata che il ragazzo rimanesse in panchina. Io sto ammirando tanto Kylian Mbappé, nonostante il governo, Macron…credo che lui stia inseguendo il suo sogno. Quello di diventare campione. A quelle dimensioni tutti prendono i soldi, ma bisogna saper scegliere la strada che si vuol prendere. Io con Marco avevamo scelto di andare al Barcellona. Probabilmente l’avremmo visto anche in Serie A. Ora va a prendere tanti soldi, ma va in mezzo al deserto con i cammelli. Se andrà in Arabia? Sì, dalle mie informazioni ci andrà, siamo ai dettagli”.
Marco è juventino da sempre e con la Juventus avevamo un accordo prima di firmare per il PSG. Il Pescara voleva monetizzare al massimo sulla cessione e abbiamo dovuto conciliare quest’esigenza. Con la Juve il contratto era stato già siglato".