UNA PAROLA, MERITOCRAZIA

C’è una parola che vale più di tutto almeno vedendo la prima gara della Juventus contro il Como ed è meritocrazia.

MERITOCRAZIA MBANGULA -  Non sappiamo se questo concetto sarà valido per tutta la stagione, crediamo di sì, ma sicuramente vale per la prima di campionato dove Thiago Motta non ha guardato la carta d’identità, non ha guardato l’esperienza, non ha guardato il valore del cartellino, non ha guardato i soldi spesi sul mercato ed ha schierato dall’inizio il giovane Mbangula, zero presenze in serie A, alcune prestazioni convincenti in Next Gen, un buon precompilato almeno dal punto di vista degli allenamenti forse più che delle partite. La spiegazione di Motta è stata semplice semplice, lo aveva visto bene in allenamento e questo lo può vedere solo Motta e il suo staff non sicuramente i tanti giornalisti e tanti opinionisti e tanti esperti o soloni del mondo bianconero e non.

Una scelta che ha pagato e quello che paga più di tutti èquel sorriso venuto quasi spontaneamente. quasi fosse ironico, quasi fosse beffardo, come dire, avete visto?

REGOLA - Un esempio per il presente, per il futuro, non sarà una legge scritta perché con il Como forse ti puoi permettere di far giocare il giovane Mbangula,ma in altre gare forse, a partire dalla stessa Verona, serviranno giocatori più di esperienza.

La situazione, però vale da esempio di quello che può essere il paradigma di questa stagione bianconera dove l’allenatore italo-brasiliano non farà scelte basate su schemi precostituiti o su diritti acquisiti, ma si baserà sulle sensazioni che avrà giornalmente e darà una chance a tutti e questo è importante.

Si vuole creare un gruppo equilibrato, tosto all’interno del quale ci sono fedelissimi ma ci sono anche giocatori che sono consapevoli che se lavorano ogni giorno in una maniera professionale, continuativa, intensa e professionale e con grande mentalità possono avere la loro occasione e soprattutto possono regalarsi delle notti speciali come quella del giovane belga di lunedì.

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