ESCLUSIVA TJ - Dj Nana: "Vi racconto cosa si prova ad essere lo speaker bianconero. Lo Juventus Stadium mi fa tremar le gambe"

30.07.2012 17:30 di  Gaetano Mocciaro   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Dj Nana: "Vi racconto cosa si prova ad essere lo speaker bianconero. Lo Juventus Stadium mi fa tremar le gambe"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

È la voce dello Juventus Stadium, colui che carica il pubblico, il gran cerimoniere al momento del riscaldamento, della lettura delle formazioni, di ogni gol segnato da bianconeri: Marco Dejana, in arte DJ Nana, in esclusiva per TuttoJuve ci racconta la sua carriera e tutte le curiosità che riguardano i pre-partita dello Juventus Stadium.

Marco Dejana, in arte DJ Nana. Come nasce intanto questo nome d’arte?

“Nasce da piccolissimo perché altissimo non sono mai stato, poi portavo i capelli lunghi e mi scambiavano una bambina, così mi davano della nana”.

E così te lo sei tenuto anche come nome d’arte

“Sai, quando ho iniziato a fare il DJ tutti avevano dei soprannomi, anche i più disparati. Così io mi sono tenuto “Nana” che fa anche pendant col mio cognome, Dejana. C’è un’assonanza che unisce le due cose”.

Come sei diventato deejay?

“Iniziamo col dire che sin da piccolo ho avuto una grande passione per la musica, tanto che ascoltavo già a 12 anni i Pink Floyd. In pratica sono cresciuto a pane e rock. Poi sono entrato in una radio aperta da un mio amico, abbiamo iniziato a divertirci con i classici dischi a richiesta. Era il periodo delle famose radio libere che negli anni ’80 spopolavano. Insomma, da lì una cosa ha portato l’altra e ho iniziato a fare il DJ nelle discoteche di Torino, prima il Charleston e poi il Big, che all’epoca era la Mecca del suono, con gente che partiva dal Veneto per venire a ballare lì. Per me è stata una bella fortuna suonarci”.

Da Deejay a speaker della Juve il passo è stato breve?

“Il proprietario del Big lavorava agli eventi nella Formula 1 e mi dà l’opportunità di lavorare in quel mondo: facevo intrattenimento, eventi collaterali all’evento sportivo, facevo casino, suonavo. In quel periodo mi trovo a collaborare con persone che incrocio di nuovo il 1° maggio del 2000 a Torino, quando su richiesta del comune mi ritrovai a presentare il concerto di piazza San Carlo. Lì ritrovo una persona che lavorava con me in Formula 1 e che era finito alla Juventus, perciò mi propose di andare a lavorare per la Juve e fare lo speaker dello stadio. E da lì è nato tutto”.

Sei quindi un veterano della Juve

“La prossima sarà la 12a stagione da speaker. Per lungo tempo semplicemente annunciavo la  formazione, i gol, le sostituzioni. Questo al Delle Alpi. All’Olimpico è entrata la console in campo e facevamo qualcosina di più, poi con il nuovo stadio le cose sono cambiate: inizio a spettacolarizzare pre e post gara. Non siamo magari come gli show in America durante gli incontri di baseball o basket, ma passo dopo passo le cose le stiamo facendo e stiamo investendo molte energie in ciò. Il nostro scopo è quello di far capire alla gente di non venire 5 minuti prima della partita, perché anche per le famiglie e per i bimbi c’è dietro uno spettacolo che crea l’attesa molto bello, facciamo intrattenimento all’interno e all’esterno dello stadio, collegamenti, lo stesso ingresso in campo della squadra per il riscaldamento viene fatto creando un clima di attesa con la musica degli Ac/Dc ad accompagnarla. Certo, la protagonista è sempre la partita, ma noi di contorno vogliamo renderla più colorata”.

Come fate a organizzare tutto?

“Niente è lasciato al caso, niente è improvvisato. C’è una sport production che organizza, vengono fatte proposte che vengono valutate. Pian piano siamo cresciuti e siamo ormai un vero e proprio pool di intrattenimento”.

C’è qualcuno fra gli speaker a cui ti sei ispirato e che ti piace particolarmente?

“Chi ha acceso la categoria è Carlo Zampa alla Roma. Ha fatto le cose perfette in un momento particolare in un bacino particolare. Roma è la città giusta per fare quelle cose. È un aspetto sul quale bisogna tener conto perché non puoi fare lo stesso lavoro in tutti gli stadi”.

Torino, storicamente definita dagli altri come piazza fredda, come la giudichi a riguardo?

“Devo dire che la risposta allo stadio è tutt’altro che fredda. Andando allo Juventus Stadium ti rendi conto che è una cosa pazzesca e vale la pena esserci. E il pubblico ci ha accompagnato alla stragrande”.

Veniamo alle canzoni che usi: all’ingresso della squadra nel riscaldamento si parte con Thunderstruck degli AC/DC

“La scelta delle canzoni nascono di concerto con delle proposte, che avanzo, vengono discusse e si cerca di immaginare queste canzoni allo stadio, l’impatto che possono dare. Su Thunderstuck sono contento sia riuscito benissimo, anche perché gli AC/DC mi piacciono tantissimo. E poi c’ quel loop di chitarra fino all’attesa, su idea presentata da me, che ha preso piede, perché crea davvero il countdown ideale prima dell’ingresso in campo. Non a caso vedo che negli altri stadi ce la stanno copiando. Niente di male, per carità: significa che prendono noi come punto di riferimento e questo ci fa anche piacere”.

Al gol della Juve parte “Chelsea Dagger”. All’Olimpico era “I will survive”. A cosa è dovuto il cambio? Viste le ultime pessime stagioni all’Olimpico si è cambiato jingle per scaramanzia?

“No, quello no, sebbene anche nel calcio ci sia una certa scaramanzia. Col cambio dello stadio abbiamo voluto adeguarci a un contesto nuovo. Sulla scelta di “Chelsea Dagger” della Hermes House Band ne abbiamo discusso in un agriturismo in Sardegna con una dipendente Juve e il marito. Sono arrivate delle proposte e “Chelsea Digger” ci sembrava la più appropriata, con un riff potente che spingesse il pubblico a cantare. E poi i jingle devono durare poco, essere subito riconoscibili ed avere un loro coretto”.

Per la Champions League ci dobbiamo aspettare qualche novità?

“Credo proprio di sì. Stiamo ragionando su tutto a riguardo e poi presenteremo le novità allo stadio”.

Sei juventino da sempre?

“Sono tifoso sin da bambino e appassionato di sport in generale. Però essendo ora dentro al mondo Juve e lavorandoci la passione sale all’ennesima potenza”.

Cosa provi a “celebrare” la Juve in questo stadio, tra l’altro sempre pieno? Che sensazione ti dà far gridare ad alta voce a 40mila persone i nomi dei tuoi beniamini?

“In quel momento mi dicessero di fare i 100 metri brucerei persino Bolt! Questo per cercare di spiegare quanto sia indescrivibile l’emozione che si prova, mi si anestetizzano le gengive. Che poi devi vedere questo stadio pieno che si ammutolisce e dopo che pronunci ogni nome partono tutte queste voci come delle fucilate. Ti tremano le gambe e non ci fai mai l’abitudine. Mi rendo conto di andare ogni volta in trance agonistica, una tensione pazzesca. Davvero favoloso”. 

E i calciatori? Che rapporto hai con loro? Hai avuto modo di confrontarti anche musicalmente?

“Sono tutti grandi consumatori di musica, li vedi spesso con le cuffie, trovano la concentrazione ascoltando le cose che preferiscono e sono rimasto stupito dal fatto che ascoltino molta musica italiana. Poi va molto il genere etnico, i sudamericani ad esempio ascoltano la loro musica. A livello di rapporti tra di noi c’è grande cordialità”. 

Sei stato anche in ritiro con la squadra, cosa hai provato?

“Per me era il 12° ritiro, sempre molto bello, grande entusiasmo. E poi quanti tifosi presenti! La cosa incredibile è che questa gente che lavora tutto l’anno si prende magari delle ferie per andare a vedere il ritiro della Juve, e ce ne sono almeno una cinquantina che vedo ogni anno”.

Lavori anche per Juventus Channel, come vivi l’esperienza televisiva e che emozioni ti dà?

“La televisione diciamo che completa il mio percorso. Ho fatto la radio per più di 20 anni anche a livello professionistico, poi il deejay e adesso la TV che per me è una bella sfida e completamente diversa dal resto. È un mondo fatto di tanta post-produzione  che fa rendere godibile un prodotto: un’esperienza bellissima e poi quest’anno abbiamo fatto le dirette, cosa che mi è piaciuta molto”.

Quali novità vedremo per la prossima stagione? Ti vedremo alla conduzione di qualche nuovo programma?

“Nuovi programmi che mi riguardano ci saranno, faremo i preview delle partite sia sul sito sia sul canale, poi abbiamo in cantiere tante cose. Novità? Riguarderanno soprattutto la musica linkata con la squadra”.

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