Cucchi a RBN: “Nazionale rischio assuefazione al fallimento. Motta-Juve prova di maturità. Su Chiesa..."

02.07.2024 11:00 di  Quintiliano Giampietro   vedi letture
Cucchi a RBN: “Nazionale rischio assuefazione al fallimento. Motta-Juve prova di maturità. Su Chiesa..."
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© foto di Federico De Luca

Le mancate dimissioni del presidente federale Gravina e del ct Spalletti dopo l'eliminazione dall'Europeo, hanno acuito le polemiche attorno alla Nazionale. Sponda Juve invece si continua a lavorare per rafforzare la squadra. Dopo l'arrivo di Douglas Luiz, Giuntoli punta forte su Khephren Thuram, senza mollare la pista Koopmeiners. Il dt vuole dare a Thiago Motta una rosa in grado di lottare per traguardi importanti. Da sciogliere il doppio nodo legato a Chiesa e Rabiot. Il primo ha un contratto in scadenza nel 2025 e al momento l'ipotesi prolungamento pare lontana. Il centrocampista francese è libero, allo stesso tempo deve però rispondere all'offerta di rinnovo presentata dalla società. La possibilità di addio per entrambi è concreta. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve Riccardo Cucchi, voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto.

Sulla figuraccia dell'Italia agli Europei e rispetto alle mancate dimissioni di Gravina e Spalletti, la pensa così Cucchi: “Secondo me c'è il forte rischio di assuefazione al fallimento. E' un termine forte, malo dico serenamente. Nessuno si assume la responsabilità dopo due mancate qualificazioni ai Mondiali consecutive e questa rassegna continentale deludente. E' un segnale molto pericoloso. Come se il nostro calcio ormai fosse abituato alla sconfitta e questa diventasse una condizione di normalità. Si tratta di un rischio perché pare non esista una strada per invertire la rotta. Sarebbe gravissimo. Parlando dell'Italia, credo sia una delle peggiori della storia. A prescindere da chi scende in campo, il problema è che la generazione cui appartengono questi ragazzi non ha talento. Nel 2006 proprio nello stadio berlinese, abbi la fortuna di raccontare il trionfo azzurro. Nella squadra c'erano, tra gli altri, Del Piero, Totti, Pirlo, Cannavaro, Nesta. Parliamo di talento. A distanza di 18 anni dove è andato a finire? Dobbiamo chiederci questo, per primi devono farlo i dirigenti del calcio italiano”.

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