ESCLUSIVA TJ - PAOLO ROSSI (JUVE CHANNEL): "MANCINI NON LO VOGLIO E SUL MERCATO MI ASPETTO..."

03.05.2011 15:30 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - PAOLO ROSSI (JUVE CHANNEL): "MANCINI NON LO VOGLIO E SUL MERCATO MI ASPETTO..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La redazione di Tuttojuve.com ha contattato in esclusiva Paolo Rossi, noto giornalista di Juventus Channel.

Mancano poche partite alla fine del campionato, chi pensi sia stato il giocatore che ha impressionato di più tra i bianconeri quest'anno e chi invece ha deluso.

"Mi ha impressionato Alessandro Del Piero. Perché un livello così decisivo all’età di 36 anni è qualcosa che non può non colpire. Mi fa sorridere quando sento che qualcuno lo considera “il” problema della Juve. Per me è ancora il migliore che abbiamo per capacità tecniche, doti caratteriali, incisività e leadership, stiamo parlando di un fuoriclasse assoluto.
Sono deluso, invece, da Amauri. Perché l’estate mi aveva fatto sperare in un suo ritorno a un rendimento degno del suo approccio iniziale alla Juve, poi si è perso, salvo ritrovarsi a Parma e far vedere lì che certamente non è quell’attaccante incapace di segnare un solo gol in campionato con la maglia bianconera".


E a livello italiano: la sorpresa e la delusione?

"Quando si parla del Milan si fa riferimento ai soliti noti, a partire da Ibrahimovic, che certo ha avuto un peso sullo scudetto, ma andrebbe sottolineato con maggiore forza il contributo di sicurezza garantito dal reparto arretrato e dal suo portiere Abbiati, i cui interventi sono valsi diversi punti in classifica.
La delusione è invece Ranocchia. Sicuramente diventerà un grande difensore, ma nelle disfatte dell’Inter tra campionato e Champions lui ha una parte non piccola di responsabilità".

Come giudichi la stagione di Delneri, alibi infortuni o errori tecnici? Cosa ne pensi del "chiaccherato" Mancini e chi ti piacerebbe vedere sulla panchina qualora si decidesse di sostituire il Mister?

"Gli infortuni non sono alibi ma dati di fatto, soprattutto la concentrazione in alcuni reparti in un tempo ristretto. E qui, semmai, c’è da fare una riflessione allargata, che va oltre la gestione del tecnico e riguarda la costruzione della squadra: oggi bisogna sapere che la continuità fisica è un valore imprescindibile, così come l’intercambiabilità degli elementi in rosa. Quindi, occorre lavorare in prevenzione, sapere che nel corso dell’anno i problemi emergeranno e avere le risorse e le risposte pronte all’emergenza.
Mancini non lo voglio ed è un’ipotesi che non credo, non abbiamo bisogno di un allenatore abituato negli ultimi anni a mercati sontuosi, oltre che di una persona che accentuerebbe le difficoltà per lo scarso feeling con la nostra gente. Se Del Neri andasse via, mi piacerebbe rivedere Marcello Lippi. Perché chi dice che il Mondiale lo ha bollato come “bollito” non ha capito la profonda crisi del calcio italiano e sono convinto che da noi saprebbe fare un egregio lavoro, come sempre del resto".

Parliamo di mercato:  cosa ti aspetti? 3-4 acquisti basteranno? Chi vorresti fosse riscattato? Qualche giocatore vedi come sogno nel cassetto?

"Mi aspetto 4 acquisti di qualità e – soprattutto – di affidabilità, giocatori cioè che abbiano il giusto mix di fame, tecnica e sicurezza nei propri mezzi. Non ho sogni ma un’ipotesi precisa, ovvero che si rafforzi radicalmente la difesa perché è anni che patiamo lì. So benissimo che gli attaccanti meritano i titoli dei giornali e accendono la fantasia dei tifosi, ma i nostri problemi recenti dipendono in gran parte dai troppi gol che subiamo. Quanto ai riscatti, con le opportune contropartite tecniche o con qualche sconto, credo che Pepe, Aquilani, Matri e Quagliarella siano assolutamente pilastri della Juve del futuro".

Abbiamo letto alcuni editoriali in cui parlavi di gol presi in casa? Meglio investire su un centrale o su un terzino o altro?

"Su un terzino: Beck o Lichsteiner mi vanno benissimo. E poi capire bene cosa serve a centrocampo per dare più copertura. Talvolta, prendi meno gol proprio quando hai giocatori davanti che saltano l’uomo con insistenza, che tengono palla, che segnano con continuità e permettono alla difesa di ridurre i danni e il lavoro da svolgere".


Calciopoli: ci dispiace parlarne ma è una ferita aperta: come pensi finirà, riusciremo ad avere una sentenza? Perchè secondo te in tv e sui media se ne parla così poco?

"Sul processo di Napoli non ho gli strumenti giuridici per capire cosa succederà. Mi auguro come tutti che si arrivi a una sentenza, lo meritano tutti i soggetti coinvolti e i tifosi che hanno visto e subito il racconto di una realtà che poi si è scoperto essere molto diversa di quella del 2006. Quanto al secondo aspetto, non va trascurato il furore giustizialista che c’era in quell’estate, coniugato all’idea radicata nel tempo che la Juventus vincesse in modo non legittimo, tipico pensiero espresso da chi vive anni di frustrazione. Oggi, l’interesse per riscrivere quella vicenda è molto affievolito perché come sempre fanno più notizia in questo Paese gli avvisi di garanzia che l’andamento reale dei processi".

Parliamo di tv: Diritti tv e caos Lega: secondo noi la legge dei diritti tv andrebbe riscritta, ritornando alla contrattazione individuale, qual è il tuo pensiero?

"Una guerra sui diritti tv non conviene a nessuno. Si deve trovare un sistema per il quale le big possano competere in Europa e le piccole in Italia. Altrimenti il rischio è che il sistema calcio salti e oggi siamo in una crisi vera, nelle coppe europee dove siamo oggettivamente più deboli e nei nostri campionati minori che ormai vengono riscritti dalla giustizia sportiva a colpi di penalizzazioni verso chi non riesce più ad adempiere agli obblighi finanziari".

Difficile fare il tifoso da due anni a questa parte? Cosa ne pensi delle nuove ricerche che dicono il numero dei tifosi in calo? E sentite le parole di John Elkann dove si parla di sostegno dei tifosi e di coinvolgimento voi a che iniziative state pensando per coinvolgere ancora di più i tifosi su Juventus Channel?

"Juventus Channel è uno strumento per coinvolgere il tifo, con la possibilità di far sentire la propria voce, anche quella più critica. Punteremo molto sul racconto del nuovo stadio, sarà una grande occasione per riscoprire l’orgoglio, per sentirci tutti parte di un’unica comunità. Essere riusciti in quest’impresa nel periodo più problematico della nostra storia è stata una grande risposta di juventinità.
Può darsi che gli juventini siano in calo, è fisiologico quando non vinci, anche se certi sondaggi che ci vorrebbero dimezzati sono francamente poco credibili. I bambini adesso tifano Inter? Bene, hanno trascorso 18 anni senza neanche uno scudetto, abbiamo visto falcidiata una generazione, è normale che si riprendano un po’… Certo, è difficile tifare quando le cose vanno male, ma gli amici li si vede nel momento del bisogno. Ho passato anni della mia vita senza festeggiare ma non ho mai smesso neanche un minuto di sentire tutto l’orgoglio di appartenere a una storia che considero unica e inimitabile per quello che ha espresso sempre, nei trionfi come nelle difficoltà".

Un caro ringraziamento Paolo e speriamo di ritrovarti presto.

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