L’inizio di una nuova Era (A.A.A. Vedove di Allegri cercasi - parte seconda)

03.10.2024 14:59 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Fonte: Articolo di Sergio Stanco
L’inizio di una nuova Era (A.A.A. Vedove di Allegri cercasi - parte seconda)
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Qualche giorno fa, in tempi non sospetti, avevamo scritto 5 motivi per i quali secondo noi i tifosi bianconeri dovessero essere fiduciosi del lavoro di Thiago Motta (clicca qui), nonostante i tre zero a zero consecutivi in campionato. Poi sono arrivate la vittoria di Marassi e quella di Lipsia. Ieri sera è partita la caccia al titolo della serata bianconera: noi l’avremmo definita “epica”. 

Dopo aver ammirato la meravigliosa prestazione di ieri, ci sono tanti altri motivi per essere ottimisti per il futuro. Ne abbiamo identificati altri cinque (come detto non esaustivi).

Lo spirito di squadra: Tradizionalmente la Juve si è (quasi) sempre difesa bene, a volte lo ha fatto anche più compatta di come non l’abbia fatto ieri, ma sinceramente non ricordiamo l’ultima volta che lo abbia fatto con tanta convinzione, determinazione e, soprattutto, nella metà campo avversaria. E nonostante l’ inferiorità numerica….

La personalità: Che, poi, volendo vedere, l’inferiorità numerica nel complesso non è neanche stato l’evento (potenzialmente) più scoraggiante della serata. Due infortuni, di cui uno evidentemente grave come quello di Bremer, dopo pochi minuti, avrebbero steso anche un toro. Due sostituzioni e due slot bruciati (per altro). Portiere espulso e terzo slot andato. Il giocatore che entra che commette immediatamente rigore. Squadra sotto nel punteggio e con un uomo in meno. Le premesse per crollare c’erano tutte. Invece… Invece la squadra non è arretrata di un centimetro, anzi. Certo, poi qualcosa è girato anche dritto, tipo l’eurogol di Vlahovic che ha rimesso le cose a posto, i pali e i salvataggi sulla riga etc etc, ma la buona sorte (se così la si può chiamare) in alcuni episodi la Juve se l’è meritata con un atteggiamento di grandissima personalità (e per tutto l’arco della partita…).

Mentalità: l’immagine che più ci è rimasta impressa della serata di ieri, è Dusan Vlahovic che sul 2-2, mentre i suoi compagni esultavano, li incitava a tornare velocemente a centrocampo per riprendere rapidamente il gioco e provare a vincerla. Non sappiamo se sia più incoscienza o mentalità vincente, ma di certo è un atteggiamento a cui non eravamo abituati. Così come al pressing ultra offensivo (per di più un inferiorità numerica) o ad un cambio Douglas Luiz-Savona (con McKennie spostato terzino destro) che forse non ha rispettato le aspettative, ma che ha sicuramente denotato la volontà di non accettare passivamente un destino già scritto…

Assenze: L’altro elemento positivo della serata di ieri, è che non tutto è filato liscio. Ci spieghiamo meglio: è stata una partita fantastica, ma non tutti si sono espressi a quel livello. La Juve ha vinto pur senza l’apporto di qualche elemento ancora in ritardo di condizione o di inserimento. Sono mancati, ad esempio, i guizzi di Yildiz, le incursioni (e il cinismo sotto porta) di Koopmainers, la gestione della palla di Douglas Luiz proprio quando sarebbe servita, la “regia” di Cambiaso (che ha comunque riscattato una prestazione confusa con un assist e un salvataggio decisivo). Chissà cosa sarebbe successo se tutti si fossero espressi al livello dj Kalulu (tanto per fare un nome…).

Qualità: E comunque la Juve di ieri ha colmato qualsiasi lacuna con un gioco di squadra eccelso, impreziosito però da qualità tecniche individuali altrettanto eccezionali. Ieri, ad esempio, Fagioli ha ricordato Pirlo; Vlahovic il miglior Vieri; Kalulu si è travestito da Chiellini e McKennie da Davids; Coincecao ha fatto un gol alla Dybala, alternando recuperi alla Furino.

Ora, questo non vuol dire che questa squadra sia in grado di dominare l’Italia (o addirittura l’Europa) come qualche bandieruola, che ieri criticava gli zeri a zero e oggi sale sul carro dei vincitori, sta cercando di far credere, ma le premesse per vedere qualcosa di diverso (e di bello) ci sono tutte. Poi, se - come accaduto perfino con big come Napoli e Roma - anche le altre affronteranno la Juve opponendo un ruvido catenaccio, è probabile che i bianconeri si esprimano meglio in Europa che nei confini nazionali. Il che non vuol dire vincere la Champions, per intenderci. Perché - giusto per togliere ogni dubbio - pure a Torino “nisciun è fess”.