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L'applauso di Bonetti: "Finalmente cose da Juventus, meglio tardi che mai. Conceição sbaglia otto volte su dieci, non è Yildiz. Rinnovo Vlahović? Con Tudor potrebbe fare altre valutazioni"

15.04.2025 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - L'applauso di Bonetti: "Finalmente cose da Juventus, meglio tardi che mai. Conceição sbaglia otto volte su dieci, non è Yildiz. Rinnovo Vlahović? Con Tudor potrebbe fare altre valutazioni"
TuttoJuve.com

"Meglio tardi che mai! Ormai si vedeva l'andazzo, ora possiamo dire che i giocatori sono tornati al centro del villaggio. E' arrivato un allenatore che concede molta libertà ed è più aggressivo, oltre a dare continuità alle scelte. Hanno ricominciato a fare le cose che danno più tranquillità alla squadra". Pensieri e parole di Ivano Bonetti, ex centrocampista bianconero dal 1985 al 1987, che in esclusiva ai microfoni di TuttoJuve.com ha parlato approfonditamente degli ultimi avvicendamenti in casa Juventus e non solo:

Hanno ricominciato a fare le cose da Juventus? Forse con Motta si era un po' persa quella juventinità.

"Sì, finalmente da Juventus. E da calcio vero. Lo chiamano calcio moderno ma non si possono inibire le qualità individuali di un giocatore per il gioco di squadra, ci deve essere sempre un equilibrio. Si può avere un'organizzazione nel recupero palla, ma senza l'esaltazione dell'estro non vai da nessuna parte. Altrimenti nessuno si assume più le responsabilità. Ora si è ristabilita la gerarchia dell'individualità, d'altronde Tudor conosce bene l'ambiente e quando arrivi alla Juve devi fare l'allenatore. Non di più".

La percezione con Thiago Motta era proprio che i giocatori non si sentissero molto responsabilizzati, qui invece arriva Tudor e dopo un 2-1 - seppur ottenuto con qualche affanno nel finale - tiene alta la concentrazione e parla apertamente di cambi che non sono entrati bene nella ripresa.

"Lui valuta l'individualità in base ai principi che sono sempre quelli, non è che il calcio lo hanno inventato ieri mattina. Si è portata l'impostazione del calcetto con questi continui scambi di posizione, ma il campo a 11 è molto più grande e la scelta che prende il giocatore è molto importante. L'esempio è lo stesso Yildiz che sta trovando continuità e tirerà fuori tutte le sue qualità, altrimenti uno vale l'altro".

Il paradosso volendo è Teun Koopmeiners: voluto a tutti i costi da Motta, che lo ha fatto giocare anche non in perfette condizioni, a livello tattico sembrava quasi ingabbiato. Con Tudor si sta vedendo qualche miglioramento, no?

"Koopmeiners ne deve fare di strada, ma è più semplice riuscire a fare la differenza in una porzione di campo ben definita piuttosto che andare a svariare su tutto il fronte tra attacco e difesa. A meno che non sei Platini che giocava da area ad area, ma Michel aveva le intuizioni di un genio. Comunque da qui a fine campionato riuscirà a trovare dei benefici, perché non è più soltanto un tener palla ma cercare di andare avanti e far gol".

Giusto dare fiducia a Vlahović?

"Tudor ha fatto una scelta ben chiara, perché crede che Vlahović possa far la differenza in termini di rendimento e di gol. Lo sta supportando in tutti i modi, poi il serbo è un tipo di calciatore che deve giocare sempre. Ciò non toglie che lui e Kolo Muani possano giocare insieme, anche perché uno dei difetti del calcio moderno è di non giocare mai con due punte. Le loro caratteristiche sono diverse: uno attacca la profondità e l'altro viene incontro. Forse la decisione è stata presa in base al cartellino, visto che uno è di proprietà e l'altro no. Però ribadisco che Tudor crede tantissimo in Vlahović".

Se dovesse restare Tudor, credi che Vlahović potrebbe rinnovare alla fine il suo contratto?

"Oggi leggo che c'è distanza tra le parti, ma è chiaro che le cose potrebbero anche cambiare. Non apprezzava probabilmente la discontinuità garantita da Motta, ma oggi sente la fiducia dell'allenatore. Quindi potrebbe valutare anche di restare, anche perché è alla Juve e non al Canicattì".

Cosa faresti invece con Conceição? Lo acquisteresti a titolo definitivo dal Porto?

"Dipende sempre dal tipo di calcio che vuole individuare la società, poi ci vuole l'allenatore che deve attuare le idee in campo. Conceição è un giocatore che salta sempre l'uomo, ma otto volte su dieci sbaglia il passaggio e regala palla agli altri. Non è come Yildiz che ha già le idee chiare quando dribbla, perché il portoghese invece aspetta sempre di capire cosa deve fare. Il primo è da Juve sicuramente e deve giocare, il secondo è un funambolo e non è ancora determinante nel passaggio vincente".

Forse è troppo egoista, no?

"No, non è quello. Conceição dimostra di non avere in mente che tipo di giocata fare, ovvero salta l'uomo e poi deve capire come concludere l'azione. Chi salta l'uomo deve avere già chiara l'azione completa, Yildiz in questo è già consapevole se tirare, passare o cercare un'altra soluzione".

 Quanto credi nella riconferma di Tudor?

"Innanzitutto credo nel quarto posto, sta badando al sodo ed è molto aggressiva. La stagione finirà in crescendo. Se la società sposerà questo tipo di calcio, allora è inutile andare a cambiare. Tudor gioca un calcio molto propositivo ma essenziale, ma se l'idea è di andare a prendere un profilo più vincente allora i nomi non è che siano tantissimi: o Mancini, o Conte che è impegnato col Napoli. Staremo a vedere".

Si ringrazia Ivano Bonetti per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.