Matteo Gerbaudo: "Vi racconto cosa non ha funzionato con la Juve. Pordenone? Progetto importante, ripagherò la fiducia"

Che fine ha fatto Matteo Gerbaudo? Dopo tredici anni trascorsi con la maglia bianconera, il ventunenne nativo di Moncalieri non è riuscito a confermarsi ed ora ha messo il proprio talento al servizio del Pordenone, formazione di Lega Pro che ha l'ambizione di voler vincere il campionato. La nostra Redazione lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per parlare della sua avventura e non solo:
Buongiorno Matteo, come sta andando la tua avventura qui a Pordenone?
"A livello di squadra veramente molto bene, siamo secondi ad un punto dal Venezia e sono molto contento di far parte di questo gruppo. La società crede molto nei valori umani, la nostra forza deriva anche da questo. Non sono soddisfatto delle mie poche presenze, ho poche occasioni di potermi mettere in mostra. Sto lavorando al meglio per mettere in difficoltà il tecnico, sono sicuro che alla lunga potrò avere la mia occasione. Fiducia? Sento sempre la fiducia della società, del mister e del presidente, lo dimostrano gli insegnamenti quotidiani e i tre anni di contratto che ho con loro".
Ti sei fatto un'idea del perchè stai trovando poco spazio, fin qui?
"Bisognerebbe chiederlo al mister (ride ndr), ma davanti a me ho tre ragazzi d'esperienza di categoria molto forti ed è molto difficile giocare titolare. Avendo l'opportunità di potermi allenare e confrontarmi con loro, ho la possibilità di poter migliorare le mie qualità".
Come mai hai scelto proprio Pordenone?
"Ho scelto Pordenone perchè c'è stato un progetto che mi ha coinvolto. In questa scelta mi hanno aiutato il mister e alcuni calciatori. Ho fatto diverse esperienze in prestito quando ero di proprietà della Juve, ma nessuna di queste - nonostante la volontà del mister e del Presidente di avermi - aveva un progetto serio che mi riguardasse. Juve? Ha bisogno subito di risultati, nei due anni non ho centrato i loro obiettivi e abbiamo convenuto insieme di iniziare in maniera differente la mia avventura tra i professionisti. Inizialmente è stato molto difficile abbandonarli: sono di Torino, tifo Juve, per tredici anni ho giocato con quella maglia e sono stato capitano della formazione Primavera. Ho ascoltato il mister e alcuni calciatori prima di decidere. Sono orgoglioso della scelta fatta".
Quali sono gli obiettivi che ti prefiggi quest'anno?
"L'obiettivo primario è quello di trovare continuità, poi a livello di squadra mi piacerebbe poter conquistare il campionato con i miei compagni. Siamo una squadra umile che lavora quotidianamente, dobbiamo continuare a fare quello che stiamo facendo. Nelle ultime due giornate abbiamo sprecato cinque punti contro Sambenedettese e Gubbio, un vero peccato per come sono andate le partite".
Cosa ci puoi raccontare dei tuoi ricordi in bianconero?
"I miei ricordi sono fantastici, la Juve non è solo una società di calcio ma anche una scuola di vita che ti insegna a stare al mondo, ti insegna a come comportarti in hotel e con gli avversari, ti responsabilizza. Il mio percorso in bianconero è stato lunghissimo, sono sempre stato messo alla prova e ho dovuto dare il massimo delle mie possibilità in ogni circostanza. Pian piano con l'aiuto di qualche mister sono cambiato a livello mentale, tecnico e tattico, ma in Primavera nonostante non sia riuscito a confermarmi mi sono fatto conoscere".
Ti sei allenato anche con la prima squadra...
"Ci allenavamo quasi due volte a settimana, specialmente nell'ultimo anno di Conte perchè c'erano molti infortunati. Ricordo che il mister mi convocò per la partita di Catania, è stata un'esperienza bellissima che non scorderò mai. Si vedeva la differenza tra noi giovani e i campioni. Mi stupiva la cattiveria che mettevano anche in allenamento, la loro voglia. E questo lo affermava anche Higuain quando è arrivato alla Juve. Era uno spettacolo vedere calciatori del calibro di Pirlo, Tevez, Barzagli".
La doppia sfida con il Napoli in coppa Italia uno dei tuoi momenti migliori in bianconero...
"All'andata feci un bel gol allo Juventus Stadium davanti a sedicimila spettatori, ricordo che alla partita erano presenti anche Conte e alcuni calciatori della prima squadra. E' stato il gol più importante realizzato, non era un periodo semplice per i vari impegni ravvicinati che avevamo. Al ritorno c'erano trentacinquemila persone al San Paolo, un'enormità per una partita della Primavera. Segnare a cinque minuti dalla fine fu davvero molto bello. Un altro momento piacevole che ricordo è la marcatura siglata con la Lazio in Supercoppa, fu una partita molto difficile. Espulsione col Napoli? E' un episodio che è capitato, sono stato poco attento. Non ne vorrei più parlare".
Dove può arrivare questa Juve?
"Questa Juve può arrivare lontano. Quest'anno, secondo me, con gli innesti di Higuain e di un Pjanic non ancora al top della forma, può finalmente ambire a questa Champions League che sfugge ormai da molti anni".
Quale è il tuo buon proposito per l'anno venturo ormai imminente?
"Il mio buon proposito sarà quello di cercare di convincere ancor più di prima il mister, perchè vorrei dimostrare quanto valgo per ripagare la fiducia delle persone che credono in me".
Si ringraziano Matteo Gerbaudo e il Pordenone per la cortesia e la simpatia dimostrata in occasione di questa intervista.