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TJ - Report riscrive Calciopoli. Moratti invitò a cena il designatore Bergamo. Bergamo: "Moggi e Giraudo fatti fuori da accordo industriale". Tutti gli aggiornamenti

17.04.2023 23:15 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
LIVE TJ - Report riscrive Calciopoli. Moratti invitò a cena il designatore Bergamo. Bergamo: "Moggi e Giraudo fatti fuori da accordo industriale".  Tutti gli aggiornamenti

di Giorgia Zuddas

23:29 - L'ex procuratore generale di Napoli Giandomenico Lepore a Report:

Dopo Calciopoli ha visto più il calcio allo stesso modo di come lo vedeva prima?
"Dopo Calciopoli avevano fatto un guaio perché io andavo a vedere le partite e quando vedevo correre l’attaccante verso la porta mi veniva da chiedere: ‘Ma questo si è messo d’accordo con l’attaccante con il portiere e i difensori o sta correndo per i fatti suoi e andrà a segnare legalmente?’. Così ho preferito non andare allo stadio".

23:28 - Carraro a Report: "La Lazio aveva subito una serie d’ingiustizie. Giocano la partita qui a Roma e gli negano un rigore plateale. Io avevo detto a Bergamo: ‘Per favore, state attenti. Per favore, diamo una mano alla Lazio’".

23:27 - Intercettazione Bergamo-Carraro.

Autieri: "La Fiorentina vince 2-1 grazie anche per un presunto rigore non concesso al Chievo. Una vittoria che consente alla squadra di Della Valle di credere ancora nella salvezza. Carraro interviene anche in sostegno della Lazio e in una intercettazione del 3 febbraio del 2005, dopo l'ennesima sconfitta del club, chiama il designatore Bergamo".

Carraro: "Domenica giocano a Milano e va bhè…ed è una partita oggettivamente difficile, poi però bisogna dargli una mano".
Bergamo lo rassicura: "No, no, recuperiamo, recuperiamo".

23:26 -  Intercettazione esclusiva tra Carraro e Bergamo dell’8 maggio 2005 prima di Chievo-Fiorentina
Carraro: "Chi è andato a Chievo Fiorentina?".
Bergamo: "Dondarini"
Carraro: "Eh, buono no?"
Bergamo: "Sì, sì internazionale, però ha avuto una partita sfortunata con la Fiorentina. E’ quello della doppia espulsione, dottore". 
Carraro: "Eh, ho capito…vabbè adesso avrà imparato, speriamo no?"
Bergamo: "Penso proprio di sì"

23:25 - Carraro a Report:

Ci stanno un paio d’intercettazioni sulla Fiorentina, anche sue…
"Mie no"
Di protezione della Fiorentina…
"No, Fiorentina non è vero"



 

23:24 - Autieri: "Bertini non la dice tutta, interrogato nel corso di un processo lo stesso arbitro rivela che  in quell'occasione Facchetti disse: "Speriamo di correggere la prima casella con questa partita, ovvero la casella delle vittorie dell'Inter".

23:23 - Bertini a Report:

Bergamo la chiamò dopo quella telefonata con Facchetti?
"No, assolutamente".
E' vero però che la chiamò Moratti e che Facchetti venne una volta nello spogliatoio da lei a dirle.
"Non ricordo che fosse venuto Moratti nello spogliatoio, sicuramente Facchetti".


23:22 - Bergamo a Report: 

Facchetti la chiama prima della semifinale di Coppa Italia su Bertini e le dice: 'Mi raccomando, facciamo in modo....".

"Io gli rispondo facendo una mezza battuta alla livornese".
Una capriola.
"Sì, facendo una capriola. Certamente non mi sono permesso di,... a Bertini... fai attenzione al quinto risultato".


23:21 -  Intercettazione Facchetti-Bergamo dell’11 maggio 2005 prima della semifinale di Coppa Italia: Cagliari-Inter.
Facchetti: "Ho guardato lo score di Bertini: 4 vittorie, 4 pareggi, 4 sconfitte". 
Bergamo: "Porca miseri, facciamo 5,4,4…eh sì, ma vittorie però".
Facchetti: "Diglielo che è determinante domani"
Bergamo: "E’ un ragazzo intelligente, ha capito ora come si cammina. Ci è voluto un po’ a capire, ma insomma…".
Facchetti: "Ahahahah".
Bergamo: "E’ meglio tardi che mai dai…".


Facchetti la chiama per una semifinale su Bertini. Le dice: ‘Mi raccomando, facciamo in modo…’
Bergamo: Io gli rispondo facendo una mezza battuta alla livornese, facendo una capriola. Certamente non mi permisi di dire a Bertini ‘Oh, fa attenzione al quinto risultato’
Bergamo la chiamò dopo quella telefonata con Facchetti?
Bertini: No, assolutamente. 
E’ vero che la chiamò Moratti? E che Facchetti venne una volta nello spogliatoio da lei a dirle…
Non ricordo che fosse venuto Moratti nello spogliatoio, sicuramente Facchetti.

23:20 - Intercettazione esclusiva del 26 maggio 2005 tra Facchetti e il vicepresidente Figc Mazzini:

Innocenzo Mazzini (Vicepresidente Federcalcio): "Ma che sta succedendo con questo Andreolli? Prima ha fatto un certificato falso, poi lo rivolete". 
Giacinto Facchetti (presidente Inter): "No, no, no quello lì del certificato falso è veramente una palla grossa come una casa".
Mazzini: "L’avete mandato però"
Facchetti: "Eh, ma perché il nostro medico ha fatto questa ecografia e secondo lui c’era una lesione fra il primo e il secondo grado. Questo ragazzo è venuto a far l’allenamento e scaldandosi non ha sentito male. Adesso Mancini chiama e dice: ‘Ma io domenica devo farlo giocare’".
Mazzini: "Ma questo ragazzo è a fare l’Europeo, domani gioca. E’ in Ungheria questo ragazzo"
Facchetti: "Ah, in Ungheria?"
Mazzini: "Giacinto, io faccio qualunque cosa ma insomma…un minimo di decenza bisogna averlo"



23:19 - Meani a Report:

Anche l’Inter, diciamo, cercava di difendersi…
"Era una persona che stimavo tantissimo, c’è qualcosa che riguarda Facchetti in maniera molto marginale. E’ proprio la dimostrazione che ognuno faceva…"




23:18 - Intercettazione Meani-De Santis del 20 aprile 2005 dopo Juventus-Inter
Meani: "Aho"
De Santis: "Allora"
Meani: "C**o, ormai ti voglio bene solo io, P**a Eva". 
De Santis: "Ormai niente…ho fatto fa’ il silenzio stampa alla Juve, ma ti rendi conto? Non c’era mai riuscito nessuno nella storia del calcio"

23:16 - Meani a Report: 

C’è un’intercettazione sua di un giornalista nella quale parlate di una partita tra Inter e Juve…
"Sa che sinceramente non me la ricordo questa telefonata?".

23:15 - Intercettazione tra Leonardo Meani e un giornalista del 20 aprile 2005 prima di Juventus-Inter:
Giornalista: "Qui dicono che con De Santis l’Inter non vince"
Meani: "Eh lo so anch’io"
Giornalista: "Ah lo sai anche tu? Io ho avuto due parole, non ti dico con chi…poi te lo dirò a voce. Mi dicono qui quelli del Milan che hanno lavorato male perché qui ci siamo trovati il De Santis sulle palle, cosa facciamo?".
Meani: "Quelli del Milan? Devono svegliarsi quelli dell’Inter…"
Giornalista: "Sì, ma qui la posta in palio non è più quella dell’Inter. Qui la posta in palio è quella del Milan, quindi quelli del Milan che hanno dormito".
Meani: "Vedi la differenza. Io quando ho giocato Juve-Milan De Santis non ce l’avevo neanche in griglia"
Giornalista: "Ahahahahahah"
Meani: "E’ vero eh? Io ho preso il telefono e gli ho detto: ‘Se c’è in griglia DE Santis spariamo i cannoni di Navarone"

23:13 - Meani a Report: "Ti do un’altra dritta. ‘Il problema’ – dice – ‘è che non ci sono soldi’. Ma sai quali erano i soldi? Era che sti arbitri di Serie A prendevano 5mila euro a partita. E se io rompevo il c**o, o qualcun altro, e diceva ‘come fai di cognome?’ (il giornalista risponde ‘Autieri’) per due mesi lo tieni fermo, non lo mandi più in Serie A questo qui. Tu dentro la tua testa dicevi: ‘C**o, io perdo sei partite, sono trentamila euro!’ Sono soldi".

23:12 - Autieri: "Prima dell'intercettazione incriminata, Paparestaera già finito nell'occhio del ciclone, perchè accusato di aver favorito il Milan in altre occasioni. Una di queste è la partita Milan-Empoli del 10 aprile 2004, quando a pochi minuti dalla fine Paparesta fischia un rigore  discusso a favore del Milan ed espelle il portiere dell'Empoli. Il match finirà con la vittoria della squadra di Berlusconi. E ora Meani svela quale era il sistema per oberare le pressioni sugli arbitri: "


23:11 - Intercettazione Meani-Paparesta del 27 aprile 2005:

Meani:
 "Allora, il tuo dossier è già nelle mani di Letta".
Paparesta: "Ah, sì…".
Meani: "Il quale conosceva già il…".
Paparesta: "Come ti avevo detto eh…".
Meani:  "Adesso tu puoi dire ai tuoi clienti che la roba…infatti mi ha chiamato proprio un minuto fa Galliani, ha detto di salutarti tanto, di stare in gas".
Paparesta: "Ahahahah, cerchiamo sempre di stare in gas, guarda è importante".

23:10 - Paparesta a Report: "Io faccio il dottore commercialista e mi sono sempre occupato di operazioni legate al mondo dell’energia e della finanza.
Non era un po’ inopportuno secondo lei?
"Sicuramente con il senno di poi sì".


23:09 - Meani a Report:

C’è un’intercettazione in cui Galliani le dice che il Dossier di Paparesta è nelle mani di Gianni Letta.
"Paparesta viene a fare una partita a Milano. Finita la partita mi dice: ‘Sono il revisore dei conti di questa azienda che si occupa’ – se non mi sbaglio – ‘di energie rinnovabili’, qualcosa del genere. ‘Avrei piacere, se fosse possibile, di far arrivare questo studio agli uffici della Presidenza del Consiglio".

Un favore
"Era un favore, ma di lavoro".


 

23:08 - Intercettazione Galliani-Meani del 27 aprile 2005:

Galliani: "Dica a Paparesta allora"
Meani: "Sì…".
Galliani: "Che il dossier eccetera…è nelle mani di Letta".
Meani: "Perfetto".
Galliani: "E che questa mattina mi ha chiamato, mi ha detto che conosce la vicenda e che interverrà".

23:08 - Meani a Report: "Collina un giorno mi chiama e mi dice: ‘Mi ha chiamato Carraro e mi ha proposto di fare il designatore’. Però sempre mi dice: ‘Io ho ancora due anni per arbitrare e prima di accettare vorrei sentire il parere del presidente della Lega".
Non era anomalo secondo lei che incontrasse Galliani?
"Eh no, era il Presidente di Lega. Purtroppo, o per fortuna, Galliani aveva questo ruolo".
 


23:07 - Intercettazione del 13 aprile 2005. Al telefono Meani e Collina: 
Meani:
"Lui addirittura a me ha detto: ‘Ma dai organizziamo o lì da te a Lodi’. Però io dico: ‘Anche da me sai…perché sennò la cosa è per incontrarsi e uno prende una…’. Lui ha detto anche a casa sua, a casa di Galliani".
Collina: "Però sai…il problema è che sia io che lui siamo ben riconoscibili, per cui non vorrei che qualcuno vede…e così...forse l’ideale potrebbe essere proprio la sera di chiusura del tuo locale…". 
Meani: "Esatto, a Lodi".
Collina: "Una volta che io entro nel parcheggio sei nel tuo ristorante, non ci…non ti vede nessuno".
Meani: "Cancello chiuso".
Collina: "Hai capito? Nessuno ti vede".


 

23:06 - Autieri: "E' lui l'anello di congiunzione tra gli arbitri e Adriano Galliani, vicepresidente del Milan e presidente della Lega Calcio. L'uomo che organizza  l'incontro segreto con Pierluigi Collina, l'ex numero uno dei fischietti italiani, oggi presidente della Commissione arbitri della Fifa".

23:05 - Leonardo Meani, responsabile arbitri AC Milan 2001-2005, a Report: "Ero qua nel mio ristorante e ad un certo punto ricevo una telefonata. Io dico: ‘Chi è?’. ‘Sono il Maresciallo tal dei tali della Procura di Napoli e sto venendo perché le devo consegnare un avviso di garanzia".

23:04 - Autieri: "Le intercettazioni dimostrano che anche il Milan, allora il principale contendente alla vittoria dello Scudetto, brigava per avere degli arbitraggi amici. L'uomo designato era Leonardo Meani, ex arbitro, una famiglia di ristoratori, vicinissima al vicepresidente del Milan e allora vicepresidente di Lega Adriano Galliani". 
 


23:03 - Bergamo a Report:

Rodomonti lei lo chiamò dopo Carraro…
"L’unico, è vero. Quando fu sorteggiato sfortunatamente ancora per una gara delicata dove c’era la Juventus, gli dissi: ‘Guarda, fai attenzione’. E’ vero, non voglio nascondermi dietro a un dito. ‘Se hai dei dubbi, cerca di risolverli bene e non ti creare danni'".



23:02 - Imtercettazione Rodomonti-Bergamo:

Rodomonti: "Paolo"
Bergamo: "Mi raccomando Pasquale perché hai faticato per arrivare lì, per ritornarci e quindi...credimi, io mi aspetto che tu non sbagli niente".

Rodomonti:
"Mi fa immensamente piacere per quello che hai detto perché è la verità". 
Bergamo: "Oltretutto c’è una differenza tra le due squadre di 15 punti, capito? Se ti dico proprio la mia, in questo momento se hai un dubbio pensa più a chi è dietro piuttosto che a chi è davanti". 

Rodomonti: "Vabbè"

Bergamo: "Dammi retta".
 


23:01 - Autieri: "Dopo la telefonata di Carraro, Bergamo chiama Rodomonti, l'arbitro designato, e lo mette in guardia".

23:00 - Franco Carraro a Report:

C’è un’intercettazione di Bergamo in cui parla con lei, nella quale lei prima di un Juventus-Inter dice “mi raccomando non favorite la Juventus”.
"
Sì. Io gli dico: ‘Guardi che se fosse Collina non sarebbe un problema perché se sbaglia Collina nessuno dice niente. Rodomonti è un arbitro che non ha una grande reputazione. Per carità di Dio, se va Rodomonti e sbaglia contro l’Inter succede il casino’.

Lo stesso Carraro che le telefona e le dice ‘state attenti alla Juve, piuttosto fate vincere l’Inter’. Lei come le viveva queste? Non come pressioni?
"Le vivevo come una situazione che dovevo affrontare. Cioè che questa pressione fosse su di me perché quello era il mio compito. Gli arbitri non hanno mai saputo niente di queste pressioni".



22.59 - Intercettazione del 28 novembre 2004 prima di Inter-Juventus. Al telefono Franco Carraro e Paolo Bergamo, presidente federale e designatore.

Carraro:
"Chi c’è lì a Juventus…".
Bergamo: "Rodomonti…è Inter-Juventus".
Carraro: "Mi raccomando che non aiuti la Juventus, per carità di Dio eh. E’ una partita delicatissima in un momento delicatissimo della Lega. per carità di Dio, che non aiuti la Juventus".




22:58 - Bergamo a Report:
Dopo un Inter-Juventus De Santis le dice: “Menomale che è andata bene sennò qui succedeva un casino”.
"Mi chiamò e mi disse: ‘Siamo stati fortunati che è andato tutto nel verso per cui accuse non ce le possono fare’. Era così".

22:57 - Viene mandata in onda un'intercettazione inedita  successiva alla partita Juventus-Inter del 20 aprile del 2005, terminata con la vittoria dell'Inter per 1-0. Al telegono De Santis e Bergamo.

Paolo Bergamo:
"Massimo"
Massimo De Santis: "Paoletto…".
Bergamo: "Allora…".
De Santis: "Mamma mia…".
Bergamo: "Mamma mia. Eh, ma son già eh…".
De Santis: "Comunque Paolo l’importante è che questa è andata bene, se no sai che casino che succedeva".
Bergamo: "Eh Massimo, te ne esci con quello…con un campionato…no…d’oro…tipo eh. Ma che scherzi".
De Santis: "Ma che scherzi".





22:56 - L'ex designatore Bergamo: "Le pressioni le avevamo, eccome". 
Ma da tutti…
"Da tutti, su questo non c’è dubbio"-
C’è qualche squadra che non l’ha mai chiamata?
"No".



22:55 - Lepore a Report: "Se fossimo andati avanti ci sarebbero state altre squadre".

Secondo lei, quali?

"Subito dopo la Juventus, una pronta era l’Inter".



22:54 - Autieri: "Una risposta, anche se parziale, arriva dal tribunale di Roma, secondo il quale la fuga di notizie nasce proprio all'interno del Nucleo Investigativo  di via Inserci, il reparto che sta conducendo le indagini su delega della Procura di Napoli per mano di un pubblico ufficiale infedele".


22:53 - Giandomenico Lepore, ex Procuratore generale di Napoli 2004/2011: "Incominciammo con la Juventus perché era quella di cui avevamo più elementi raccolti. Ma dovevamo passare a tutte le altre squadre".

C’erano anche altre squadre?
"Sì, c’erano anche altre squadre. Quasi tutte le squadre, diciamo le cose come stanno. Un bel giorno uscì un supplemento de L’Espresso dove c’erano tutte le intercettazioni".

Quando stavate ancora in fase d’istruttoria…
"Sì. Automaticamente i telefoni furono chiusi, nessuno più parlava. Rimase solo la Juventus".

Siete riusciti a capire chi ha dato quelle carte a L’Espresso?
"Purtroppo no. Avevamo dei sospetti, ma elementi di prova non ne abbiamo avuti".
 



22:52 - Autieri: "Alla fine del lungo iter giudiziario l'unico fischietto condannato è Massimo De Santis, anche se la Cassazione sospende la condanna. Secondo i giudici, De Santis ha influenzato i risultati di due partite, Lecce-Parma e Fiorentina-Bologna. La procura sportiva invece chiude l'indagine dichiarando che nessuna partita del campionato 2004-05 è stata alterata. Moggi è davvero l'unico dirigente sportivo ad aver soffiato nell'orecchio degli arbitri? A distanza di 17 anni, l'ex procuratore Lepore racconta la sua verità".

22:51 - L'ex arbitro Gianluca Paparesta a Report: 

Moggi la chiuse veramente nello spogliatoio?

"Assolutamente no. Erano venuti sia lui che Giraudo a lamentarsi: ‘E’ una vergona, come si fa? Ogni volta che arbitri la Juventus veniamo penalizzati". 

Lei non segnalò il fatto?
"Non segnalai della protesta, ma non potevo nemmeno segnalare una chiusura che non c’era stata".
 
Perché non segnalò la protesta?
"Ci sono stati casi di altri dirigenti che sono venuti nello spogliatoio. Non è che li stai a sottolineare come il maestrino".

 



22:50 - Autieri: "Non sapendo di essere intercettato Moggi si vanta di aver chiuso un arbitro negli spogliatoi e per questo viene accusato di sequestro di persona. Siamo al termine di una turbolenta Reggina-Juventus conclusa con le protese dei dirigenti dela Juve e il malcapitato è Gianluca Paparesta".


22:49 - L'ex arbitro Tiziano Pieri: "L’avviso di garanzia mi venne consegnato a casa. Ricevetti una telefonata durante un volo di rientro da una trasferta, era la mia prima di Champions League".


22:48 - L'ex arbitro Paolo Bertini a Report: "Ricordo a Coverciano un raduno del mese di maggio, quando arrivarono i carabinieri di Via Inserci a Roma e notificarono gli avvisi di garanzia a tutti coloro che erano interessati". 


22:47 - Autieri: "Sono 11 i fischietti coinvolti nell'inchiesta e accusati di aver tradito la lealtà sportiva".

22:46 - Moggi a Report:

Come ci si sente ad essere considerato l’anima nera del calcio italiano?
"Ci si sente male. C’era tutta un’aggregazione che da una parte voleva cambiare la gestione della Juventus, mentre dall’altra annientare la Juventus non sul campo perché non era capace, ma con artifizi particolari". 

22:45 - Autieri: "L'ex carabiniere di fatto conferma che  una delle prove principali per sostenere il sistema Moggi nel processo, viene sequestrata in modo illegittimo, perchè senza rogatoria. Le schede svizzere danno i loro frutti e contribuiscono a confermare il quadro accusatorio del pm che considerano Moggi il vertice di un'associazione a delinquere  finalizzata alla frode sportiva. Il tribuinale sportivo lo riconosce colpevole e lo radio a vita, quello ordinario lo condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione, ma il reato si prescrive. Per la Cassazione Moggi ha commesso sia il reato di associazione a delinquere, sia quello di frode sportiva in favore della Juventus, oltre ad aver ottenuto vantaggi personali in termini di accrescimento del suo potere".

22:44 - Ex Carabiniere operazione Offside parla del contenuto delle sim svizzere a Report: "Lì c'è una dichiarazione mi ricordo benissimo perchè l'ho fatta io, falsa di De Cillis, che era il venditore delle schede. Io andai al Comando Provinciale di Como, iniziammo a fare il verbale e lui disse: 'Io tengo delle....'. Ma ce le hai qua? 'No'. Dove stanno? 'In Svizzera'. io chiamai il Comandante e dissi: noi stiamo facendo l'interrogatorio a questo ma questo ha detto che le schede stanno là. 'Ah, stanno là?'. Sì, stanno là. Va bene, domani tu vai, ma non vai.  E quindi mi misi in macchina con lui e andammo in Svizzera. E questo sotto lì in una busta aveva tutti i fogli...".

C'erano i numeri praticamente...
"I numeri, tutti i numeri di telefono". 




22:43 - Autieri: "I segreti di quelle schede sim sono conservate nella memoria di chi le sequestrò, il carabiniere incaricato di incontrare Arturo de Cillis, il titolare di un negozio di telefonia di Chiasso che le aveva vendute ad un uomo mandato da Moggi".
 

22:43 - Bergamo a Report: 

Ma lei questa scheda ce l’aveva?
"Pairetto mi portò una scheda dicendo: ‘Me l’ha data Moggi. Quando dobbiamo parlare di arbitri, usiamola perché possiamo essere anche noi intercettati’. Per una settimana abbiamo fatto delle telefonate con questa scheda, poi dissi a Moggi che non ce la facevo a tenere anche questa. La scheda la detti a mia moglie, che l’ha esaurita qui in zona. 
Era un po’ anomalo, però…
"Sì, lo era".



22:42 - Moggi sulle sim svizzere a Report:

Le sim svizzere le ha date?
Le ho date solo a Bergamo e a Pairetto. Parlando delle cose che possono succede nel calcio, e parlando anche di cose che non posso succede con il calcio, avevo detto che c’era un sistema, quello delle SIM non conosciute. Bergamo mi disse: ‘Dalle anche a me’. E io gliela detti 


22:41 - Moggi a Report: "Io non ho mai minacciato nessuno nè avevo voglia di minacciare anche perchè..."

Faceva sentire la sua autorità?
"Questo è un altro discorso, ma io ero un dirigente pagato, quindi volevo essere rispettato. Su questo non c'è dubbio".

Si difendeva bene, gli artigli ce li aveva...
"S', ma c'era la squadra, gli artigli per me erano la squadra".

22:40 - Cellino a Report: "Perdetti una partita col Milan a San Siro per un errore arbitrale. Dopo la partita salutai l'arbitro e mi disse "diglielo a Luciano...". Poi mi sono reso conto che la vittoria del Milan portava i rossoneri al primo posto con la Juve".



22:38 - Moggi a Report:

Lei che rapporto aveva con Pisanu?

"Io con Pisanu avevo un rapporto che era praticamente amico mio, in quanto che è vissuto al paese mio, eravamo rimasti amici da ragazzini e gli davo anche del tu".

 

22:37 - Cellino a Report: ""Mi chiama Berlusconi e mi chiede di candidarmi (alla presidenza della Regione Sardegna, ndr). Io gli dissi che un presidente di calcio non deve fare il politico. Riprende il campionato, subito 3-4 arbitraggi contro devastanti. Perdemmo 3 partite di seguito in modo vergognoso. Vado a Roma a casa di Berlusconi per parlare, presente anche il ministro Pisano. Ribadì che mi dovevo candidare... Io gli dissi che però gli arbitri mi stavano massacrando. Berlusconi guardò Pisano e disse: Ministro, chiami Carraro per dirgli che gli arbitri devono essere giusti nei confronti del Cagliari. E Franco Pisano rispose "Chiamo Moggi, che è meglio". Berlusconi diventò bianco...".

22:36 - Carraro a Report: "In quell’epoca avevamo dei problemi perché l’Italia aveva un grande debito pubblico, ma era imprenditorialmente un paese più importante di quello che è oggi. Il calcio italiano oggi è meno importante perché l’Italia oggi sul piano imprenditoriale è meno importante di quello che eravamo all’ora".

22:34 - Il conduttore Ranucci: "Guido Rossi era stato ex membro del Cda dell'Inter, e sarà il futuro presidente Telecom di Tronchetti Provera, che era anche vicepresidenrte dell'Inter, Rossi costituisce una commissione di saggi  che poi assegnerà lo Scudetto, quello controverso del 2006, all'Inter, dopo averlo sfilato alla Juventus, ormai penalizzata. Solo che poi succederà che nel 2011, dalle carte della Procura Federale, emerge che ci sarebbe stato da indagare anche sull'Inter e altre 10 squadre. In particolare, scrive il procuratore Palazzi, di indagare sul presidente dell'Inter Giacinto Facchetti, che nel frattempo era scomparso, e sull'azionista  di riferimento Massimo Moratti. Secondo la Procura federale avevano messo in piedi una rete consolidata di rapporti di natura non regolamentare diretti ad alterare i principi di terzietà, imparzialità e indipendenza del settore arbitrale", "finalizzati ad assicurare un vantaggio in classifica" all'Inter. Ma non fu fatto alcun accertamento, perchè tutto ormai era prescritto. A quel punto qualcuno pose il dubbio, ma lo Scudetto che era stato dato all'Inter, se doveva essere indagata, è legittimo o no? Perchè non lo togliamo? Quindi intervenne con un comunicato l'ex presidente Rossi che disse: era impensabile, non si sapevo all'epoca c'erano intercettazioni già nel 2005 a carico dell'Inter. E tutto finisce in una bolla di sapone. Tanto ormai l'epoca Moggi era lontana". 

22:33 - Cellino a Report: "Cercavo di tenere la baracca in piedi, stava crollando tutto iniziai a pulire tutte le schifezze che c'erano là dentro, non sapevo da dove iniziare. Eravamo 6-7 presidenti, sempre riuniti in Lega, a cercare di organizzare il campionato. Avevo un contenitore con tutti i dossier: chi era iscritto con una fideiussione falsa, chi si scaricava come Irpef il trasporto...andammo nel piazzale giù di sotto, c'era un bidone di ferro: buttammo tutto dentro e lo facemmo bruciare con la trielina. La Finanza tornò e non trovò un cazzo. E io non c'ero neanche...",

22:32 - Autieri: "Dopo le dimissioni e il commissariamento della Federcalcio con Rossi, anche la Lega cambia i suoi vertici. Adriano Galliani lascia e Massimo Cellino viene nominato presidente pro tempore". 

22:31 - Lippi a Report:

Le creò dei problemi non avere dei referenti?
"Ci siamo estraniati da tutto, andavamo a Coverciano e lavoravamo. C’era già la consapevolezza che stavamo costruendo qualcosa di forte. Non si pensava ad altro".

22:30 - Autieri: "Sulle ceneri della tangentopoli del calcio basta un sogno per riaccendere la speranza. Il 9 luglio del 2006 quel sogno prende la forma della Coppa del Mondo e il colore azzurro del cielo sopra Berlino".

22:25 - Lippi a Report:

Dopo Calciopoli per 5 anni vince lo Scudetto l'Inter. Era un modo per pareggiare i conti?
"Non lo so, perchè io non c'ero più nella Juventus, perciò diciamo che è per questo che hanno vinto il campionato (ride, ndr)". 



22:24 - Bergamo: "Riuscii dopo tanti tentativi ad essere ricevuto dall'Avvocato degli Agnelli, l'avvoca Galasso, e lui mi disse testualmente: 'Bergamo, guardi, io sono un tifosi della Juventus, in casa Agnelli si è preso in giro dieci milioni di tifosi, facendo apparire cose nelle quali noi che siamo qua sappiamo che non sono vere. Non le dico altro perchè il mio ruolo non mi consente di dire altro. Non se la prende perchè tanto è una cosa che nasce sopra le nostre teste".

22:23 - Autieri: "Il club ritira il ricorso al Tar e accetta la retrocessione in Serie B, da un lato per paura di ricevere nuove sanzioni dalla Figc, dall'altro per via delle esternazioni della Fifa Blatter, che minaccia di escludere la Juventus per cinque anni dalle competizioni europee. E' lo stesso Blatter più avanti a ringraziare Montezemolo per la decisione presa. Una decisione in linea con il cosiddetto stile Juve oppure animata dalla volontà dei nuovi padroni di sbarazzarsi di due manager ingombranti? E' ancora una volta l'ex designatore Paolo Bergamo a regalarci una testimonianza inedita".


22:22 - Moggi a Report:
Ma secondo lei c'è stata una saldatura tra una parte della famiglia Agnelli, dopo la morte dell'Avvocato, la morte del Dottore, e Moratti e quel mondo lì?

"io questo qui con precisione non lo so, so soltanto che i difensori della Juventus, l'avvocato Zaccone, è andato al processo a chiedere la Serie B con penalizzazione".



22:20 - Autieri: "I legami tra Giraudo, Andrea Agnelli e suo padre Umberto sono strettissimi, tanto che fino al 2006, l'anno dello scandalo, l'amministrazione delegato della Juventus è anche socio e amministratore della F.L.M.  75, la società di Umberto Agnelli ancora oggi di proprietà di Andrea, della sorella Anna e della madre Allegra".

22:19 - Bergamo: "La cordata che si era formata, quindi, Luca di Montezemolo, Grande Stevens, Gabetti ed Elkann dovevano portare John Elkann a capo del gruppo Fiat, mentre invece la presenza di Giraudo e Moggi prevedeva  che Andrea sarebbe andato a capo, perchè Giraudo la sua vita è stata come consulente di Umberto".

22.18 - Nicola Latorre, ex parlamentare del PD a Report: 
Bergamo ci ha detto che voi vi sentivate in quel periodo, che lei lo aveva avvisato di quello che stava per succedere.

"Per un certo periodo ci siamo parlati, gli segnalai che secondo me stava finendo la prima Repubblica del calcio". 

22:17 - L'ex designatore Bergamo a Report: "Si dice che fosse un accordo industriale fra Tronchetti Provera e Luca di Montezemolo, Grande Stevens, Gabetti e gli Elkann. L'accordo industriale che c'era lo so. Perchè io l'ho saputo prima che Moggi e Giraudo li stavano facendo fuori. Chi me l'ha detto?  Me l'ha detto il segretario di D'Alema. Segretario, insomma, era l'onorevole Latorre, mi fece una telefonata  e mi disse: fai attenzione!".

22:16 - Autieri:
"Ma secondo una testimonianza fino ad oggi inedita, ad abbattere il sistema Moggi sarebbe stato il fuoco amico".


22:15 - Moggi a Report: "Si, questo è successo prima della partenza dei campionati del mondo, non volevano Lippi, Cannavaro, Buffon, però poi dopo io la parte  mia l'ho fatta con questi ragazzi che erano demoralizzati, ho parlato con loro, erano giocatori miei, era l’allenatore mio, e questi sono andati a difendere l’Italia nel migliore dei modi e soprattutto non tenendo conto di quelli che li volevano far restar a casa”.


22:14 - Marcello Lippi a Report:

Guido Rossi voleva rimuovere Lippi dalla Nazionale?
"Lo sento adesso da lei per la prima volta.  Non lo so, lo sento da lei per la prima volta".


22:13 - Parla Franco Carraro a Report:

Come nasce la nomina di Guido Rossi come commissario straordinario della FIGC?
"Il suo nome è stato suggerito al CONI da qualcuno del Governo o della maggioranza di centro-sinistra. Il Governo Prodi. Diciamo che la politica in quel momento forse cerca di metterci le mani, ma poi lascia stare". 

22:12 - Autieri: "Il 12 maggio del 2006 la Procura di Napoli iscrive sul registro degli indagati  41 persone, oltre a Luciano Moggi ci sono i vertici della Federcalcio, il presidente Franco Carraro e il vicepresidente Innocenzo Mazzini, alcuni dirigenti sportivi  e numerosi arbitri. Ma attenzione alle date: il 16 maggio l'Italia cambia rotta politica, Romano Prodi viene nominato per la seconda volta presidente del Consiglio.  Nello stesso giorno il Coni nomina commissario della Federcalcio Guido Rossi, lo stesso giurista che era stato  membro del Consiglio di Amministrazione  dell'Inter e che un anno dopo sarebbe diventato il presidente di Telecom Italia".

22:11 - Ex carabiniere operazione Offside: "Baldini veniva sempre in caserma, sarà venuto 7-8 volte, stava sempre là, parlava solo con Auricchio perchè poi non rilasciava mai dichiarazioni. Noi ufficialmente non avevamo un ca....0 in mano. Poi il comandante ci diceva: mette sotto controllo a questo, mettete sotto controllo a quest'altro, andate ad acchiappare questo, andate ad acchiappare quest'altro"

22:10 - Autieri: "Baldini pronuncia queste parole il 4 giugno del 2005, un anno prima dell'esplosione dello scandalo, parlando con l'ex vicepresidente della Federcalcio che era intercettato dai Carabinieri. Ma quella che appare una profezia, viene oggi spiegata da un ex Carabiniere del Nucleo Operativo di Roma, che partecipò alle indagini su Moggi. Baldini infatti era una fonte segreta dei Carabinieri".

22:09 - Viene mandata in onda l'intercettazione tra Franco Baldini e Innocenzo Mazzini, all'epoca rispettivamente dirigente Roma e vicepresidente Federcalcio:

Baldini: "Ascolta, io ti dico una cosa, Innocenzo. Forse se te ti comporti bene, quando farò il ribaltone – tanto lo farò perchè io vivo per quello, fare il ribaltone e buttar tutti di sotto dalla poltrona… – io ti salverò, forse"



22.08 - Autieri: "Ma la garanzia del Presidente del Consiglio non basta,  anche perchè sono in tanti che lavorano per scardinare il sistema Moggi. Oltre all'Inter anche la Roma di Franco Sensi, che mette al servizio delle indagini il suo direttore sportivo Franco Baldini".
 

22:07 - Moggi a Report:

E' vero che Berlusconi le disse che lei era intercettato?
"Sì, mi disse, guarda, ci sono delle intercettazioni che però non c'è niente di penale perchè qui il problema non si pone". 



22:06 - Autieri: "Sono gli anni che anticipano l'arrivo di Aurelio De Laurentiis, quelli in cui il Napoli fallisce e crolla prima in Serie B e quindi in Serie C. Un crollo che secondo i tifosi sarebbe responsabilità anche dell'allora presidente della Federcalcio Franco Carraro. Una ferita che a Napoli nessuno dimentica. Delegati dalla Procuira di Napoli, i Carabinieri del reparto operativo di Roma intercettano tutti, ma il sistema è forte e coeso.".

22.05 - Ex Carabiniere operazione "Offside": "La questione è nata quando il Napoli andò in Serie B, il magistrato che ha seguito tutto quanto stava sempre in tribuna e quando hanno trovato il problema di Carraro che decise che il Napoli doveva andare in Serie B, credo che se la siano un po' legata".

22:04 - Il giornalista Autieri: "Quello che parla è uno dei Carabinieri che ha preso parte inchiesta Offside, quella che ha dato vita a Calciopoli. E' lui a rivelare oggi che ad alimentare l'interesse dei Pm di Napoli c'era non solo la sete di giustizia, ma anche una sincera rivalsa calcistica".

22:03 - Parla ex Carabiniere dell'operazione "offside": "Mettendo sotto controllo questi arbitri venivano fuori sempre questi nomi, dove c'era sempre qualcosa nei discorsi che facevano".

22:02 - Il giornalista Autieri: "L'operazione Ladroni finisce in tribunale e si chiude con un accordo tra le parti, rimasto fino ad oggi segreto,  che obbliga l'Inter a risarcire alcune delle vittime delle indagini illegali. Le investigazioni di Tavaroli si fermano  a MIlano, mentre la Procura di Napoli apre una piccola inchiesta su due arbitri, senza però immaginare che cosa sarebbe  venuto fuori"


22:00 - L'ex designatore Bergamo: 

Ma erano legali queste indagini?
"No, assolutamente no. Hanno dato origine anche a richieste di risarcimento danni".

Anche lei ha chiesto...
"Sì, l'ho chiesto anch'io. E' una cosa riservata tra me e il Tribunale, sono certo di quello che sto dicendo".


 

21:59 - Moggi intervistato da Report:

A un certo punto Moratti si accorda per incaricare Tavaroli, che era il capo della security Telecom di fare delle indagini su di lei. Lei lo aveva saputo?
"Quando si sono trovati in ufficio Moratti, Tavaroli e Facchetti, Morati ha detto: 'No, Moggi lasciamolo da parte, è un amico. Invece Facchetti ha insistito per dare i numeri miei a Tavaroli"



21:58 - Autieri: "Sul tavolo della Boccassini finisce un esposto generico, la pm interroga Nucini ma non emergono elementi sufficienti  per istruire un'indagine e la denuncia cade nel vuoto. Tuttavia l'indagine dell'agenzia di investigazioni incaricata  da Tavaroli su mandato di Moratti, non si interrompe e oltre a Moggi gli investigatori cominciano a scandagliare nelle vite di Paolo Bergamo e di alcuni arbitri".



21:57 -  Tavaroli: "Io do un'informativa ai Carabinieri del Nucluo Investigativo Informativo".
Quello di Roma?
"No Milano. Viene fatto un esposto a Greco. Nel frattempo Greco non è Procuratore ancora, ma è Procuratore aggiunto. E Greco dice: mandatelo alla Boccassini e vede lei".




21:56 - il giornalista Autieri: "Una volta verificata la correttezza della ricostruzione di Nucini e raccolti altri elementi dalle indagini della Polis D'Istinto, il capo della security di Telecom  Giuliano Tavaroli compila un'informativa e la consegna nelle mani dei Carabinieri di cui lo stesso Tavaroli aveva fatto parte negli anni 80".


21:55 - Moggi intervistato da Report replica:

Nucini l'ha incontrato qua?

"Ma t'immagini, casa mia sta a venti metri, che lo incontro in albergo?".

 

21:54 - Le parole dell'ex arbitro Nucini al processo: "Ci diamo appuntamento a Greggio, auutostrada Milano-Torino, e mi porta di fronte all'hotel Concorde. Entriamo in una camera, dove non c'è nessuno, aspettiamo qualche minuto ed entra Moggi. Telefona ai due designatori e fa capire ai due designatori che io devo essere trattato bene e che devo essere valorizzato, e devo essere mandato in Serie A"

21:53 - Il giornalista di Report Autieri: "Il lavoro di intelligence viene affido alla Polis d'Istinto, una società di Firenze da cui abitualmente Tavaroli si serve. Il primo compito è quello  di  verificare le rivelazioni che l'arbitro Danilo Nucini ha fatto all'allora presidente dell'Inter Giacinto Facchetti. Dichiarazioni che lo stesso Nucini avrebbe ribadito anche nel corso del processo Calciopoli e che riguardavano un incontro segreto tra Nucini e Moggi finalizzato a condizionare positivamente la carriera  dell'arbitro".

21:51 - Dopo quell'incontro Massimo Moratti condivide i suoi dubbi sugli arbitraggi con Giuliano Tavaroli, l'uomo dei dossieraggi illeciti di Telecom Italia, allora capo della security di Pirelli.

Tavaroli: "Ricevo l'ingaggio da Moratti in persona. L'Inter si rivolge alla Pirelli e noi gli forniamo il fornitore, la Polis d'istinto, era una società di investigazioni".

 

21:50 - L'ex designatore Paolo Bergamo: "Finisce il campionato del 2002, quando lui perde all'ultima giornata".

L'Inter. 
"Mi chiama".

Moratti
"Sì, 'io vorrei fare una cena insieme a lei, per parlare'. Sono andato a casa sua ai primi di luglio. Ci mettiamo a sedere, io, lui, mia moglie e sua moglie. Nemmeno 5 minuti e lui mi fa: 'Bergamo, lei mi deve dire  perchè gli arbitri ce l'hanno con l'Inter e noi non vinciamo mai. E lì è iniziata la discussione, cioè lui sosteneva che noi si mandavano arbitri che erano ostili all'Inter per farla perdere".



21:45 - "LA CENA A 4 RIMASTA SEGRETA" - Il conduttore Ranucci: "17 anni anni dopo, alla fine di quell'enorme scandalo, è emerso che nessuna partita presa in considerazione era stata condizionata e poi la singola posizione degli accusati si è risolta con assoluzione, prescrizione, sospensione di condanna. Più dura la giustizia sportiva che ha radiato a vita Moggi e Giraudo e ha penalizzato la Juventusm schiaffandola in Serie B. Poi c'è qualcuno l'ha fatta franca e vedremo come. Ma quello di Calciopoli, fu l'anelito di un calcio più puro, migliore, più pulito o il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica del calcio? La storia comincia il 5 maggio del 2002 quando nell'ultima partita di campionato l'Inter perde in casa della Lazio e perde anche lo Scudetto che va a finire alla Juventus. Qualche giorno dopo si consuma una cena a 4 rimasta fino a oggi segreta".

21:40 - Parla Luciano Moggi, intervistato da Report:

Lei ci ha dato questa chiavetta, l'ha data a noi e ad Andrea Agnelli. Cosa c'è dentro?

"Io qui ho portato le voci di chi nella sostanza è intercettato e quello che dicono".

Le intercettazioni non sono finite al processo?
"Di 170mila intercettazioni, solo 25 riguardavano la Juventus".



21:39 - A Report parla Massimo Cellino, all'epoca presidente della Lega: 

Voi presidenti di calcio avevate avvertito che c'era qualcosa che non andava nel sistema?
"Uh, avvertito, eravamo tutti spaventati. Era un momento di terrore nel calcio, me lo ricordo, però almeno sapevi chi è che faceva queste...".
Era un tuo nemico?
"Sì, sapevi da quale parte stare, con i buoni o con cattivi"


21:37 - Viene mandato in onda un intervento di Moggi al processo Calciopoli: "C'è addirittura chi va tra il primo e il secondo tempo, io non ci sono andato... Facchetti, per esempio, ha preso tre mesi di inibizione".


21:35 - Viene mandata in onda intercettazione tra Carraro e Bergamo: 

Carraro: "Bene. Chi c'è lì a ...Juventus....".

Bergamo: "Rodomonti. Inter-Juventus".

Carraro: "Mi raccomando, che non aiuti la Juventus per carità di Dio eh? 



21:33 - L'ex presidente della Figc Franco Carraro: "Io ho una sola intercettazione nella quale mi lamento a favore di una squadra, una sola, ed è un'intercettazione per la Lazio".

21:32 - Tiziano Pieri, ex arbitro: "Non avevo un'intercettazione a mio carico, nè a mio favore, nè a danno".

21:30 - Il procuratore generale di Napoli Lepore: "Moggi era il grande manovratore di questo sistema? Sì, era il grande manovratore",

21:29 - Il designatore degli arbitri dal 1999 al 2005, Paolo Bergamo: "L'uomo ovunque era lui (riferito a Moggi, ndr), ma non l'avevamo deciso noi. Moggi era Moggi, quello che dava chi muovere".

21:28 - Mister Marcello Lippi: "Ho sempre pensato solo ed esclusivamente a costruire la squadra per andare a fare questa importante manifestazione". 

21:27 - La puntata inizia con le parole di Massimo Cellino: "Chi salva il calcio italiano, è la vittoria dei Mondiali, che in quel merdaio totale... vinciamo i  Mondiali e risolviamo come calcio". 


21:00 - Tuttojuve.com seguirà in diretta la puntata di Report che inizierà alle 21:20 e vi aggiornerà sul contenuto non appena andrà in onda la parte dedicata a Calcopoli.

21:00 - REPORT: C'ERA UNA VOLTA CALCIOPOLI - Cosa c’è dentro la pennetta USB che Luciano Moggi ha consegnato nelle mani di Andrea Agnelli durante l’Assemblea degli azionisti della Juventus del gennaio scorso?
Report ha ottenuto il contenuto di quella pennetta, il totale delle 170mila intercettazioni, molte rimaste inedite, registrate durante l’inchiesta “offside”, che 17 anni fa diede vita allo scandalo di Calciopoli.

Tutti gli arbitri coinvolti, tranne uno, sono stati assolti, così come la quasi totalità dei dirigenti sportivi rinviati a giudizio. Per quelli non assolti, come Luciano Moggi, il potente direttore sportivo della Juventus condannato in appello per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, è intervenuta la prescrizione.

Per la prima volta Report raccoglie le testimonianze e le rivelazioni dei protagonisti di quella vicenda: lo stesso Moggi, l’allora presidente della Federcalcio Franco Carraro, il designatore degli arbitri Paolo Bergamo, l’allora presidente della Lega Calcio Massimo Cellino, l’allenatore della Nazionale Campione del Mondo Marcello Lippi. Interviste che ricostruiscono un quadro del tutto inedito su quali furono le forze che si misero in moto per scardinare quel sistema di potere, accompagnate ad atti giudiziari ancora inediti che offrono la prova delle attività di spionaggio condotte da altri club nei confronti dei dirigenti della Juventus, oltre che di alcuni arbitri.

Alle spalle una battaglia di potere tra i grandi padroni del calcio, da Silvio Berlusconi a Massimo Moratti, dalla famiglia Agnelli a Franco Sensi, dai fratelli Della Valle alle banche che avevano messo un piede nel calcio italiano.