Inchiesta Ultras, ancora Saviano: "Inter responsabile? Elementi più che indiziari, c'è troppa omertà. La Juventus invece denunciò"

Intervenuto a Radio CRC, Roberto Saviano ha parlato ancora dell'Inter dopo il post pubblicato su Instagram: "La mia storia su Instagram ha uno scopo preciso: fare luce su una vicenda giudiziaria che viene messa in ombra dai successi sportivi. Inter responsabile? Abbiamo degli elementi più che indiziari. L’omertà su queste vicende è immensa: ci sono delle vicende articolate che so bene fanno tremare la società.
L’Inter vuole denunciarmi per la mia storia su Instagram? Si andrebbe ad aggiungere a mille altre denunce. Io volevo innescare indignazione proprio nei tifosi interisti: volevo generare ciò che si è generato a cascata. L’inchiesta Doppia Curva, inchiesta tra le più importanti fatte nel mondo occidentale, mostra come la dirigenza delle curve delle squadre milanesi sia assolutamente infiltrata. Stiamo parlando di infiltrazioni di altissimo livello: il clan Mancuso nella curva milanista ed il clan Bellocco nella curva interista. I dirigenti, che hanno rapporti diretti con le società, sono scelti di fatto dalle organizzazioni criminali: non stiamo parlando di semplici alleanze, la situazione quindi merita un allarme. Io ho voluto usare, forzando ovviamente, il gol del Bologna, che è un fatto sportivo, per fare luce sul fatto giudiziario. Le società tendono ad utilizzare la vittoria sportiva per non intervenire su questi temi.
Loro rispondono che sono parte civile e parte lesa, ma anche su questo c’è molto da dire: l’inchiesta parte nel 2018 e l’Inter e il Milan annunciano di essere parte civile nel 2025 alla prima udienza, ma non fanno nessuna denuncia. Nel frattempo ci sono decine di arresti, 3 morti interni alle curve e non c’è nessuna denuncia. Persino la Juventus, che ha sempre avuto un rapporto freddo con la possibilità di denunciare le infiltrazioni della proprio Curva, fa partire da una propria denuncia l’inchiesta del 2016, Alto Piemonte. Non accade così per la vicenda Inter.