IL SANTO DELLA DOMENICA - A Bergamo in piena emergenza. Ma ciò che conta oggi è il presente, non il futuro.
Concentrarsi sul presente per scrivere un futuro che deve ritornare ad essere importante. Il presente è Atalanta Juventus da dover affrontare con la prima emergenza della stagione che riguarda il reparto offensivo: fuori in un colpo solo Vlahovic e Milik, con Kean al rientro dopo un fastidio alla tibia. Insomma non resta che affidarsi all’estro di Chiesa e chissà perché no alla beata gioventù di Yildiz che potrebbe essere la sorpresa della domenica orobica. Attenzione, questo non perché non ci sia fiducia in Moise Kean, anzi, ma l’attaccante che domani sarà titolare, non è ancora al meglio della condizione.
Pensare al presente perché esiste una chiara sensazione che molti tifosi siano già proiettati verso la prossima stagione. Chi sarà l’allenatore? De Zerbi? Italiano? Conte? E cosi via. Niente di più errato. Il futuro va costruito anche passando da un piazzamento tra le prime quattro, da un campionato che deve vedere, nel limite delle sue possibilità, la Juventus protagonista. Come? restano almeno sino a dicembre attaccati al gruppo delle prime, in modo da mettere la società in condizione di rinforzare la rosa con i giusti movimenti di mercato, quelli stessi che ricordiamo non sono stati fatti nella sessione estiva. Il bruttissimo scivolone di Reggio Emilia è stato in parte aggiustato dalla vittoria, non bella non brillante, ma importante con il Lecce, adesso si tratta di trovare continuità di risultati. In queste prime sei giornate la squadra ha evidenziato una certa difficoltà nel gestire alcuni momenti della partita, soprattutto se va sotto nel punteggio, ma anche una certa attitudine a non mollare mai la presa.
Penso al secondo tempo della gara in casa con il Bologna, e in parte anche a martedi scorso, quando piano piano, senza troppo rubare l’occhio, ma con una certa intelligenza, i bianconeri sono riusciti a trovare la chiave giusta per aprire la porta dei salentini. Tengo fuori i 96 minuti di follia con il Sassuolo, che ci auguriamo tutti, possano rappresentare un incidente di percorso. L’asticella si alza: Atalanta questa sera, Torino sabato prossimo e Milan dopo la sosta diranno molto di più sulle ambizioni di questa squadra, che non è la più forte del lotto, ma che ha l’obbligo di lottare con tutte. Giuntoli ha spiegato molto bene come la filosofia della società stia cambiando.
Addio spese folli, largo ai giovani di talento ( vanno però trovati) riduzione del monte ingaggi e un occhio sempre più attento non solo ai risultati ma anche alle prestazioni. Filosofia giusta, dettata ovviamente dalla proprietà, ma che non deve mai dimenticare che il dna della Juventus ha dentro di sé la capacità e la volontà di lottare sempre per traguardi ambiziosi: ecco perché la strada che porta alla vittoria non deve mai essere dimenticata. E su questo Giuntoli, vero Juventino come ha più volte ricordato nelle ultime interviste rappresenta una garanzia. Ma le garanzie le deve dare anche la proprietà con un minimo di investimenti per alzare il livello di qualità della squadra e della rosa in generale. Ma come abbiamo detto, l’unica cosa da seguire oggi è il presente, importante e fondamentale per costruire un futuro solido e roseo. A partire dal treno che passa oggi dall’ostico stadio di Bergamo.