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Alla scoperta del "Chico", parla l'ex all. Dionisio: "In Spagna lo chiamavano Messi, sarà un top player 'dimenticato'. Ama le difficoltà e le sfide difficili come quelle di Lipsia"

03.10.2024 14:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Alla scoperta del "Chico", parla l'ex all. Dionisio: "In Spagna lo chiamavano Messi, sarà un top player 'dimenticato'. Ama le difficoltà e le sfide difficili come quelle di Lipsia"
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© foto di Daniele Buffa

La stella di Francisco Conceição ha brillato più che mai nella fredda notte di Lipsia, anche contro le avversità del campo (in 10 e sotto di un gol a metà ripresa) e di alcune discutibili decisioni arbitrali. La nostra redazione ha contattato telefonicamente, in esclusiva, il suo ex allenatore nel settore giovanile del Porto, Israel Dionisio, per parlare approfonditamente del "Chico" e non solo:

Ci ha messo poco a lasciare il suo inconfondibile segno. Ti aspettavi un impatto così importante, quasi immediatamente, di Conceição alla Juventus?

"Francisco è in un buon momento di maturità, quindi non mi sorprende quello che sta facendo (ne ho parlato qui in Portogallo in un podcast molto seguito) anche se parliamo di un colosso mondiale come la Juventus. È un giocatore che affronta bene le difficoltà e le sfide difficili, non mi ha stupito sia riuscito a brillare in una situazione del genere ieri sera. La Serie A è un ottimo campionato, molto tattico e un contesto favorevole con un giocatore con le sue caratteristiche".

A tuo parere, è già un top player? Lo domandavo anche a Manuel Dimas, ex giocatore portoghese che ha militato nella Juventus, e mi ha risposto che è sulla strada giusta per diventarlo.

"Francisco sarà un top player con caratteristiche sempre più dimenticate nel calcio, perché il giocatore forte e tecnico nell'uno contro uno sta scomparendo e serve per lo spettacolo che è questo magnifico gioco. Penso che sia il giocatore per caratteristiche che piace alla Juve, avere un'ala pura veloce e tecnica che possa risolvere i momenti della partita più difficili".

L'ho soprannominato il "piccolo gigante", sia come richiamo al noto manga "Haikyu" e sia per le sue caratteristiche di gioco. Per te, invece?

"Per me è sempre stato un giocatore diverso da tutti gli altri, con grandi soluzioni tecniche e una mentalità molto forte. E' un giocatore irriverente e davvero forte".

Per il Porto, oggi, non è da considerarsi un rimpianto?

"La verità è stato ceduto alla Juventus non per motivazioni tecniche, ma per quello che è accaduto con l'ex allenatore (suo padre ndr). Anche perché tutti nel Porto lo riconoscevano come un grande talento".

Gli scriverai per congratularti della serata di ieri?

"Gli scrivo spesso e ieri gli ho anche commentato la prestazione sui suoi social. Ogni volta che possiamo, ci scambiamo dei messaggi: è la parte normale di una connessione che dura tutta la vita tra l'allenatore e il suo giocatore".

Il fatto di essere il figlio di un grande ex calciatore lusitano, suo padre Sergio, è stato un problema per lui?

"Con me non ha mai pesato il suo cognome, mai e poi mai. Francisco si è comportato diversamente perchè è Francisco, non abusando del suo status. I fatti, poi, parlano in suo favore".

Come lo ricordi?

"È sempre stato un giocatore che affrontava male le sconfitte, perché adora vincere (sorride ndr). Rispettoso e sempre molto attento ad ogni momento di apprendimento, è un buon amico per gli altri".

C'è un episodio carino che ci vuoi raccontare inerente a Conceição?

"Sì, una volta con gli Under 17 siamo andati a un torneo in Spagna e tutti erano pazzi di lui. Quando aveva palla, lo chiamavano Messi e lui venne a parlarmi di questo. Gli ho fatto capire che non doveva essere un problema questo accostamento, perché è sempre bello poter esser paragonati a qualcuno che è semplicemente uno dei giocatori migliori del globo".

Si ringrazia Israel Dionisio per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.