Di Carlo: "Con Thiago Motta, la Juventus ha riaperto un ciclo"
A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Domenico Di Carlo, ex allenatore del Parma. Di seguito, un estratto dell'intervista.
In queste prime due giornate chi l'ha sorpresa in positivo, e chi in negativo?
"Quest'anno ci sono stati tanti cambi di allenatore, quindi qualche squadra sta facendo fatica ad ingranare. La qualità verrà fuori col tempo. Il Milan è partito male, ma anche Monza e Fiorentina, che hanno cambiato allenatore, stanno balbettando un po'. Penso che siano queste tre le squadre che mi hanno sorpreso negativamente. Di contro, con Thiago Motta, la Juventus ha riaperto un ciclo: ci vuole tempo, sicuramente, ma sono partiti bene. Ci sono alcune squadre in cui, quando cambi l'allenatore, non incominci bene. Anche il Bologna non è partito bene, ma Italiano è un ottimo allenatore. Una squadra che cambia metodologia, perché ogni allenatore è diverso, ha bisogno sempre di tempo. L'auspicio è che le società capiscano che, affinché una squadra possa girare bene, ci vuole tempo".
Cosa ne pensa dell'inizio del campionato del Napoli?
"Il Napoli viene da una stagione pessima, una sorpresa negativa. Dopo la sconfitta col Verona c'è stato subito il riscatto contro il Bologna. Anche i giocatori devono ritrovare continuità, quel gusto di voler vincere. E, per questo, in panchina c'è un signore di alto livello: spero che tutti seguano Conte, perché non è facile per tutti riprendere una mentalità vincente".
Il calciomercato andrebbe chiuso prima della stagione: è d'accordo?
"Per noi allenatori è un fastidio importante. Allenare e giocare mentre ci sono le trattative va ad urtare con il programma settimanale. Sarebbe perfetto se, alla prima di campionato, il calciomercato è fermo. C'è un gruppo da gestire: metti che fai giocare un giocatore che poi va via e quell'altro che lo sostituisce non è ancora pronto. Il calciomercato chiuso toglierebbe tante problematiche a tutte le parti coinvolte".
L'arrivo di Lukaku fa avvicinare il Napoli ai propri obiettivi?
"Simeone e Raspadori sono dei giocatori importanti, innanzitutto. Quando aumenti la qualità, è più facile raggiungere gli obiettivi. Lukaku ha qualità superiore. Conte lo ha già allenato, quindi immaginiate quanto sia sereno, e contento. Ma, qualora al posto di Lukaku fosse rimasto Osimhen, Conte sarebbe stato egualmente felice. Serve naturalmente il supporto della squadra: Lukaku ha fatto bene all'Inter, ma alla Roma avrebbe dovuto avere il supporto di tutti i suoi compagni. Serve equilibrio, quindi, affinché si raggiunga una valida alchimia".
E del Parma? Cosa ne pensa?
"Un anno e mezzo fa, Inzaghi stava per andare via. Brava l'Inter a tenerlo. Gli allenatori vanno supportati dalle società. Senza il loro supporto, noi allenatori non possiamo fare bene. Bravo Pecchia, che dopo aver vinto a Cremona, ha vinto a Parma, ha mantenuto la struttura della squadra dell'anno scorso, e ora giocano quasi a memoria. Tra l'altro è un gioco internazionale. Le motivazioni quindi sono solide, e sono alte, perché è una neopromossa. E per questo è difficile sempre giocare in certe squadre perché hanno entusiasmo".
Infine, il Como ha una squadra importante, ma alla prima in A non sarebbe stato prendere giocatori meno conosciuti ma più esperti della categoria?
"E chi glielo dice a Fabregas? Viene dal Barcellona, ha una mentalità vincente: vuole un calcio veloce, dinamico. Forse il Como pagherà lo scotto della massima serie, però l'allenatore vuole questa mentalità da parte dei suoi. Alla lunga, verrà fuori la loro qualità. Le squadre che devono salvarsi, devono crescere, altrimenti a marzo sei già retrocesso".