ESCLUSIVA TJ - Nevio Scala: "Quando lanciai Buffon 16 anni fa capii subito che era un predestinato"

Oggi Gianluigi Buffon compie 34 anni. A fargli gli auguri anche chi l'ha lanciato in Serie A in un pomeriggio di novembre del 1995: Nevio Scala, allora allenatore del Parma. In esclusiva per TuttoJuve.com
Nevio Scala, oggi Gianluigi Buffon compie 34 anni. Lei ha avuto il merito e il coraggio di farlo esordire in un pomeriggio di novembre del 1995, appena diciassettenne
“Il portiere titolare Luca Bucci era infortunato e il suo secondo era Alessandro Nista ed era lui che avrebbe dovuto giocare. Però Buffon in quella settimana si era proposto in maniera esagerata, in allenamento era impressionante e non faceva entrare mezzo pallone. Mi confrontai con Enzo Di Palma, che era l’allenatore dei portieri del Parma e ci siamo detti che poteva essere lanciato. Quando chiesi a Gigi se si sentiva di giocare titolare lui rispose in maniera sicura e direi anche sfacciata, dicendomi che non ci sarebbe stato alcun problema. Avevo capito che era l’uomo giusto”.
L’esordio non fu contro una squadra qualsiasi, visto che era il Milan di Capello in panchina, Baggio e Weah in attacco, che andò a vincere quel campionato
“Non è per vantarmi, ma sono orgoglioso di aver preso quella decisione. Magari sarebbe successo il mese o l’anno dopo perché Gigi aveva dei numeri incredibili, si capiva benissimo che sarebbe esploso. Quel pomeriggio ho rischiato ma era un rischio abbastanza complicato”.
L’ambiente Parma è stato anche l’ideale per un giovane
“Avevo collaboratori straordinari, giocatori di grandi qualità che potevano dialogare a tutti i livelli, privatamente o tecnicamente. Quindi discutevamo sempre, eravamo sempre coinvolti in tutte le cose. Di quel Parma ho un ricordo straordinario, abbiamo fatto risultati impensabili in quel periodo che non ci siamo goduti sufficientemente. Vedendola a distanza di anni mi dico: però, abbiamo fatto cose importanti, senza oltrepassare quella linea di sicurezza e di responsabilità che avevamo. Ci si allenava e ci si aiutava tantissimo. analizzavamo tutto, anche un passo storto. Era un lavoro molto impegnativo ma facile, perché a Parma era come se fossimo un gruppo di amici e tutto era più semplice”.
Che ragazzo era Gianluigi Buffon?
“Era maturo già a 17 anni. Era un guascone, con l’incoscienza dell’età che aveva. Non si rendeva conto che andava a esordire contro il Milan ma forse l’abbiamo messo nelle condizioni di non pensarci troppo. In allenamento non si faceva far gol da nessuno, era in una condizione fisica e psicologica straordinaria. Come carattere dimostrava di avere molti anni in più, poi nel tempo è maturato. Riguardo il debutto l’ha vissuto in maniera importante e ha saputo cogliere la straordinarietà della sua prestazione senza esaltarsi”.
Si sarebbe mai aspettato una carriera simile?
“Vederlo da ragazzino che parava con quella sicurezza e spavalderia era sicuramente il preludio per una carriera straordinaria. Poi ci vuole anche fortuna per arrivare in Paradiso. Lui ci è arrivato perché ha saputo cogliere dei valori importanti, ha saputo valutare le cose che ha sicuramente imparato. Da parte nostra abbiamo centellinato la sua ascesa al grande palco per aiutarne la crescita. Riguardo al fatto se mi fossi accorto che era un predestinato rispondo dicendo che se non l’avessi capito non l’avrei fatto debuttare contro il Milan. Sicuramente avrei lanciato Nista, secondo di grande valore che ha dimostrato grande intelligenza accettando lamia scelta. Si rese conto anche lui del talento di Buffon e quando io decisi all’insaputa di tutti di far giocare Gigi e non lui accettò e si mise in panchina. Non è una cosa da poco, perché Nista aveva un curriculum di tutto il rispetto e con l’infortunio di Bucci poteva essere la sua occasione e farsi scavalcare da un ragazzino della Primavera può dar fastidio. Ripeto, capì anche lui che si trovava di fronte a un fenomeno emergente e accettò”.
Il lancio di Buffon scalzò Luca Bucci. Uno che era nel giro della Nazionale…
“In quel periodo era infortunato e Buffon giocò per quello. Poi è chiaro che la crescita di Buffon era evidente, però ricordo Luca con grande affetto e anche Parma, alla quale ha dato tantissimo facendo si apprezzare molto. Lo stesso Pippo Marchioro, che lo ebbe alla Reggiana mi chiese di non portarlo con me a Parma perché la sua presenza aveva un peso del 50% sulla squadra. Però il Parma era titolare del cartellino e decise di puntare su di lui”.
Lei ha allenato immensi campioni, come Gianfranco Zola o Hristo Stoichkov. Buffon rimane il numero uno fra quelli che ha avuto?
“Paragonare il portiere a un giocatore di campo è difficile però come atleta dico che Buffon è quello che più di tutti ha esaltato il ruolo dei giocatori che ho avuto. E come portieri posso assicurare di essere ben abituato: alla Reggina avevo Mauro Rosin, che aveva grandissime qualità e ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato e in Germania avevo Stefan Klos, che era portiere della Nazionale tedesca. Ma Buffon era qualcosa di unico, averlo dava una tranquillità pazzesca al reparto. Sono infatti convinto che il portiere sia fondamentale in una squadra, a seconda della sua bravura ne consegue la sicurezza dell’intera squadra. Non a caso la Juventus ha speso una cifra record per averlo, investimento tanto caro quanto azzeccato”.
Lei è l’artefice del miracolo Parma, ha vinto l’Interconinentale col Borussia Dortmund ed è stato un pioniere nell’est Europa, avendo allenato Shakhtar e Spartak Mosca. La rivedremo in panchina?
“Il fatto che non alleni è dovuto a una mia scelta. Così come fu una mia volontà quella di girare il mondo andando ad allenare in Germania, Turchia, Russia e Ucraina. Esperienze che mi hanno arricchito soprattutto umanamente. Adesso sono 5-6 anni che sono fuori dal calcio e non nascondo che negli ultimi due anni la vogli ami sia tornata. Perciò sono alla finestra, disposto a valutare le offerte che arrivano e ammetto di essere stato molto vicino la scorsa stagione ad allenare una grande squadra italiana. Trattativa che non si è conclusa per pochissimo. Ho voglia di cimentarmi ancora in panchina e non la ritengo una cosa negativa, piuttosto una cosa che ti fa sentire vivo. Se dovessi scegliere dove allenare dico che avrei voglia dopo le ultime esperienze all’estero di parlare italiano, anche se, ed è una cosa che consiglio vivamente, suggerisco a chi ne ha la possibilità di farsi un’esperienza fuori”.
Per chiudere, cosa si sente di dire a Gianluigi Buffon?
“Innanzitutto gli faccio i migliori auguri di compleanno, sicuro che la sua carriera sarà ancora luminosa e immensa”.Oggi Gianluigi Buffon compie 34 anni. Per l'occasione gli arrivano gli auguri di compleanno da parte di chi l'ha lanciato in Serie A: Nevio Scala. In esclusiva per TuttoJuve.com