IL FAVOLOSO DESTINO DI FILIPPO CAROBBIO

E così c'è un calciatore, Filippo Carobbio, che tiene in ansia decine tra Presidenti, Dirigenti, Calciatori e il tecnico più amato e odiato d'Italia, Antonio Conte. Un uomo, Carobbio, la cui scia calcistica e truffaldina sembra, a rigor di logica, incredibile, ma che spetterà alla Procura di Cremona e a quella sportiva appurare fino in fondo.
Carobbio nel 2009 è al Grosseto, per sua ammissione vende svariate partite su commissione della banda degli "zingari" con i quali è in strettissimo rapporto. Anzi, Carobbio è, da sua ammissione, l'intermediario di Ilievski, Gegic e company, ed è grazie a lui che la banda entra in contatto con altri calciatori e squadre.
Insomma un drago del calcio scommesse, agisce così bene in proprio che diventa il key account e la testa di ponte della gang. Ora nell'estate del 2010 a questo calciatore di 31 anni, dalla mediocre carriera, ma già ai vertici dell'associazione a delinquere per frode sportiva, accade l'inverosimile. Viene acquistato in comproprietà dal Siena nell'affare Kamata, dal DG Perinetti, uno dei piu navigati tra A e B (Juve, Napoli, Bari, Palermo..), e del giovane Presidente dalla faccia pulita, Mezzaroma, erede di un ex-socio della Roma di Sensi e, da pochi mesi nel calcio, dopo anni di investimenti nella pallavolo. Noto per la sua sportività, fa scalpore il modo in cui carica i suoi nella gara Inter-Siena decisiva per lo scudetto del triplete, con il Siena già in B.
I due chiamano il Mister Conte, sanguigno e carismatico, già aggredito a bastonate nella natia Lecce per i suoi trionfi al Bari e costretto alle dimissioni a Bergamo, anche per gli alterchi con i tifosi e col Padrino Doni, spesso confinato in panchina.
Incredibile ma vero, il reo confesso Carobbio non lo sa ma è capitato in una tana di banditi. Il Siena, nelle confessioni di Carobbio, diventa un inaudito covo di scommettitori fraudolenti. Il giovane Mezzaroma arriva a vendersi le partite ordinando alla squadra di perdere, Perinetti manda i suoi uomini a dare istruzioni precise alla squadra su pareggi e sconfitte combinate. I due sono però superati da Conte, il mister che negli spogliatoi, davanti a 30 tra calciatori e staff, ordinerebbe, Carobbio dixit, candidamente: "Tranquilli, ci siamo accordati sul pari!".
E così Conte, l'uomo che non dorme di notte dopo una sconfitta in partitella, di punto in bianco proferisce davanti a tutta la squadra complice l'accordo-truffa, sempre nelle parole del piccolo furfante Carobbio. Ancora più scaltri e fraudolenti quelli del Torino che in pochi sguardi in campo si accordano sul pari, e il più scaltro e doppiogiochista di tutti è Calaiò che. nonostante gli ordini di Conte. segna non 1 ma 2 reti. Forse ha scommesso il 2-2?
Diverse sono le strategie dei pentiti: Masiello accusa pochi compagni di difesa, tra i quali Bonucci, per accordi prima di Udinese-Bari -peccato che Bonnie quella settimana fosse impegnato in Under 21- e riferisce di un rifiuto sdegnato di Pepe (perché poi il solo Pepe e non altri tentativi?). Simile strategia quella di Gianello, terzo portiere ex-Napoli, che confessa gli insulti di Cannavaro e Grava (difensori..) ad una proposta di combine.
Ma quello che riferisce Carobbio ha dell'incredibile, guarda caso va a giocare proprio in una squadra di orchi, banditi e boss, in cui stranamente Coppola (portiere di quel Siena) sbianca -nelle parole di Carobbio- per la presunta combine ordinata da Perinetti, ma poi nessuno dei 22 batte ciglio alle incredibili parole di Conte. L'uomo della gang arriva quindi nel club dei banditi e si pente. Un racconto fiabesco, quasi favoloso, e come in ogni favola, dopo il pentimento, potrebbe arrivare il premio per l'eroe convertito, quella sensibile riduzione di squalifica (già concessa a Micolucci che accusò l'intero Ascoli permutando una radiazione in soli 14 mesi di squalifica).
Infine ecco il destino favoloso vagheggiato dallo stesso Carobbio: "Mi piacerebbe insegnare calcio e sport ai bambini".
Chapeau, cerchio fiabesco mirabilmente concluso.