LEONI PER...AGNELLI – Le 57 giornate di Allegri e l' “esorcismo” che sveglia la sua Juventus. Contro il Chelsea tornano vittoria, spirito e identità. Bentornata Juve di Max...
Dal suo ritorno alla Juventus, Massimiliano Allegri ha potuto allenare la squadra al completo fino ad ora per 57 giorni. Dal suo primo allenamento del 14 luglio alla gara di questa sera, infatti, i nazionali di ritorno dalle ferie post Europeo sono arrivati il 19 luglio, mentre i nazionali italiani (vittoriosi in finale) sono rientrati soltanto il 3 agosto. Locatelli, acquistato dopo una interminabile trattativa, si è aggregato soltanto il 18 di agosto. Dal 5 settembre c'è stata la prima sosta per le Nazionali che ha portato via gli azzurri fino all'11 e i sudamericani (che hanno così dovuto saltare la partita di campionato contro il Napoli) fino al 12. In totale, infortuni esclusi, Massimiliano Allegri ha avuto la possibilità di lavorare con la squadra più o meno al completo per 57 giorni.
Non tre mesi come si affannava ad urlare qualcuno, chiedendosi come si facesse a non dare un'anima in 93 giorni. E anche fosse stato, tre mesi sarebbero stati pochi per rimettere in piedi le macerie di un disastro durato 2 anni.
Al poco tempo a disposizione aggiungete pure la cessione di un campione come Ronaldo sostituito in extremis, si fa per dire, da Kean. Con tutto il rispetto per Moise che crescerà e, a suo modo, sarà a anche lui determinante.
Basterebbe questo per indurre a sorridere nel pensare alle parole di Sarri che, domenica scorsa, ha sentenziato (senza che nessuno glielo chiedesse) “Cambiare tre-quattro giocatori nella Juventus erano tre spese inaccessibili. Ci siamo adattati noi con qualche sofferenza, siamo riusciti a trovare un compromesso che ci ha portato a vincere”. Povero Maurizio, si è dovuto arrangiare con i vari Ronaldo, Dybala, Pjanic, De Ligt, Bonucci, Chiellini eccetera. Che sofferenza.
A far riflettere, invece, sono le parole che rilasciò ad Alfredo Pedullà da casa sua “A metà ottobre” 2019 ho fatto una riunione con lo staff e ho chiesto di fare una scelta: andiamo dritti per la nostra strada e andiamo a casa tra 20 giorni o facciamo qualche compromesso …?”.
Sarri gettò la spugna ad ottobre dopo circa 70 giorni di lavoro. Decise di andare avanti senza trasferire la sua filosofia, sfruttando il lavoro del suo predecessore e la presenza dei campioni che avrebbero fatto vincere la squadra per inerzia.
Ad Allegri, per adesso, sono bastati 57 giorni per esorcizzare la creatura malata che si è ritrovata tra le mani e risvegliarne, intanto, lo spirito di squadra. Il resto, un po' alla volta, arriverà. Ora è presto per ritenere la Juventus guarita o ritrovata, ma di sicuro la strada è quella giusta, una strada indicata da Max, non a caso, anche nella conferenza stampa pre Chelsea: “Il desiderio nostro è arrivare in finale. Non so se ci arriveremo ma è un obiettivo da andare a prendere. Uguale lo Scudetto, è questo che fa la differenza. E' amor proprio, ambizione, per stare in una grande squadra”.
Musica e parole arrivate dritte nella testa, nel cuore e nelle gambe dei giocatori che, contro i campioni d'Europa in carica, consapevoli dei loro limiti, hanno agito sulle proprie qualità affidandosi alla ritrovata voglia di soffrire, di concepire un traguardo come una guerra da vincere superando tante piccole battaglie. Senza fronzoli, senza dispendio inutile di energie, senza narcisismo indotto dalla moda del momento. Alla Juve si vince. Stop. E lo si fa soffrendo, con coraggio, con sacrificio. Con amor proprio.
E a conferma che la comunicazione sia una dote sottostimanta ma di vitale importanza per un allenatore, i propositi evocati da Allegri nell'esorcismo pre Chelsea, hanno avuto effetto sul campo:
all'Allianz la Juventus si è ripresa vittoria, capacità nel saper soffrire e senso di squadra.
Contro il Chelsea, la Juventus ha ritrovato se stessa.
E da ora in avanti, si riparte da qui....
Vincenzo Marangio – Radio Bianconera