Amarsi e poi non dimenticarsi

27.08.2024 15:30 di  Andrea Losapio   vedi letture
Amarsi e poi non dimenticarsi
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L'addio al calcio di Wojciech Szczesny scuote il giorno di Teun Koopmeiners. Non gli fa ombra del tutto, ma è chiaro che è come prendersi uno spicchio della luce in casa Juventus. Perché il polacco aveva un altro anno di contratto e ha risolto pochi giorni fa dopo un precampionato da esubero, probabilmente aveva anche nuove sfide da seguire, eppure ha preferito salutare definitivamente il calcio invece che darsi altri due anni per il Mondiale negli Stati Uniti del 2026. Ha giocato da poco un Europeo da portiere titolare, pur non protagonista visto come ha fatto la Polonia (male), di certo poteva ancora dare molto.

I tifosi vorrebbero un giro di campo per salutare. Come riservato anche ad altri, come Alessandro Del Piero. Del resto Szczesny è stato il dopo Buffon, un capitolo importantissimo della storia recente di casa Juventus. Normale essere amato e non dimenticato, anche se forse la storia non è finita nel migliore dei modi.

Questa la lettera integrale di Szczesny per il suo addio al calcio.

"Ho lasciato Varsavia, la mia città natale, nel giugno del 2006 per raggiungere l'Arsenal con un sogno: vivere di calcio. Non sapevo che sarebbe stato l'inizio di un viaggio lungo una vita. Non sapevo che avrei giocato per i più grandi club del mondo e rappresentato il mio paese 84 volte. Non sapevo che non solo avrei vissuto di calcio, ma che il calcio sarebbe diventato tutta la mia vita. Non ho solo realizzato il mio sogno, sono arrivato dove l'immaginazione non avrebbe neanche osato portarmi. Ho giocato al massimo livello con i migliori giocatori della storia senza mai sentirmi inferiore. Ho stretto amicizie per la vita, creato ricordi indimenticabili e incontrato persone che hanno avuto un impatto incredibile sulla mia vita. Tutto ciò che ho e tutto ciò che sono lo devo al meraviglioso gioco del calcio. Ma ho anche dato tutto quello che avevo al gioco. Ho dato al gioco 18 anni della mia vita, ogni giorno, senza scuse. Oggi, anche se il mio corpo si sente ancora pronto per le sfide, il mio cuore non è più lì. Sento che adesso è il momento di dedicare tutte le mie attenzioni alla mia famiglia, alla mia fantastica moglie Marina e ai nostri bellissimi due bambini Liam e Noelia. Per questo ho deciso di ritirarmi dal calcio professionistico.

La fine di un viaggio è un momento di riflessione e gratitudine. Ci sono molte persone che dovrei ringraziare, ma cercherò di farlo personalmente con ognuno di loro. Ma a voi, tifosi, devo un ringraziamento speciale per essere stati con me in questo viaggio. Per il supporto e le critiche, per l'amore e l'odio, per essere la parte più bella e più romantica del calcio. Senza di voi niente di tutto questo avrebbe avuto senso. Grazie. 

Ora, ogni storia ha una fine ma nella vita ogni fine è un nuovo inizio. Cosa questo nuovo percorso mi porterà lo dirà solo il tempo. Ma se gli ultimi 18 anni mi hanno insegnato qualcosa, è che niente è impossibile e, credetemi, sognerò in grande".