A MENTE FREDDA - Ci risiamo: la Juve di Motta colpita di nuovo dalla pareggite
La Juve di Motta pare tutto e il contrario di tutto. Brillante e vincente contro il Milan, di nuovo amorfa in quel di Bruges, dove guadagna il punto sufficiente per i playoff di Champions League. Il minimo sindacale, rispetto alla possibilità svanita di un blitz che gli avrebbe permesso di giocarsi gli ottavi diretti nell'ultima sfida, il 29 contro il Benfica allo Stadium. L'aritmetica ancora non chiude le porte a questa possibilità, ma è minima. Peccato. Obiettivi a parte, il passo indietro è gigantesco sul fronte della prestazione, sorella di tante viste in questa stagione. Manovra lenta e scarsa produttività offensiva: basti pensare che l'unico tiro nella porta avversaria si registra all'84mo. Cose dell'altro mondo. nel post gara, Motta non può che ammettere: "Creiamo poco". Bisogna capire se sia una mancanza di coraggio, un abbassamento di tensione dopo l'ottima performance nell'ultima di campionato. Comunque trovare la causa di questo ritorno alla pareggite. Sperando non diventi acuta e cronica.
Eppure la Juve si presenta dall'inizio con il 4-3-3, ma non basta. Qualche scelta iniziale del tecnico certo fa discutere. In questo momento, per esempio, la squadra non può fare a meno di un elemento come Thuram, mix di muscoli e qualche inserimento. Dietro la lavagna due elementi sui quali teoricamente Motta avrebbe dovuto costruire il suo progetto. Il primo è Koopmeiners, ancora negativa la sua prova, malgrado giochi mezzala, sulla carta il suo ruolo naturale. Cosa succede ad uno dei giocatori decisivi nella passata stagione dell'Atalanta, chiusa con il trionfo in Europa League e pagata oltre 60 milioni? Risposta difficile, la speranza è di non essere di fronte al classico elemento a disagio fuori dalla comfort zone gasperiniana. Dubbi e timori anche su Douglas Luiz. Lui in realtà, mai inserito veramente nel mondo Juve. La tecnica ce l'ha, ma contribuisce a rallentare ulteriormente la manovra. Forse non è un caso leggere il suo nome nella lista dei possibili partenti. Capitolo a parte merita Vlahovic. Seconda panchina consecutiva per scelta tecnica, al suo posto Nico Gonzalez falso 9. Questa volta con risultati pessimi, da mani nei capelli il gol divorato. Per lui 15 minuti, durante i quali non ha occasioni per incidere. La serata nera dell'argentino e in generale della squadra, era chiara, quindi bisognava inserirlo prima. Siamo di fronte ad un caso? Sabato a Napoli avremo la risposta.