GIRELLI: "Avevo il poster di Del Piero in camera, adesso vesto la sua maglia. Il mondiale? Tante aspettative non realizzate"
Intervistata da "Vanity Fair", Cristiana Girelli, centravanti della Juventus Women e della nazionale femminile, affronta diversi temi: "Penso spesso alla libertà perché la ritengo importante non solo per noi atleti, ma per tutti. Penso a quanto è difficile ottenerla, a quanto è complicato essere se stessi senza pregiudizio e senza giudizio. Non mi sento mai libera quando mi sento giudicata, come se nelle menti delle persone ci fosse sempre un giusto o sbagliato preconcetto. Anche in campo capita che pensi due o tre volte a quello che voglio fare temendo il giudizio degli altri.
A sei o sette anni quando il calcio femminile non esisteva, ma ero una intorno a ventimila maschi non mi sentivo per niente giudicata e per niente fuori luogo. Andavo al campetto a giocare con una squadra di maschi. Adesso che il movimento è cresciuto io vedo molti pregiudizi. Lo so che è l'altra faccia della medaglia della popolarità. Adesso i pregiudizi e gli stereotipi sono espressi, prima erano quasi non considerati.
Se il professionismo nel calcio ha portato libertà? Non so cosa possa realmente portare la libertà. A me ha dato molto, ma ha dato soprattutto alle giovani la possibilità di dire: un giorno farò la calciatrice. E alle famiglie qualche certezza, una professione riconosciuta.
La cosa che non è libertà in campo? Il momento di ansia. Quando fai una cosa che non faresti, decidi di passare e non dribblare perché temi di essere giudicata, magari definita egoista. C'è la paura di sbagliare? Sì, sbagliare un rigore, un gol. Per un attaccante la paura di fallire è importante e ti influenza tanto nelle scelte di gioco.
Il mondiale? Per il Mondiale della scorsa estate avevamo tante aspettative che non sono state realizzate e lascia tante emozioni diverse: il rammarico, la delusione, qualcosa di bello finito presto. Vorresti viverlo bene perché l'hai sognato fin da bambino. Dall'altra parte c'è la voglia di rivalsa e il bello dello sport è che ti mette sempre davanti a nuovi obiettivi.
La Juve? Avevo il poster di Del Piero in camera e adesso vesto la sua maglia".