Repubblica TO - Inchiesta Juve, il giallo della busta sparita

L'edizione torinese de La Repubblica dà gli ultimi aggiornamenti sull'inchiesta relativa ai conti della Juventus. Si parla di una busta chiusa consegnata a un importante notaio di Torino. Con un’indicazione: distruggerla se nessuno si fosse presentato a ritirarla dopo una certa data. Ma quando la guardia di Finanza ha bussato alle porte dello studio, era già stata stracciata. E nemmeno la professionista, specializzata in diritto commerciale con particolare riferimento alle operazioni straordinarie delle società di capitali, aveva saputo dire di quale segreto si trattasse e soprattutto chi riguardasse. Ma del plico ormai non c’era più traccia.
Come riferito nel pezzo di Sarah Martinenghi, parte da qui il sospetto degli investigatori che indagano sulle trattative private dei calciatori della Juventus sul pagamento in differita delle mensilità di stipendio a cui formalmente avrebbero dovuto rinunciare per aiutare la società a fronteggiare i mancati introiti dovuti al Covid. Quella misteriosa busta “stracciata” dal notaio non sarebbe quindi stato un caso unico, bensì, per i pm, sintomo di una “prassi”: custodire all’esterno della società le scritture private che contengono gli accordi, giocatore per giocatore. (...). Le tracce di queste carte segrete sarebbero emerse dalle mail e dagli appunti manoscritti dell’avvocato Cesare Gabasio (uno degli indagati insieme alla dirigenza della Juve) trovati durante la perquisizione precedente. Gli studi legali però non sarebbero gli unici ad aver avuto un ruolo nelle trattative. "Dai documenti sequestrati risultano aver partecipato anche un commercialista di Milano e uno di Torino in merito alle trattative di Ramsey e Danilo Luiz, gli agenti Alessandro Lucci e Alessandro Lelli per Leonardo Bonucci, Cuadrado e Kulusevski".