L'IMBOSCATA - Media smagnetizzati di fronte all'Inter. Il caso LionRock, il tentativo di incastrare Agnelli e le “filettate” di cartone. Dalla Covisoc alla Procura di Milano: era tutto scritto. Arthur, scenario sconcertante

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
13.09.2024 00:12 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Media smagnetizzati di fronte all'Inter. Il caso LionRock, il tentativo di incastrare Agnelli e le “filettate” di cartone. Dalla Covisoc alla Procura di Milano: era tutto scritto. Arthur, scenario sconcertante
© foto di Andrea Bosco

Tra non molto ci siamo. Finita la sosta per le Nazionali, si torna a giocare per i tre punti. Empoli, snodo cruciale. Empoli che è squadra provinciale, ma con grande dignità e diffuso talento, a cominciare dal ragazzino che ha fatto faville a Roma e che è uno dei pochi trequartisti italiani in circolazione. Uno ce l'ha la Roma, si chiama Baldanzi e con la Under ha fatto tre gol alla Norvegia. Uno ce l'ha anche la Juventus: si chiama Adzic, di lui dicono benissimo e forse contro l'Empoli, potrebbe trovare spazio. Tutti abili arruolati. Tranne Milik (infinito infortunio) e Conceicao. Abile anche Arthur, ma è come non ci fosse. In campo con la Juventus non rientrerà. E fra tre mesi torneremo alla telenovela che da stagioni va in onda: nessuno lo vuole, il suo ingaggio è troppo pesante, anche se la Juventus paga il 40% egualmente Arthur non scalda i cuori dei presidenti e degli allenatori. Uno scenario sconcertante.

Vedremo Koopmeiners? Facilmente lo vedremo. Io spero di vedere ancora Thuram, Locatelli, Savona, e se sarà possibile finalmente un Douglas Luiz protagonista. Vorrei vedere un gol di Yildiz (sarebbe ora). Mi dicono che non vedrò Nico Gonzales, irresponsabilmente fatto giocare dal selezionatore argentino, ma che potrei vederlo alla prima in Champions. E Danilo lo vedrò? Se non sarà troppo affaticato, magari lo vedrò.

Le Nazionali sono una jattura per i club. Pretendono sempre tanto dai selezionati, e poco (anzi niente) restituiscono ai club che li pagano. Ma ad Infantino sta bene così. E così sta bene anche ai media. Quelli che di fronte all'Inter si smagnetizzano. Non trovano collegamenti, rifiutano di approfondire, non indagano. E se le hanno, sotterrano le notizie. L'esposto di Jdentità Bianconera è stato archiviato? Ma perché stupirsi? La Covisoc alla quale era stato mandato, è un porto di mare nel quale come è noto ha dovuto mettere le mani il governo.

Jdentità Bianconera voleva solo visibilità e ha fatto una brutta figura? La brutta figura l'hanno fatta altri. La brutta figura la fa chi si rifiuta di rammentare che il Procuratore Capo di Milano, Marcello Viola è interista. Che nel suo ufficio ha le foto firmate dei campioni dell'Inter. Che il tribunale di Milano è un “covo” di interisti. E che Marcello Viola, si fa visitare (in ufficio) da Ausilio e Marotta e con loro (en plein air) va a pranzo. Non è vietato: certo, che non lo è. Ma è fortemente inopportuno. Inop-por-tu-no. Non rammentare questo, fa fare una brutta figura a chi lo dimentica.

E una brutta figura fanno quanti hanno sbattuto sotto al tappeto la vicenda Lionrock: se non volete sapere chi siano stati i proprietari delle quote di quella società (sparita, dove era iscritta, persino da un caraibico paradiso fiscale), se non volete sapere per quale motivo quei proprietari abbiano perso e mai abbiano reclamato 150 milioni di euro, siete conniventi. Inutile girarci attorno. Lo siete.

Anche perché delle telefonate di Zanetti con gli ultras non avete (o non volete?) dare conto. Vi eccitate solo quando di mezzo c'è la Juventus. Rammentate, vero, quando quel procuratore federale, ex prefetto di Roma che tifava spudoratamente Napoli produsse una intercettazione farlocca per incastrare Andrea Agnelli? Rammentate come nella vicenda 'ndrangheta nella curva Juventus, alla fine il club bianconero sia risultato parte lesa? Avete ricordo di qualche scusa prodotta dal presidente della commissione antimafia Rosy Bindi, per le infondate accuse di Pecoraro? Non ce ne furono: quindi non potete rammentare. Ma rammentiamo noi. Quella foto davanti al cartello “Juve merda” del sorridente presidente del Senato (interista) accanto ad un componente, egualmente sganasciante (tifoso del Napoli, esponente politico) di quella commissione. Forse non rammentate perché è più facile dimenticare. Persino che la curva dell'Inter è fatta (purtroppo) anche di gente che per il controllo dei traffici all'interno dello stadio, ammazza.

No, perché alla fine uno si rompe anche le scatole di passare per un sostenitore della strega malvagia e peripatetica. La strega ha le sue colpe e le ha pagate. Altri (che non profumano di bucato, anzi) non pagano mai.

Ah; il 18 settembre nei cinema verrà presentato il film “Inter: due stelle sul petto”. Nessuno che voglia rammentare: “filettate” di cartone. Sono eccessivo? Io non sono uno che patteggia.

Intanto resta incerto il futuro del Meazza. Ipotesi (da parte di Milan e Inter) per uno stadio comune. Non hanno i soldi per farne due. Ergo o ammodernamento del Meazza, oppure San Donato (per due). La prima ipotesi (Milan a San Donato e Inter a Rozzano) è tramontata. Beppe Sala, tifa Meazza. Anche l'Inter tifava Meazza (a lungo ha sperato di vedere il Milan a San Donato e di poter restare da sola a Milano). Si vedrà: Il restauro si annuncia (se lo faranno) imponente con disagi per le società (e gli spettatori) per almeno due anni. Per ora è certo che Milano non ospiterà la finale di Champion's del 2027. Ma dovrà muovere le chiappe per consegnare il Meazza per l'inaugurazione dei Giochi Milano – Cortina del 2026. Sui quali girano le più incontrollabili voci. Per alcuni (politici) il ritardo sarebbe preoccupante. Per altri si sarebbe addirittura in anticipo sulle consegne. Se vi fidate della politica, credete pure alla versione che più vi aggrada. Una cosa è certissima: in regime di vincolo, ormai il Meazza non sarà demolito, come all'inizio auspicava Beppe Sala. E va riconosciuto che in molti, di ogni orientamento politico, si siano spesi affinché questa vergogna non accadesse. Perché, andrebbe rammentato (dai soliti smemorati): volevano abbattere lo stadio di Meazza e Lorenzi, di Schiaffino e Liedholm, di Angelillo e Van Basten, di Ronaldo (il fenomeno) e di Ibra, di Zanetti e Boban, di Pioli e Inzaghino. Soprattutto lo stadio di Mazzola e Rivera, dei Maldini, di Helenio Herrera e Nereo Rocco. Dei Moratti e di Silvio Berlusconi. Non dico lo stadio di Josè Mourinho: per come è finita con l'Inter, il portoghese fu, pur potendosi fregiare del triplete, solo uno di passaggio.