A MENTE FREDDA – Motta capo indiscusso della Juve, il noi davanti all'io

Domenica prossima contro la Roma avremo un'idea ancora più concreta della Juve targata Motta. Ma le prime due giornate, a prescindere dalla forza degli avversari, hanno dato già indicazioni importanti sul cambio di marcia radicale, rispetto all'ultimo triennio allegriano. La voglia di comandare il gioco è evidente, senza però strafare, semplicemente con l'aggressione, i movimenti e l'atteggiamento giusti. Difficile vedere un passaggio all'indietro, semmai è determinante la circolazione della palla in un certo modo, fino a creare l'occasione da gol. Il capo della rivoluzione bianconera è Thiago, impressionante come sia riuscito in così poco tempo a trasferire i suoi principi di gioco ai calciatori. Lo riconoscono anche addetti ai lavori fino a qualche settimana fa scettici rispetto alla scleta di ingaggiare l'ex timoniere del Bologna. 

Locatelli è l'emblema del cambiamento: da elemento più discusso e addirittura in odore di addio, il centrocampista anche al Bentegodi risulta tra i migliori e somiglia molto a quello ammirato con il Sassuolo. Utilizzare i giovani, lasciando in panchina qualche big è un altro fattore importante di coraggio: non esistono gerarchie, gioca chi merita, a prescindere dalla carta d'identità. Insomma il nuovo tecnico non guarda in faccia nessuno. Due vittorie nei primi 180 minuti di campionato non si vedevano da tantissimo tempo, peraltro condite da sei gol all'attivo. Ma non basta: la Juve ha subito un solo tiro in porta tra Como e Verona, dimostrando una fase difensiva top. In questa squadra prevale lo spirito di gruppo, senza però offuscare il talento. Vlahovic e Yildiz, per esempio, all'occorrenza possono dare sfogo alle loro caratteristiche. Per avere conferme, appuntamento a domenica, quando allo Stadium arriverà la Roma di Dybala e Soulé. Nel frattempo, aspettiamo gli ultimi colpi di mercato.