Dalle plusvalenze all'inchiesta Doppia Curva, fino alle squadre "tutelate" dal calendario: vi spieghiamo il funzionamento della "BAR condicio"

24.01.2025 00:05 di  Luigi Schiffo   vedi letture
Dalle plusvalenze all'inchiesta Doppia Curva, fino alle squadre "tutelate" dal calendario: vi spieghiamo il funzionamento della "BAR condicio"

Questi giorni sono ricchi di spunti per parlare di quella che mi piace definire “BAR condicio”, ovverosia la “condizione da bar” (che sostituisce la più credibile “par condicio” cioè “parità di trattamento”) su cui si fonda il sistema calcio italiano in tutte le sue componenti – media inclusi – quando di mezzo ci sono i colori della Juventus.

Che cos’è la “BAR condicio”? Semplicemente la condizione in cui si trova qualunque tifoso bianconero in qualsiasi bar d’Italia: inizia a parlare di calcio con altri tre avventori tifosi di altre squadre e, non appena il discorso va su arbitri, plusvalenze, farsopoli, bilanci e simili, ecco che scatta l’incantesimo. I tre, a prescindere dal tifo di appartenenza, si coalizzano contro lo juventino sulla base dell’assioma “Ma voi che rubate da sempre, cosa vi lamentate per una volta che vi puniscono o che vi vanno contro?”. Essendo un assioma, cioè un fatto evidente di per sé che non necessita di dimostrazioni, è assolutamente inutile che il “gobbo” di turno provi a portare il discorso sulla logica, sulle regole, sul confronto con gli altri. È così è basta: i tre se ne andranno felici di aver messo al suo posto lo juventino.

Ecco, sulla base della BAR condicio così intesa, si possono leggere le vicende di stretta attualità.

Fatturato delle top 20 in Champions League: avrete senz’altro visto che la Juventus è scesa dall’11mo al 16mo posto con 357 milioni di Euro, superata da Inter e Milan. La causa? I 130 milioni mancanti a bilancio per la scorsa stagione senza Europa. Cosa c’entra qui la BAR condicio? Facile…Perché mancano quei 130 milioni? Perché la Procura Federale giusto due anni fa ha deciso di penalizzare in modo “rapido e afflittivo” la Juventus per le plusvalenze sulla base di intercettazioni telefoniche propinate quotidianamente dai mass media, frutto di un’indagine condotta dai magistrati della Procura di Torino “bravi e fortunati” come li ha definiti Chiné. I tre avventori non juventini del bar – e quindi antijuventini- sono soddisfatti: “Finalmente l’avete pagata, truffatori!”.  Lo juventino ha un bel dire che la Procura non era competente; che il magistrato inquirente napoletano era dichiaratamente antijuventino; che le plusvalenze sono una voce normalmente messa a bilancio da tutte le società come riconosciuto dagli stessi report della FIGC (20% del fatturato circa di tutte le società, mentre quelle imputate alla Juventus rappresentavano meno del 5%); che i giocatori in questione a volte negli anni hanno acquisito un valore anche decisamente maggiore; che le norme federali prevedono al massimo una multa (come applicato in passato in tutti gli altri casi) e che quindi la “slealtà sportiva” non c’entra nulla; che altre società hanno fatto plusvalenze con giocatori mai giunti a destinazione e che oggi giocano tra i dilettanti e nessuno ha detto niente. Non c’è ragione che tenga, la BAR condicio si basa su un assioma, quindi è inutile portare tonnellate di argomenti.

Inchiesta Doppia Curva: pare che Chiné in questi giorni abbia deciso di iniziare gli interrogatori dei tesserati che hanno avuto contatti con gli ultras infiltrati dalla criminalità organizzata. Bene, vedremo le decisioni. Intanto però sui media se ne parla poco o niente, nonostante un quadro grave e certificato da intercettazioni, confessioni, verbali della Procura e rivelazioni di un pentito.  Naturalmente e giustamente prevale il garantismo. Ora anche per la giustizia sportiva sembra valere il principio della “presunzione di innocenza”. E il presidente FIGC Gravina in Commissione Antimafia ha parlato di volontà di “premiare i meritevoli” invece che punire i colpevoli. Nel 2017 come erano andate le cose quando nel mirino c’erano i rapporti tra Juventus e ultras infiltrati dalla criminalità organizzata? Titoloni ogni giorno; inchieste televisive; procuratore federale in Commissione Antimafia a spiegare richieste pesantissime per Agnelli sulla base di un’intercettazione inventata (salvo sbugiardarsi clamorosamente); giustizia sportiva in cui valeva ovviamente e giustamente la “presunzione di colpevolezza”. Tutto accettabile per il popolo calcistico italiano? Certo la BAR condicio è sempre quella: l’assioma prevede che sia la Juve ad avere comportamenti criminali. Gli altri al massimo sono vittime di poteri più forti di loro e delle mancanze dello Stato.

Napoli-Juve: il big match di questo turno è uno di quelli emblematici del funzionamento della BAR condicio. L’anno scorso, con la Juve fuori dall’Europa, le squadre impegnate in Champions erano “tutelate” da FIGC e Lega Serie A con un calendario che evitava loro di incontrare la squadra di Allegri nelle settimane degli impegni europei. Quest’anno con il Napoli, fuori dalle coppe, non vale più questo principio. Per esempio questa partita capita in mezzo a due gare di Champions della Juve. Tornando alle plusvalenze, per la Juve la giustizia sportiva è stata colpevolista, rapida e afflittiva sull’onda delle campagne mediatiche. Per Osimhen e i giocatori dati in contropartita per 20 milioni (oggi uno ha smesso, due giocano nei dilettanti e uno in Serie C), sul Napoli sono calati il silenzio mediatico e il sonno della Procura Federale (senza dimenticare Manolas). Quanto poi ai famosi “episodi da Var”, pensate che se nel match d’andata la mancata espulsione per un fallo con il piede a martello e il retropassaggio volontario raccolto dal portiere in area piccola fossero stati a parti invertite, non sarebbero stati ricordati dalla grancassa mediatica in sede di presentazione del match? Siamo sempre lì. Per l’assioma della BAR condicio, la Juve rappresenta il potere brutto e cattivo, il Napoli “l’aria serena” in testa alla classifica. Anche se a guidarlo c’è il tecnico più juventino di tutti, che, presentando in conferenza stampa la partita, ha usato parole da “gobbo” che in casa bianconera non si sentono da tempo….Insomma l’allenatore del Napoli è l’unico ad aver detto “qualcosa di juventino” (parafrasando Nanni Moretti) in questa stagione!