Il consiglio di Tacchinardi: "Ripartirei da Chiesa e altri cinque, nuova Juve con Huijsen e Soulé. Arrivederci Allegri, con Motta si può aprire un ciclo"
La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex centrocampista bianconero di fine anni '90 e inizio '00, Alessio Tacchinardi, per parlare approfonditamente di Lazio-Juventus e non solo:
Che ci dobbiamo aspettare questa sera?
"Ci dobbiamo aspettare una Juve con il sangue agli occhi, l'obiettivo è di salvare la stagione. E' un appuntamento troppo importante dopo il risultato dell'andata, di fronte ci sarà una Lazio più dinamica e intensa rispetto alle ultime partite e il lavoro di Tudor inizia a vedersi. Occhio che è un attimo prender un'imbarcata, poi dopo diventa difficile recuperare. Di sicuro c'è da evitare di ripetere il primo tempo di Cagliari, ma non era la prima volta. La tifoseria merita rispetto, questi giocatori devono tirar fuori gli attributi. Perché nell'ultimo periodo non lo stanno facendo".
Indiscrezioni giornalistiche ti avevano accostato, il mese scorso, tra i papabili al ruolo di vice Tudor. Verità o bugie?
"Avevo parlato con Igor quest'estate, poi ha preferito fare altre scelte. A me piace come lavora e la sua idea di calcio, poteva esserci questa possibilità ma poi è andato su Javorcic che è molto bravo. Non c'è nessun problema".
Sarà la partita migliore da preparare per mister Allegri? La Lazio partirà forte e proverà a fare un gol il prima possibile, mentre la Juve dovrà occupare gli spazi e provare a giocare in ripartenza come suggeriva il tuo ex compagno di squadra Kovacevic ieri.
"Le caratteristiche evidenziano quello, ovvero che la Juve gioca così, ma occhio a stare troppo bassi in quanto basta un gol in un ambiente del genere per cambiare le cose. A me piacerebbe vedere che comandi il gioco in campo, purtroppo però ci siamo abituati a vederla dietro la linea della palla e in ripartenza il più delle volte. Personalmente non mi sta piacendo, e i giocatori dovranno capire che bisognerà centrare la finale ad ogni costo".
L'impressione, a tuo avviso, è che ormai la squadra reduce da 12 punti nelle ultime 12 abbia un po' staccato la spina?
"Ho sentito Locatelli dire è cambiato tutto dopo la sconfitta con l'Inter, ma a me non piacciono questi alibi e queste scuse. Bisogna iniziare a prendersi le proprie responsabilità, c'è la mentalità che la squadra deve acquisire. Purtroppo credo si sia spezzato un po' quel cordone ombelicale che c'era con leader del calibro di Buffon e Chiellini"
Pensi possa esser la partita di Federico Chiesa?
"Me lo auguro nelle sue condizioni ideali che possano esaltarne le caratteristiche, a me piace tantissimo ma dobbiamo giudicarlo per come sa giocare. Penso che spalle alla porta sia un altro giocatore, lo stesso discorso vale anche per Vlahovic. Lo vorrei vedere nel suo ruolo, perché così è adattato in una posizione che non è la sua. Per me è uno dei pochi da Juve a 360° in questa squadra".
La domanda allora sorge spontanea: chi è da Juve oggi? Sembrano mancare anche dei leader presenti invece nella tua Juve.
"Non vedo leader trainanti, li vedo tutti alla ricerca di qualcuno. Per quel che vedo in campo, penso a Vlahovic per come gioca e per come prova a trascinare i compagni. Danilo è un leader silenzioso, Chiesa per me non lo è in quanto la mia sensazione è che non si senta al centro del progetto. Il prossimo anno deve esser lui il leader tecnico di questa squadra. E ne servirebbero un paio in mezzo al campo".
Due in mezzo al campo potrebbero lasciare: Rabiot in scadenza di contratto e McKennie che è un po' distante dal prolungamento.
"Non lo sono, ma possono starci alla grande in un contesto in cui sono presenti dei leader. Onestamente, della rosa presente oggi, non mi priverei di Rabiot e McKennie, in quanto sono due che battagliano su ogni pallone. E non è che ci sia molto in giro, poi i giovani non sono ancora riusciti ad avere quella leadership a distanza di qualche anno dal loro esordio. Li vedo fare tanta fatica, per cui c'è da fare di più. Io ripartirei da Chiesa, Vlahovic, Rabiot, McKennie, Danilo e Cambiaso, poi acquisterei qualcuno di tosto. C'è da capire che ha per la testa Giuntoli, personalmente riporterei anche Huijsen, Soulé e Barrenechea in modo da creare quel mix di giovani e vecchi come c'era nella prima Juve di Lippi".
Pensi che la Coppa Italia possa essere l'ultimo trofeo per Massimiliano Allegri alla guida della Juve?
"Sì, potrebbe essere l'ultimo. E indipendentemente, se dovesse esserlo o meno, bisognerebbe fargli i complimenti per tutto quello che ha fatto. La sensazione è di provare a fare qualcosa di diverso, anche perché il prodotto Juve negli ultimi due anni è quello lì. Per Allegri ci vuole enorme rispetto, lui merita di accompagnare la Signora alla vittoria: è un grande allenatore e sa come si fa. L'anno scorso ha combattutto contro tutto e tutti, non è stato facile gestire quello che è successo a livello societario. Ci sarà da fargli un enorme ringraziamento, perché ha dimostrato di essere un allenatore all'altezza della Juve, ma penso sia arrivato il momento del saluto, dell'arrivederci e del cambiamento".
Nella Juve che verrà si parla con Gudmundsson, potrebbe essere insieme ad altri nomi come Calafiori e Samardzic con cui ricostruire la nuova squadra?
"Aggiungerei sicuramente Koopmeiners, meglio di Samardzic per quel che mi riguarda, Calafiori e riporterei a casa Huijsen e Soulé che sono di grande prospettiva. Ci vuole una Juve nuovamente affamata, con un'idea biennale e che può anche non vincer subito, che abbia un'idea di calcio e che interpreti le partite con grande coraggio. Le persone hanno bisogno di una bella rinfrescata e di quell'entusiasmo che c'era nel girone di andata, quella fiammella non si deve più spegnere. E poi il tifoso poi è cambiato rispetto ai miei tempi: se oggi perdi e sudi comunque la maglia ti applaude, ieri invece venivamo comunque fischiati. Non è una critica, ci mancherebbe, ma un elogio, in quanto capisce il momento della squadra. L'importante è che ci sia alle spalle un progetto chiaro. Thiago Motta? Profilo interessante, prova sempre a giocare. Sta facendo un qualcosa di clamoroso con una squadra discreta, è l'uomo giusto per riaprire un ciclo. E pronto e a chi dice che non lo è, gli ricordo che anche Lippi arrivava da piccoli club".
Si ringrazia Alessio Tacchinardi per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.